Suggestiva cerimonia per il conferimento del Dottorato di ricerca honoris causa al regista di “Nuovo Cinema Paradiso” da parte dell’Università degli Studi di Messina
“Sono profondamente e sinceramente legato a questa città: Messina è stata fondamentale per la lunga corsa verso l’Oscar di “Nuovo Cinema Paradiso”, la considero oramai la mia terza terra d’adozione dopo la mia Bagheria e Palermo”. Rinviata di qualche giorno a causa della scomparsa del grande regista Ettore Scola, l’attesa cerimonia di conferimento del Dottorato di Ricerca honoris causa a Giuseppe Tornatore da parte dell’Università degli Studi di Messina ha avuto luogo alla presenza di un gran numero di appassionati, accorsi nell’Aula Magna del Rettorato per presenziare ad uno dei momenti più suggestivi della vita culturale cittadina degli ultimi anni. “Non posso che essere orgoglioso di essere stato scelto per un così significativo riconoscimento”, ha dichiarato il regista di “Baaria”, “ho una passione profonda per il mio lavoro, una professione svolta da trent’anni con la consapevolezza di voler esplorare costantemente mondi ed esperienze diverse: non ho mai realizzato due film “siciliani” consecutivamente, ho sempre cercato di evitare formule preconfezionate di sicuro successo. Seguo nella mia produzione una linea zigzagante per illudermi di trovarmi ogni volta nella condizione di un esordiente alle prese con la propria opera prima: la creatività risiede nella paura, nella mia carrira ho sempre evitato tutte le sicurezze”.
Il regista ha anche accennato brevemente al suo ultimo lavoro, “La corrispondenza”, attualmente nelle sale: “I miei film dividono sempre il pubblico in due diverse fazioni, non mi spaventano le critiche ricevute. Ho letto numerose recensioni soprattutto in rete, dagli insulti alle riflessioni maggiormente meditate. Probabilmente solo “Nuovo Cinema Paradiso” è riuscito a conciliare le diverse anime che puntualmente si scontrano nel giudizio sul mio cinema. “La corrispondenza” verrà presto distribuito anche in Giappone e in Spagna, vedremo con il passare dei mesi quale sarà il suo futuro; con questo film volevo esplorare la relazione tra l’esistenza umana e la tecnologia, ho aspettato a lungo prima di realizzarlo poiché consideravo necessari alcuni fondamentali presupposti di ordine puramente tecnico”. Prima della cerimonia un piccolo accenno ai propri studi: “Sono grato ai miei insegnati del liceo, non ho mai frequentato l’università dopo la mia iscrizione alla facoltà di Lettere Moderne”.
La scena si sposta dunque nell’Aula Magna, dove vengono esposte le ragioni del conferimento del Dottorato di ricerca honoris causa in Scienze Sotirche, Archelogiche e Filologiche. Dopo i saluti istituzionali del Magnifico Rettore Pietro Navarra e del professor Mario Bolognari, oltre alla visione di un breve filmato realizzato da Fabio Schifilliti e Ninni Panzera, è il turno del lungo intervento del professor Vincenzo Fera: il cinema di Tornatore come continua riscrittura e operazione filologica per un percorso storico ed etnografico venato dalle allegorie e dal gusto per il paradosso. Fera ricorda gli scambi culturali di Tornatore con illustri siciliani come Sciascia, Bufalino e i concittadini Buttitta e Guttuso per argomentare in un secondo momento una suggestiva rilettura di “Nuovo Cinema Paradiso” come il ritorno ad Itaca del protagonista Totò-Odisseo. La lectio doctaralis di Tornatore, dunque, come dichiarazione d’intenti del proprio percorso professionale: “Solo in queste occasioni mi rendo conto di quanto ho fatto nella mia vita, del lungo cammino affrontato. Quando ho ricevuto l’Oscar ho avuto l’onore di poter conoscere un grande cineasta come Akira Kurosawa che, in occasione del premio alla carriera, aveva dichiarato come fosse impossibile rintracciare la vera essenza del cinema. Sono profondamente d’accordo con lui, la traduzioni in immagini della parola scritta rappresenta ancora oggi la sfida più grande per qualsiasi regista. Ogni film deve convincere una moltitudine di persone per poter ottenere il diritto di cittadinanza nel mondo del cinema, un percorso complesso ed irto di ostacoli: un regista deve difendere le proprie idee, proteggendole come si farebbe con un bambino esposto ad ogni sorta di pericolo. Viviamo un’epoca di grandi trasformazioni, è in atto in questo momento una nuova rivoluzione tecnologica nel mondo del cinema: tutto parte da un’idea la cui origine è spesso sconosciuta per poi divenire parola scritta, sceneggiatura, e solo alla fine immagine. In questo percorso l’intero senso del nostro mestiere: l’essenza del cinema resta, tuttavia, un territorio ancora sconosciuto”.
Domenico Colosi
Curioso. L’università che non riesce a “dare fama” ai propri dottori di ricerca, perché posti e risorse sono a vantaggio quasi esclusivo dei figli dei docenti, premia una personalità famosa. Non è stato, infatti, l’ateneo a onorare un grande maestro del cinema, ma è il grande maestro a onorare l’ateneo, accettando il riconoscimento.
Curioso. L’università che non riesce a “dare fama” ai propri dottori di ricerca, perché posti e risorse sono a vantaggio quasi esclusivo dei figli dei docenti, premia una personalità famosa. Non è stato, infatti, l’ateneo a onorare un grande maestro del cinema, ma è il grande maestro a onorare l’ateneo, accettando il riconoscimento.
mentre i dottori di ricerca preparati vanno via
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