Da Messina al Belgio per la danza, Valeria Saija: "Sto vivendo il mio sogno"

Da Messina al Belgio per la danza, Valeria Saija: “Sto vivendo il mio sogno”

Giuseppe Fontana

Da Messina al Belgio per la danza, Valeria Saija: “Sto vivendo il mio sogno”

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domenica 09 Giugno 2024 - 08:31

Partita dallo Stretto, ha coltivato la propria passione in mezza Europa, senza dimenticare mai le proprie origini: "La mia terra mi manca, bisogna aiutare i talenti a emergere"

Partire da Messina per vivere il proprio sogno, anche se a distanza di centinaia di chilometri e con un pensiero alla propria terra che non svanisce mai. Valeria Saija (figlia dell’allenatore Angelo Saija, conosciuto nell’ambito del calcio dilettantistico messinese) è una ballerina che come tanti giovani messinesi ha salutato la Sicilia e lo Stretto per continuare a coltivare la propria passione, diventata poi molto di più. Lo ha fatto con un lungo percorso fino al Belgio, dove ora vive. Un sogno diventato realtà, per Valeria, che porta con sé, con orgoglio, le proprie origini, senza dimenticare mai da dov’è partita.

La passione per la danza nata da bambina

“Sin da bambina ho coltivato la mia passione per la danza come fosse qualcosa di prezioso, con determinazione, impegno e sacrificio – ha spiegato Valeria Saija -. Vorrei per una volta menzionare tutte le belle persone incontrate nel mio percorso, che mi hanno resa ciò che sono. A partire dai miei genitori, che sono sempre stati il mio punto di forza e il mio sostegno, grazie. Il mio percorso ha avuto inizio all’età di 7 anni in una scuola danza guidata da Gabriella Bonaccorso. Lì, piccolissima, ho scoperto un po’ della dolcezza del movimento. Ho continuato con le danze sportive nella scuola di danza ‘Maracaibo’ diretta da Debora Siracusano Raffa, lì ho abbattuto timidezza e solidificato la confidenza di mostrarsi a un pubblico e a una giuria. E alla fine, nella vita da danzatore, si è sempre chiamati a farsi scegliere, a saper mostrare chi si è attraverso l’espressione del movimento”.

Un lungo percorso di studi

La danzatrice continua: “In questi primi anni ho capito di voler cominciare un percorso diverso, allora ho iniziato l’Accademia di danza di Emma Prioli, studiando tutte le discipline che potessero aiutarmi a crescere. È qui che ho incontrato, grazie alla danzatrice/coreografa/insegnante Claudia Bertuccelli, la danza contemporanea. Da quel momento decisi di seguire la sua guida nella scuola ‘Oltredanza’, insieme a Tilia Ruggeri. Insieme a loro e grazie al loro amore, alla loro attenzione, alla loro professionalità, preparazione e umanità, ho passato i momenti più belli e più puri del mio percorso di formazione. Una base solida e forte che mi ha sostenuta fino ad oggi. È con loro che ho conosciuto quel che dovevo, e appreso quel che potevo, per poter arrivare ad un livello di preparazione adeguato per studiare in una delle Accademie più conosciute a livello europeo, Sead (Salzburg Experimental Academy of Dance), in Austria”.

Poi un lungo percorso in mezza Europa: “Conseguito il diploma di 4 anni di formazione professionale, ho iniziato a lavorare come danzatrice professionista in Germania e in Lituania come freelance. Per conseguire il mio diploma ho studiato e messo in scena un assolo di uno dei danzatori più conosciuto a livello internazionale, Nicolas Vladyslav, e da quel momento abbiamo lavorato insieme fino ad oggi. Da lui ho imparato il controllo del mio corpo, la forza, e la grande semplicità d’anima. Oggi abbiamo creato insieme un duo che speriamo di portare un giorno a Messina e in Sicilia, perché parla appunto delle nostre origini e tradizioni. Attualmente lavoro per una delle compagnie del Belgio più conosciute, di nome ‘Voetvolk’, diretta da Lisbeth Gruwez e Maarten Van Cauwenberghe, ancora in tournée internazionale con lo spettacolo ‘Nomadics'”.

Valeria Saija: “Vivo già il mio sogno”

“Posso dire di vivere già il mio sogno – ha spiegato poi Valeria Saija -, non ho mai preteso di arrivare troppo in alto, ho sempre lavorato per mantenere i miei studi e la mia vita fuori dal mio Paese. E adesso posso dire di vivere grazie a ciò che più amo fare. Questo mi basta”. Ma è inevitabile, per chi vive lontano e porta lo Stretto nel cuore, rivolgere un pensiero “indietro”, a ciò che ci si è lasciati alle spalle: “La Sicilia e Messina? Se ci penso mi intristisco. Mi piacerebbe aprire gli occhi di chi ha il potere di cambiare e di migliorare la vita degli artisti, la vita dei giovani che aspirano a qualcosa che non riescono a trovare nella propria terra. Abbiamo talenti, professionalità e grandi lavoratori a Messina, ma non hanno lo spazio e le opportunità per crescere, e allora diventa normale e necessario evadere. Mi manca la mia terra? Certo, e mi piacerebbe poter portare le mie conoscenze e la mia esperienza nei teatri e nelle strade di Messina ma lo vedo come un evento un po’ lontano e difficile”.

Il messaggio

Il messaggio della danzatrice è chiaro: “Poter lavorare e vivere di questo mestiere a mio avviso è molto difficile, mancano i fondi, gli aiuti e le opportunità per ogni tipo di persona. Quello che penso è che le persone con vere conoscenze, qualificate e umili, sono sempre sotterrate da persone di bella presenza che a volte non hanno un reale valore e che emergono grazie a interesse, conoscenze e smielate relazioni. La danza è mia, è qualcosa che ho costruito, lavorato, coltivato, amato. Il modo più facile e più profondo di comunicare è il corpo, ed è incredibile scoprire di cosa si è capaci di fare di sé stessi con amore, sacrificio, determinazione, umiltà e sensibilità. Non ho un sogno perché il mio lo sto già vivendo. Non ho bisogno di altro, adesso ho il mio lavoro fino a quando vorrò e potrò, e la mia famiglia che è là sempre ad accogliermi quando torno a casa”.

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