La commedia teatrale “Figlie di E.V.A”, con Maria Grazia Cucinotta, Vittoria Belvedere e Michela Andreozzi, al Teatro Vittorio Emanuele di Messina, con un triplo appuntamento: venerdì 29 novembre, sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre.
Maria Grazia Cucinotta, Vittoria Belvedere e Michela Andreozzi sono tre donne in crisi per amore di uno stesso spregiudicato uomo, per vendicarsi del quale decidono, furbamente, di allearsi. Lo racconta la commedia teatrale “Figlie di E.V.A”, che debutterà al Teatro Vittorio Emanuele di Messina con un triplo appuntamento: venerdì 29 novembre, sabato 30 novembre e domenica 1 dicembre.
Lo spettacolo, che da tempo sta ottenendo grandi consensi su tutto il territorio nazionale, proseguirà poi con altre due date: giovedì 5 dicembre al Teatro Metropolitan di Catania e venerdì 6 dicembre al Teatro Mandanici di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina).
La pièce, che ha la regia di Massimiliano Vado, rappresenta anche un atteso ritorno a casa per la messinese Maria Grazia Cucinotta, che la città attende impaziente.
I 5 spettacoli sono organizzati dall’agenzia Euphonya Management di Dario Grasso.
Prevendite: www.ticketone.it– www.tickettando.it– www.ctbox.it
Presentazione:
Tre donne sull’orlo di una crisi di nervi sono legate allo stesso uomo, un politico spregiudicato, corrotto e doppiogiochista, candidato premier delle imminenti elezioni.
Elvira è la sua assistente perfetta, Vicky la moglie e Antonia la ricercatrice universitaria che sta aiutando il figlio del politico a laurearsi.
L’uomo dopo averle usate per arrivare in vetta, le scarica senza mezzi termini. Le donne, dopo un tentativo di vendetta personale che nessuna di loro riesce a portare a termine, pur conoscendosi appena e detestandosi parecchio, si uniscono per vendicarsi tutte insieme.
Ingaggiano un giovane, bellissimo e sprovveduto attore squattrinato, Luca, e come tre streghe usano tutti i loro trucchi per trasformarlo ne “l’uomo perfetto”: lo istruiscono, lo sistemano e lo preparano, fino a fare di lui un antagonista politico così forte da distruggere il cinico candidato premier proprio sul terreno in cui si sente più forte: la politica.