Da Messina al Salone del Libro: fumetti, scrittura e un nuovo progetto per Irene Caltabiano

Da Messina al Salone del Libro: fumetti, scrittura e un nuovo progetto per Irene Caltabiano

Giuseppe Fontana

Da Messina al Salone del Libro: fumetti, scrittura e un nuovo progetto per Irene Caltabiano

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domenica 28 Maggio 2023 - 08:01

La messinese ha girato l'Italia e il mondo. Ora porta avanti le sue opere da autrice e un doppio progetto: la casa editrice Re Artù e Kall Edizioni

TORINO – L’autrice e disegnatrice messinese Irene Caltabiano si gode la sua prima volta al Salone Internazionale del Libro di Torino e lo fa con un progetto che la vede in prima linea, in prima persona: quello della casa editrice Re Artù, al fianco della Kall Edizioni. Un doppio progetto ambizioso, nato ufficialmente un anno fa ma che in realtà poggia le basi su un lungo percorso, partito quando Irene ha lasciato Messina, oltre dieci anni fa.

Re Artù edizioni ufficialmente nata nel 2022

“Ci siamo costituiti ufficialmente l’anno scorso, nel 2022 – racconta Irene Caltabiano -. Con Re Artù edizioni eravamo prima un’agenzia editoriale, ma abbiamo deciso di fare un salto in avanti e costituirci come casa editrice. A Re Artù Edizioni affianchiamo un altro marchio, Kall Edizioni, che invece si occupa principalmente di fumetti. E io sono praticamente la direttrice artistica di questa parte, ma di Re Artù curo la parte grafica: copertine e impaginazioni. Sono più vicina alla parte fumetti per la mia formazione”.

“Un salto nel vuoto? – prosegue – Sì, ci vuole un po’ di coraggio per investire in un settore con grande concorrenza. Ma la cosa importante è trovare la propria strada, la propria linea editoriale precisa e sapere cosa vuoi. Ci siamo posti degli obiettivi e cerchiamo giorno dopo giorno di capire come distinguerci. Il nostro è un salto coraggioso, ci vuole grande impegno ma a piccoli passi arrivano i traguardi. Il Salone è uno di questi e avere il feedback del pubblico è stato stupendo. Questa è stata la cosa più bella: avere il riscontro diretto sulle opere, sulle illustrazioni, parlare faccia a faccia con i lettori”.

Il viaggio lontano da Messina a 21 anni

Irena ha lasciato Messina a 21 anni ed è lì che è iniziato il suo viaggio, fisico e non solo: “Prima ho fatto l’Erasmus in Spagna, poi sono stata a Bologna e ho fatto la tesi all’estero, a Los Angeles. Ho sempre viaggiato e questo poi mi ha portato a Roma, dove ho fatto un master in cinema e animazione. Tutte le arti però confluiscono e con il fumetto sono riuscito a far fondere le mie due anime, quella della scrittura e quella del disegno”.

Kall Edizioni: “Tutto nato da un collettivo”

A Roma il progetto prende forma da un gruppo di artisti: “Kall inizialmente era un collettivo. Ho studiato disegno e tecniche del fumetto per 3 anni e poi un anno di sceneggiatura di fumetto. Da quell’esperienza è nata il collettivo di fumettisti, che poi è diventata una casa editrice. E ora Re Artù e Kall Edizioni viaggiano insieme. Anche il mio compagno si è occupato da sempre di editoria: entrambi siamo stati autori e abbiamo visto cosa non ci piaceva, ci siamo detti come avremmo voluto fare la nostra editoria. E da qui siamo partiti per creare la nostra realtà e dettare le nostre regole. Vorremmo arrivare ad essere tra i migliori della media-piccola editoria, ma siamo consapevoli che il percorso sarà lungo e serviranno piccoli passi. Il nostro obiettivo è quello”.

“Messina è sempre con me”

Nonostante un percorso lungo e tortuoso, Irene non dimentica le sue origini: “Messina è sempre con me. Tutto il vissuto in riva allo Stretto, dove sono stata gran parte della mia vita, me lo porto dentro e influisce sempre in ciò che crei, anche se non direttamente. Come quando un autore scrive qualcosa non autobiografico: qualcosa dentro c’è sempre. Il mio legame con Messina da questo punto di vista è forte”.

Il messaggio: “Non chiudete le porte”

Anche per questo, alla domanda su cosa direbbe ai giovani che come lei ha fatto anni fa stanno cercando di capire se partire o restare, risponde: “Direi di mettersi sempre in gioco, di non avere mai paura di sperimentare. Allontanarsi da casa sì, ma si può anche tornare. Io non l’ho fatto ma ogni tanto ci penso e penso a quei miei amici che sono andati ancora più lontani di me: ma se tutti tornassimo a Messina e mettessimo le nostre competenze a disposizione, cosa accadrebbe? Potremmo forse dare un contributo. Il mio consiglio è questo: se volete partire fatelo, ma non per forza per costruire qualcosa fuori. Si può anche tornare, non chiudete le porte. Spesso si capisce di saper fare le cose soltanto mentre le fai”.

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