Un tempo erano palestra di vita e luoghi di aggregazione
“E’ severamente vietato, nel cortile, giocare a palla e introdurre veicoli di qualunque genere (Regolamento condominiale, art. 6)”. Il tabellone un po’ sbiadito, con scritte in rosso e in nero e dai margini arrugginiti, affisso con il fil di ferro su un cancello al numero civico 41 di via Aurelio Saffi, riporta indietro nel tempo molti lettori. Richiama tanti “ex ragazzi”, con un flashback, agli spensierati anni dell’adolescenza. A quel periodo della vita in cui il “cortile” rappresentava una grande occasione di aggregazione, socializzazione e amicizia, talvolta molto forte, quasi fraterna, soprattutto tra i giovani. Ma non solo.
“Area libera scoperta, insieme a uno o più edifici, per eliminare e ventilare gli ambienti interni”, lo definisce il mio vecchio o ormai ingiallito vocabolario, prezioso compagno di studi. Aggiungerei anche “palestra di vita” oltre che fisica e culturale. Fisica per le numerose attività che vi si svolgevano: in genere si giocava al calcio, si correva, si saltava sulla “campana” (‘a sciancatedda) e si andava in bicicletta mentre le fanciulle pettinavano e facevano parlare le loro belle bambole; culturale per lo scambio di pareri, opinioni, ragionamenti per lo più costruttivi che allora aiutavano a crescere, anche negli studi, nei confini di una corretta educazione tracciati con cura e amore dai genitori.
“Oasi”, questi cortili, che in particolare la domenica profumavano di… “ragù di secondo taglio” e che, come vere e proprie “cinture di sicurezza” proteggevano la crescita dei bambini da possibili insidie o “influenze” esterne.
Certo, cambiano i tempi, si modificano le abitudini, la tecnologia ha fatto salti da gigante e i cortili non fanno più parte dei “costumi” dei nostri ragazzi. Le innovazioni, la scienza tecnologica, i social, hanno fatto passi da giganti e se ne faranno tanti altri ancor più ampi e molto più rapidi (quasi da fare “paura”), come ha preannunciato nel suo ultimo libro anche Stephen Hawking, cosmologo, fisico, matematico, astrofisico, accademico e divulgatore scientifico britannico di fama mondiale.
Parlare del cortile oggi, nell’era dell’informazione veloce, quindi, farà certamente sorridere o addirittura ridere tanti ragazzi del Duemila che hanno “abbandonato” quei cortili talvolta “immersi” tra odorosi fiori policromi e piante mediterranee e oggi “assediati” da erbacce e rifiuti.
Il “vecchio cronista” sarà di certo additato come un nostalgico di un tempo che fu… E a questo cronista non rimarrà che accettare tale giudizio. Ma guardare quel tabellone dalla dicitura tanto “semplice” quanto ormai “fuori moda” quasi da fare arrossire, non può non far pensare un attimo. Non può non smuovere la coscienza di chi ha sempre amato e lottato per la nostra città. E di chi dovrebbe farlo in futuro. I giovani. Ciò che si vuol trasmettere, insomma, pubblicando la foto di questo cortile di via Aurelio Saffi (ma in città ne sono rimasti ancora tanti altri nonostante il trend edilizio sia quello di sfruttare ogni angolo per realizzare più appartamenti dai soffitti sempre più bassi) vuol essere solo un piccolo “messaggio” ai nostri ragazzi.
Fermatevi un attimo, alzate la testa dai vostri telefonini, non siate frenetici nel rincorrere un presente sempre più veloce, in esagerata evoluzione; abbiate cura di voi stessi, della vostra educazione. Morale e scolastica. Messina è vostra. Rispettatela. Difendetela da chi, giorno dopo giorno, la deturpa, la offende con tanti “gesti” che quei “cortili” insegnavano ad evitare. Siate voi, nuove generazioni, a battervi per arginare il degrado e l’arroganza che “infestano” la nostra bella Città. Fatelo a testa alta, rispettando l’ambiente e il prossimo, quindi voi stessi, e noi più anziani, con uno sguardo rivolto a quel cortile ricco di storia…
Cesare Giorgianni