Il Governatore Musumeci e l'assessore Samonà pronti a chiedere deroghe per il mondo della cultura: no al coprifuoco in Sicilia, ancora non serve
Per il Governo regionale siciliano l‘industria dello spettacolo in Sicilia può andare avanti, almeno per il momento. Raccogliendo le proteste degli operatori del settore, ieri sera al Tg2 Post il Presidente della Regione Musumeci ha spiegato che chiederà al Governo nazionale una deroga al coprifuoco stabilito per cinema, teatri e attività di ristorazione.
Per il Governatore siciliano oggi l’andamento epidemiologico in Sicilia è sotto controllo e non servono misure drastiche come quelle decise a livello nazionale, a patto che i settori rispettino i protocolli di sicurezza:
“Quando il dato epidemiologico ci metterà in condizioni di non poter consentire queste attività saremmo le prime a chiudere, ma per adesso perché farlo”.
“Il governo nazionale riapra immediatamente i teatri, i cinema e tutti i luoghi della cultura e modifichi il dpcm Conte nella parte in cui dispone la chiusura di bar e ristoranti alle ore 18, delle palestre, dei centri culturali e sportivi e delle piscine – gli fa eco l’assessore alla Cultura Alberto Samonà
Un simile provvedimento non tiene conto del fatto che non si può contrastare l’emergenza covid, condannando a morte centinaia di migliaia di attività e gettando nell’incertezza milioni di persone che adesso non sanno più cosa inventarsi per sopravvivere”.
“Il Dpcm ci lascia perplessi per quanto riguarda la chiusura alle 18 di ristoranti, bar, pizzerie. Determina situazioni penalizzanti. La realtà della Sicilia in questo momento non è come quella di alcune regioni del Nord. Perché allora se in questo momento è possibile far lavorare alcune categorie non lo si deve fare? Stare in un teatro o in un cinema a tre posti di distanza è una cosa che si può fare. Così come è più sicuro sedersi a tavoli distanziati di un metro piuttosto che stare in piedi”, rincara la dose Musumeci.
” Il Governo deve riaprire il confronto con le regioni, non relegandole a mere destinatarie di provvedimenti calati dall’alto, ma riconoscendone il loro ruolo di cerniere indispensabili con il Paese reale. Questo diventa improcastinabile in quelle regioni autonome, proprio come la Sicilia, in cui vi è competenza concorrente con lo Stato in materia sanitaria“, chiosa l’assessore Samonà.
Samonà cosa vule che le dicano i siciliani?
La prossima volta si ricordi di dire a Salvini di non fare cadere il governo nel quale lui stesso era ministro degli interni e al quale sembrava essere riuscito ad imporre la propria linea.
Se scappi in panchina per paura di giocare poi non dovresti “rompere gli zebedei” a chi è rimasto in campo.