Eretta tra il 1150 e il 1200, durante il regno normanno di Guglielmo II il Buono, probabilmente sui resti dell’antico tempio pagano di Nettuno, la chiesa sorgeva nei pressi di uno dei luoghi più importanti della città: la -darsena-.
A guardia di questa zona più interna del porto, dove si custodivano le imbarcazioni, stava la fortezza di Castellammare, per questo l’edificio era stato definito Chiesa della SS. Annunziata di Castellammare.
Nel 1270 fu affidata all’ordine monastico dei Domenicani, proprio negli stessi anni in cui arrivò a Messina, al seguito di Pietro III d’Aragona, il primo nucleo significativo di Catalani.
Restaurata in epoca aragonese, elevata al rango di cappella reale, veniva assegnata ad un ordine o confraternita a discrezione dei vari re che si succedevano nel tempo. Per il notevole ruolo svolto dai mercanti catalani nella vita economica, militare ed istituzionale della città, Ferdinando il Cattolico, concesse loro la Cappella Reale della SS. Annunziata di Castellammare che da allora fu detta dei Catalani (fine XV sec. – inizi XVI sec.).
L’Arciconfraternita valorizzò la Chiesa con cospicue opere d’arte, sfortunatamente non più conservate in sito, come la famosa Andata al Calvario di Polidoro da Caravaggio (Fig. 1), oggi esposta al Museo di Capodimonte di Napoli. Quando nel 1507 terminò il regno d’Aragona la Chiesa passò in mano al senato messinese. Il 28 dicembre 1908 l’edificio fu miracolosamente risparmiato dal terremoto che, al contrario, fece crollare tutte le aggiunte di epoche successive riportando alla luce la struttura architettonica originaria. Dal 1926 al 1932 si procedette ai lavori di restauro e consolidamento statico, diretti dal Soprintendente ai Monumenti, Francesco Valenti.
Attualmente la Chiesa dei Catalani è uno dei tesori meglio conservati del patrimonio storico-artistico messinese, nonché uno dei pochi monumenti sopravvissuti alle catastrofi naturali, infatti il complesso architettonico si presenta fortemente ribassato rispetto al piano stradale attuale, dal
momento che Messina è stata totalmente ricostruita sulle proprie macerie.
La chiesa presenta un impianto basilicale a croce latina con tre navate che si concludono in tre absidi; le due laterali sono completamente inglobate nello spessore murario, esternamente, infatti, vediamo solo il settore absidale centrale: il transetto è sormontato da una sola cupola dal tamburo cilindrico ornato con arcate cieche su colonnine e strette finestre che creano una geometria decorativa equilibrata e dinamica; la fascia in pietra bicolore che orna il loggiato, sottolineandone l’andamento regolare, richiama alla memoria suggestioni decorative bizantine innestate in una soluzione architettonica normanna. All’interno sono evidenti chiari elementi appartenenti a diverse culture artistiche; la navata principale presenta una copertura con volta a botte tipicamente bizantina, così come testimonianza dell’influenza orientale sono gli spessi strati di calce e i lunghi mattoni che si trovano nella zona originaria del complesso; le colonne incassate dell’abside maggiore e alcuni capitelli attestano l’influsso arabo; le strette ed alte finestre delle navate e della cupola sono tipicamente normanne.
A seguito di un terremoto che in epoca medievale causò il crollo della parte anteriore della chiesa, la lunghezza delle navate venne ridotta quasi della metà e venne riedificata la facciata composta da tre portali: il centrale, sormontato dallo stemma di Catalogna, è centinato, mentre i laterali sono architravati con capitelli di imitazione tardo-romana. Nel sottosuolo c’è la cripta che si snoda sotto il transetto ed è costituita da più locali di cui il principale ha forma rettangolare ed è coperto da una volta a sesto ribassato.
Questo coacervo di culture artistiche rende la Chiesa della SS. Annunziata dei Catalani un monumento atipico ed unico nel suo genere, un vero tesoro per la cultura storico-artistica messinese.
Cristina Pagliaro Ass. Diquadalfaro