Dura nota del presidente Santi Trovato che evidenzia la mancanza di criteri univoci nel valutare l’approvazione o il respingimento dei progetti presentati per interventi di ristrutturazione. “Taluni dirigenti – spiega – si ergono a custodi del patrimonio edilizio della città, trincerandosi dietro l’utilizzo di regole che vengono però applicate in modo del tutto autonomo”
Il settore edilizio somiglia sempre di più ad una pentola a pressione pronta ad esplodere. La necessità di “correggere il tiro” di fronte all’imbarazzante colata di cemento che negli ultimi tempi ha affogato il territorio cittadino, ha determinato un vero e proprio “braccio di ferro” tra i vari rappresentanti di categoria che a diverso titolo subiscono le conseguenze di quello che da molti è stato definitivo il “blocco dell’edilizia”. Il primo a parlare in questi termini è il presidente dell’ordine degli ingegneri Santi Trovato che di recente non ha certo fatto mistero degli attriti avuti tanto con gli uffici del Genio Civile, quanto con la burocrazia comunale, che a detta del professionista ostacolano, e non poco, il lavoro degli ingegneri, a causa di pareri spesso discordanti e rilasciati in tempi biblici.
L’ultima “goccia”, come spiegato in una nota dallo stesso Trovato, non riguarda però i problemi legati al rilascio di autorizzazioni per la presentazione di nuovi progetti, ma la realizzazione di interventi su fabbricati già esistenti. Ad essere chiamata in causa è infatti la Sovrintendenza. “Con decisioni autonome degli stessi propri funzionai – afferma il presidente – gli Uffici esprimono il diniego su alcuni lavori nonostante essi siano stati redatti in conformità allo strumento urbanistico vigente di Messina che – evidenzia Trovato – è stata la stessa Sovrintendenza a sottoscrivere” . Si ritorna insomma al “male originario”, ovvero al tanto discusso Prg che sempre più si “scontra” con gli interessi del territorio e di chi ci lavora.
Andando nel dettaglio, le segnalazioni di Trovato si riferiscono ad interventi di manutenzione straordinaria sul patrimonio edilizio esistente che prevedono la realizzazione di tettoie, pergolati e trasformazione a tetto della copertura. “Si apprende, inoltre, – si legge ancora nel documento – che nei pareri di diniego non sono riportati in dettaglio le eventuali norme non rispettate e le conseguenti motivazioni (L. 241/90) che giustifichino un giudizio negativo, e quindi il blocco della pratica edilizia”. Trovato punta dunque il dito contro “taluni dirigenti che assumono indebitamente le vesti di “custodi” del patrimonio edilizio di questa città, e trincerandosi sulle prerogative concesse all’Ufficio, decide autonomamente di applicare le norme vigenti secondo un’autonoma e “singolare” interpretazione”.
Un modus operandi che non va certo bene ai professionisti del settore ma che a detta del -numero uno- dell’Ordine scoraggia anche i cittadini imprenditori dall’avviare qualsiasi iniziativa. Da qui la richiesta, ben circostanziata, che viene rivolta al Sovrintendente per cercare di individuare “univoci indirizzi e stabilire di comune accordo regole certe e precise sui temi inerenti la salvaguardia del Patrimonio edilizio, ambientale ed artistico di Messina, una città dove l’economia è diventata statica e priva di reali prospettive e politiche di sviluppo del territorio”. Per Trovato, evidentemente, un buona spinta verso il rilancio non può che essere data dal settore edilizio. (EDP)