Presentato il volume scritto dal giornalista Antonio Gerbino e dall’architetto Francesco Santalucia nell’ambito dell’VIII edizione del Festival delle narrazioni quest’anno dedicato al tema “CustoDire la Bellezza”
GIARDINI NAXOS. La Sicilia e il suo patrimonio culturale sono stati il filo conduttore degli appuntamenti organizzati da Naxoslegge e dal Parco Archeologico di Naxos-Taormina nell’ambito dell’VIII edizione del Festival delle narrazioni quest’anno dedicato al tema “CustoDire la Bellezza”.
E la presentazione del volume “Il Patrimonio degli Equivoci. Allarme beni culturali in Sicilia”, scritto dal giornalista Antonio Gerbino e dall’architetto Francesco Santalucia, ha offerto una ulteriore occasione per riflettere sulla storia a tratti drammatica e surreale del patrimonio culturale siciliano, densa si scelte politico-amministrative suicide, di sprechi e mancati investimenti, offuscata da inadempienze, abusivismo e degrado. «Sono passati oltre quarant’anni – ha spiegato Gerbino- dal trasferimento dei poteri in materia di beni culturali dallo Stato alla Regione Siciliana, ma dal 1975 ad oggi la promozione dello sviluppo culturale e la tutela del paesaggio e del patrimonio storico – artistico di fatto sono stati fortemente insufficienti». «Il risultato – ha sottolineato Santalucia – è che uno dei patrimoni culturali più considerevoli al mondo viene gestito in maniera fallimentare».
Con gli autori sono intervenuti Roberto Ferrari, direttore “Cultura e Ricerca” della Regione Toscana;Fabio Granata, assessore alla Cultura di Siracusa; Vera Greco, direttore del Parco archeologico di Naxos Taormina; Fulvia Toscano direttore artistico di Naxoslegge. «L’enorme patrimonio culturale siciliano – ha spiegato Granata – presenta delle criticità ma ha anche una legislazione regionale all’avanguardia soprattutto per quel che riguarda i parchi archeologici e gli strumenti di tutela paesaggistica e culturale. Bisogna, dunque, cogliere gli elementi positivi per mettere a punto nuove politiche che riescano a far perdere quote di sovranità alla Regione a favore degli enti territoriali o delle associazioni riconosciute che abbiano competenza in materia di valorizzazione e tutela del patrimonio».
Il libro ripercorre gli ultimi quarant'anni di vicende siciliane, rileggendone la storia ed evidenziando, attraverso una attenta e certificata ricostruzione d'inchiesta, le contraddizioni e i limiti di una politica che si è rivelata disastrosa. L’occasione di crescita che l’autonomia aveva offerto alla Sicilia è stata vanificata, secondo gli autori, trasformando i beni culturali in patrimonio degli equivoci. «Non tutto è perduto – ha affermato Ferrari – c’è ancora un modo per riscattarsi ed è quello di restituire il patrimonio culturale a un uso sociale, educativo, creativo per mezzo di istituzioni inclusive, reti innovative di partecipazione politica e sociale».
Ed è la mission che da anni porta avanti il Parco archeologico di Naxos Taormina: «Il Parco si propone come un hub culturale – ha spiegato il direttore Vera Greco – per creare quella consapevolezza, a partire dalla comunità locale, senza la quale non ci possono essere azioni. Finché ci saranno cittadini che custodisco i monumenti, le aree archeologiche e i beni culturali, che li sentono e li vivono come qualcosa che gli appartiene, il patrimonio culturale siciliano è salvo. E noi intorno al Parco di Naxos-Taormina vogliamo creare una rete di relazioni con il territorio e i cittadini per sviluppare e produrre attività di tutela e valorizzazione».