Da Messina al Regno Unito e ritorno: Vittoria Coletta e la sua micro-distilleria a Montagnareale

Da Messina al Regno Unito e ritorno: Vittoria Coletta e la sua micro-distilleria a Montagnareale

Giuseppe Fontana

Da Messina al Regno Unito e ritorno: Vittoria Coletta e la sua micro-distilleria a Montagnareale

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domenica 14 Aprile 2024 - 07:01

L'idea nata oltre dieci anni, quando la messinese si è chiesta come sarebbe stato un gin realizzato con le materie prime siciliane. Ora la sua impresa è realtà

MESSINA – Un viaggio lungo da Messina al Regno Unito con un’altalena di emozioni e scoperte che l’hanno portata a un’idea, da realizzare però nella propria terra. Vittoria Coletta, messinese doc, si è lanciata nell’impresa di realizzare una micro-distilleria a Montagnareale in cui realizza il suo gin Sicily 40 gradi, in tre “varianti”: London dry, Lemon e Arancia e cioccolato. Una scelta nata durante il suo soggiorno tra Scozia e Inghilterra, dove è nata la sua passione per lo studio di questi prodotti, ma anche dei whisky e delle distillerie in generale.

La distilleria ha aperto i battenti a marzo

Adesso è partita con la sua avventura, basata soprattutto sulla purezza e sulla bontà delle materie prime siciliane: “L’attività è aperta da marzo e il gin si chiama Sicily 40 gradi. L’idea mi è venuta mentre lavoravo per la produzione di gin in Inghilterra, prima del Covid. Ho visto che si potevano fare gin ottimi anche senza materie prime di prima qualità. Così ho pensato: chissà cosa si potrebbe fare con le nostre materie prime siciliane, con le nostre scorze di limone e di arancia? L’idea non mi ha mai abbandonato. Così ho partecipato al bando Resto al Sud per accedere ai finanziamenti e ce l’ho fatta”. Un’idea simile a quella avuta da un altro messinese nel 2023, Gianluca Parisi detto “Hulk”, che ha realizzato, ma in modo diverso, il gin al fico d’india.

L’idea nata in Scozia

L’idea è nata, però, oltre dieci anni fa: “Io nel 2010 sono stata in Scozia per un dottorato di ricerca in Scienze forestali e ambientali. Mi sono appassionata al tema e ho iniziato a studiare i whisky. Mi sono iscritta alla facoltà di Edimburgo, che offriva l’occasione di frequentare e dare esami a distanza. Così mentre in Italia completavo il mio lavoro con alcuni assegni di ricerca mi sono anche laureata, acquisendo conoscenze tecniche sull’argomento. Superati i 30 anni sono andata via dall’Italia e sono tornata in Scozia: facevo la guida nelle distillerie, spiegando ai turisti il procedimento. Poi sono andata a Tonbridge (città della contea del Kent, in Inghilterra). Lì si produce gin e si assemblano vodka aromatizzata e rum di vario tipo”.

Vittoria è tornata in Sicilia prima del Covid

Vittoria è tornata pochi mesi prima della pandemia: “Poi sono tornata nel dicembre 2019, poco prima del Covid. L’idea era di inserirmi nell’insegnamento pur non essendo la mia aspirazione primaria, ma l’ho fatto perché volevo tornare a vivere vicino alla mia famiglia. E poi avevo ancora in mente quest’idea della microdistilleria, ma ero scoraggiata non soltanto dai fondi da reperire ma anche dalla burocrazia. Ho iniziato a insegnare e sono tornata qui, ora vivo tra Patti e Montagnareale, dove vivevano un tempo i miei nonni”.

“Il laboratorio ha buone potenzialità”

Non è stato facile: “Un passo alla volta ho risolto tutta la questione burocratica e non è stato facile trovare il luogo giusto dove far nascere la distilleria. Ho avuto la fortuna di trovarne uno a Montagnareale e con diversi lavori è stato reso idoneo a ospitare un laboratorio piccolo ma con buone potenzialità. Ho un piccolo alambicco, ho uno strumento per la distillazione sottovuoto, altri strumenti di laboratorio. Magari chi lo vede pensa: ma che puoi fare? In realtà posso raggiungere pochi numeri. In questo momento ho scelto di produrre poche bottiglie ma di tre prodotti diversi, acquistabili online o tramite un ecommerce locale. E si può bere anche in un locale a Patti”.

Vittoria: “Vorrei farlo conoscere ai turisti”

Adesso la distilleria è realtà. Anche se è ancora agli inizi, Vittoria sa dove vuole arrivare: “Sono partita, non ho ancora avuto nemmeno il tempo di realizzare e di spingere sulla distribuzione, ma ciò che so è che non voglio espandermi. Mi piacerebbe l’idea di farlo conoscere ai turisti, magari che la zona fosse riconosciuta anche per questo gin con aromi mediterranei. Vero è che non è una nostra tradizione, ma con le nostre risorse naturali possiamo realizzare un buon prodotto. Mi piacerebbe che il gin venisse apprezzato a livello locale ma anche da chi viene da fuori”.

Il lungo viaggio e il ritorno

Riguardando indietro, Vittoria non si pente del suo percorso: “Ero scappata perché avevo conosciuto la realtà britannica. La vita è più semplice dal punto di vista lavorativo o dei servizi. Si sta bene e c’è più attenzione per l’individuo. Ero andata via per questo. Ma il richiamo di casa è qualcosa di potente. Abbiamo una bellezza che fuori non sempre si trova. E poi c’è la famiglia, non è da sottovalutare. Ho messo sul piatto della bilancia entrambe le cose e ha vinto il mio legame con la natura. Non mi sono pentita. Magari partendo qualche anno prima avrei messo radici, ma non saprei. Credo che il richiamo di casa sarebbe arrivato ugualmente”.

Il messaggio: “Sarebbe bello far rifiorire le città siciliane”

E infine un messaggio ai giovani: “Dico sempre che se non state bene è giusto partire, perché sono esperienze formative. Ma è bello anche tornare e portare qui ciò che si impara all’estero. I nostri paesi stanno morendo, sarebbe bello vederli rifiorire con tutte queste competenze e attività da fuori. L’artigianato è stato massacrato nel corso degli anni e capisco che non dipende soltanto da noi ma anche dalla politica. Però sarebbe bello, ecco, rivederli fiorire”.

Un commento

  1. Ciatto Giuseppe 15 Aprile 2024 08:46

    Bravissima…..

    0
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