Il Ministero della Salute, rispondendo a un esposto presentato dal comitato “No Biomasse – No Pirolisi”, ha evidenziato che gli impianti a combustione di rifiuti vanno sottoposti ad autorizzazione unica regionale, e non alla procedura semplificata. La lettera è stata inviata anche alla Procura di Messina
“In considerazione delle argomentazioni sollevate dall’esponente, si chiedono tempestivi chiarimenti in merito alla vicenda”. Così il Ministero della Salute si è rivolto al sindaco di Torrenova, Salvatore Castrovinci, riguardo le concessioni del comune per la realizzazione di tre impianti di pirolisi per la produzione di energia elettrica da CSS, il famigerato Combustibile Solido Secondario, ben noto anche nella valle del Mela. Le ditte sono la Nautilus, la Multiecoplast e la New Energy Srl. L’esposto è stato presentato al Ministero da Angelo Corpina, componente del comitato “No Biomasse – No Pirolisi” di Torrenova.
La vicenda
A far scoppiare l’ennesimo caso ambientale sulla costa tirrenica è stata la volontà, emersa nelle sedi istituzionali all’inizio di quest’anno, di costruire ben tre centrali elettriche che utilizzerebbero il CSS, combustibile ricavato dai rifiuti solidi urbani, nel territorio compreso tra Rocca di Caprileone e Torrenova – nelle contrade Cuba e Pietra di Roma – e San Marco d’Alunzio – in contrada Piano Stinco. Una soluzione veloce ed economica per abbattere i costi di smaltimento dell’umido, che costituisce la voce principale di tutte le spese dei comuni per la gestione dei rifiuti, ma che potrebbe avere un notevole impatto ambientale. Proprio per comprendere le possibili conseguenze del progetto si è così costituito il comitato “No Biomasse – No Pirolisi”, che ha iniziato una efficace campagna informativa, coinvolgendo la popolazione.
Lo scontro
È cominciato così una dura polemica tra il sindaco Castrovinci e i componenti del comitato, sostenuti anche da Legambiente Nebrodi e dai meetup del M5s. Il comitato chiede infatti al sindaco la sospensione delle concessioni per aprire un confronto: i progetti, secondo le concessioni rilasciate dall’amministrazione, verrebbero sottoposti a procedura abilitativa semplificata invece che all’autorizzazione unica regionale, che prevede la valutazione cumulativa, effettuata cioè analizzando l’impatto ambientale delle tre centrali come fossero una sola. La situazione ha anche generato una frattura nella minoranza: due componenti hanno scelto di sostenere l’amministrazione, anche se non ufficialmente; gli altri 3 sostengono invece le campagne del comitato. La tensione è salita ulteriormente quando, il 21 giugno, il comitato e Legambiente Nebrodi hanno organizzato un convegno sul tema, al quale hanno partecipato Salvatore Granata, Beniamino Ginatempo, Salvatore Durante ed Enzo Favoino, insieme a oltre 500 spettatori. In merito alla manifestazione, il sindaco Castrovinci ha parlato di allarmismo ingiustificato.
La lettera del Ministero
La risposta del Ministero della Salute all’esposto presentato da Corpina (nella gallery), ha però fornito un’ulteriore sponda al comitato. Il direttore generale, Raniero Guerra, ha infatti confermato che i tre progetti vanno sottoposti ad autorizzazione regionale unica, specificando che, trattandosi di impianti alimentati da rifiuti, è questa l’unica procedura lecita di autorizzazione, anche quando gli stessi non superano determinate capacità di generazione. Il Ministero ha inoltre invitato il sindaco a “fornire tempestivi chiarimenti in merito alla vicenda”, che nel frattempo è diventata oggetto di un’interrogazione parlamentare promossa dal deputato del M5s Alessio Villarosa; quest’ultimo ha parlato di “sospetto fondato di un tentativo di aggirare le norme”.
Parla Corpina
“Il nostro è un no a qualunque tipo di impianto, perché a non convincerci sono le modalità messe in atto”. Angelo Corpina, l’autore dell’esposto, è perentorio sulla vicenda. “Gli assensi concessi dall’amministrazione avrebbero eluso la legge, come il Ministero stesso ha fatto notare nella sua lettera, inviata anche alla Procura della Repubblica di Messina. Preciso inoltre che una delle tre centrali non funzionerà con la pirolisi, mentre uno sarà a combustione libera in caldaia. C’è ancora da aggiungere che le tre ditte interessate fanno capo a una grande impresa, che da settant’anni si occupa di gestione e smaltimento dei rifiuti a Torrenova e dintorni. Gli impianti sono il naturale completamento di una filiera, e tra l’altro si trovano stranamente vicine ad alcuni centri di compostaggio dei rifiuti della zona”.
Possibili sviluppi
“Prevenire è meglio che curare” – conclude Corpina – “è necessario che il sindaco faccia un passo indietro. Lasciamo che le istituzioni svolgano le loro verifiche. Dopo, vedremo se i progetti riusciranno a superare le procedure di VIA – Valutazione di Impatto Ambientale – e VAS – Valutazione Ambientale Strategica. Intanto, però, è opportuno ritirare ogni forma di assenso alla costruzione di questi impianti”. Attualmente è anche in corso una querela tra la ditta Nautilus e il comitato.
Giovanni Passalacqua