Dal femminismo alla condizione femminile nei Paesi islamici
L’undicesima giornata dell’Horcynus Festival si apre con l’incontro con Khadija Al-Salami, regista di -Amina-, e Aida Schlaepher, regista di -Gangs of Baghdad-. Entrambi i film, crudi nel loro descrivere realtà dure e lontane dalla nostra, eppure umane e attualissime, sono stati proiettati ieri.
La prima serata ritorna sulla retrospettiva -’68/’78 – Gli anni selvaggi-, con la proiezione del film -Vogliamo anche le rose- (2008) di Alina Marazzi (nella foto), regista di documentari televisivi a carattere sociale, che si è segnalata all’attenzione della critica e del pubblico (ottenendo un consenso unanime) con la sua prima opera -Un’ora sola ti vorrei-. -Vogliamo anche le rose- ripercorre, attraverso i diari di tre donne, Anita, Teresa e Valentina, le strade del femminismo.
A seguire (intorno alle 22,30), il dibattito -La rivoluzione non è un pranzo di gala-, conversazione che vedrà coinvolte la stessa Alina Marazzi e la giornalista Franca Fossati (una tra le fondatrici del Movimento femminista), con la moderazione della giornalista Fabrizia Bagozzi . Tema del dibattito: le ragioni del Movimento femminista e i cambiamenti che esso ha subito con il trascorrere degli anni.
In terza serata continua la rassegna -Mare di cinema arabo- diretta da Erfan Rashid, con due cortometraggi e un documentario provenienti dal Bahrein. -Ghib- (Assenza) di Mohamed Rashid Bu-Ali, -Asshaa- (La cena) di Hussain Al Refaei e -Hikaya Bahrainiya- (Una storia del Bahrain) di Bassam Al-Thawadi, tutti e tre per il percorso -Il pianeta è donna-, in perfetta sintonia con il tema dell’intera giornata del Festival.