Autore di centinaia di canzoni destinate a fare scuola e a restare nella storia dell’arte dei suoni: “Sono molto contento di tre miei nuovi brani, uno sarà eseguito al prossimo festival di San Remo"
L’associazione nazionale consulenti e responsabili della sicurezza sul lavoro, ha organizzato sul lungomare di Patti una tavola rotonda, un breve spettacolo ed un concerto dedicato alla lunga e sfavillante carriera di Mogol, che dal palco, ha svelato il segreto del suo intramontabile successo.
L’iniziativa, inserita nel cartellone del Tindari Festival, gradita da un folto pubblico che in piedi ha ascoltato un repertorio di brani firmati dal poeta della musica italiana, eseguiti da Ugo Mazzei insieme a Sara Ricciardi. Camicia azzurra e sguardo vivace, autore di centinaia di canzoni destinate a fare scuola e a restare nella storia dell’arte dei suoni.
Mentre mi muovo verso questo personaggio che affabilmente mi invita a sedere accanto a lui su un muretto, cerco, frugando nella mia memoria, di stabilire quale possa essere il suo capolavoro, “ La canzone del sole?”, oppure “I giardini di Marzo?” o ancora “ Pensieri e parole?”, brani frutto della magica sinergia con Lucio Battisti, gli sorrido da lontano e canticchio “ Io ho in mente te” ricordandomi l’Equipe 84, mi siedo rammentando “ A chi” con la roca voce di Fausto Leali, e infine canticchio il brano che mi commuove di più “ L’arcobaleno”, cantato da Adriano Celentano su melodia di Gianni Bella. Non sapendo come stabilire un primato tra tanta bellezza, chiedo aiuto al creatore.
Tra le sue canzoni, la più amata?
“ Non so scegliere, sono legato a molte ma non ho una preferenza assoluta".
Tra i brani scritti da altri autori?
“ Il Cielo in una stanza” di Gino Paoli.
Hikmet scriveva: “ Il più bello dei nostri mari è quello che non navigammo”. Potrebbe essere vero anche per Mogol?
“Sono molto contento di tre miei nuovi brani, uno sarà eseguito al prossimo festival di San Remo".
La sua carriera è impressionante, quale è stata la formula magica?
“Da secoli viviamo tutti gli stessi sentimenti. Il motivo del mio successo è semplice: la sincerità nella scrittura, solo questo permette di trasmettere emozioni".
L’onestà sicuramente, anche essere un musicista potrebbe servire?
“Non è necessario conoscere le note per un autore di testi, l’essenziale è sentire la forza evocativa dei suoni".
“L’essenziale è invisibile agli occhi”, come si pone Mogol di fronte a Dio?
“ Con gratitudine. Ho avuto una vita avventurosa e spesso ho corso dei rischi. In Turchia su una piccola barca ho affrontato il mare forza 8. Ho percorso insieme a Lucio Battisti mezza penisola andando da Milano a Roma a cavallo, nei promontori abruzzesi abbiamo avuto imprevisti da brividi. Nelle circostanze più pericolose ho sempre sentito la presenza di Dio".
Lei è famoso in tutto il pianeta, il preferito tra i tanti riconoscimenti?
“A Boston in autunno mi sarà conferito un premio che vedrà il parlamento del Massachusetts riunirsi per l’occasione. In California sarò ospite della celebre Università per un tributo dal titolo “ Berkeley incontra Mogol”. Ci sarebbe pure una mia candidatura al Nobel, ancora in fase iniziale, servono molte scartoffie".
Posso dare un suggerimento ad una persona che spero saluterà il re di Svezia?
“Sarebbe gradito”
Tra i suoi testi, uno dei più noti ha come titolo” 29 Settembre”. Perché non scrive “17 Agosto”, che è la data del suo compleanno ed anche del mio?
“Non ci avevo pensato. Chissà… A me il 17 ha portato bene, a lei?".
Come ha scritto lei : “ il mio discorso più bello e più denso, esprime con il silenzio il suo senso”.
Il poeta ci saluta cordialmente e sale sul palco. Sulle note di “ Un’avventura” batte il tempo con il piede e sorride. Sperando che il Nobel arrivi, lo immaginiamo a cavallo partire alla volta di Stoccolma, con il telefonino in mano dire a Bob Dylan “ Ciao sono Mogol, io ho trovato il tempo per fare un viaggio verso la Svezia".
Marina Romeo