Poste in chiusura, degrado nei cimiteri, erbacce, buche e fogne in strada. La triste fotografia del territorio

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Poste in chiusura, degrado nei cimiteri, erbacce, buche e fogne in strada. La triste fotografia del territorio

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giovedì 12 Marzo 2015 - 09:16

Otto consiglieri comunali propongono al civico consesso di impegnare il sindaco a farsi parte attiva presso Poste Italiane. Un lettore segnala il degrado del cimitero di Pezzolo. L’associazione Fare Verde denuncia un’emergenza sanitaria nel II quartiere. E a Sperone strade colabrodo non inserite tra quelle da rifare coi fondi Tasi

Poste Italiane vuole chiudere gli uffici di Pezzolo, Altolia, Cumia e San Saba e ridurre le giornate di apertura dell’ufficio di San Filippo Superiore. Un piano che non va giù agli abitanti, rappresentati da sindacati e circoscrizioni, e adesso anche ai consiglieri comunali Nicola Cucinotta, Francesco Pagano, Claudio Cardile, Benedetto Vaccarino, Simona Contestabile, Mariella Perrone, Carmela David e Carlo Cantali. “Il piano industriale – scrivono – non sembra confacente ad una società che gestisce i servizi postali in una condizione di sostanziale monopolio e sulla base di un contratto di programma siglato con lo Stato, che impegna la società a fornire servizi essenziali a fronte di ingenti contributi pubblici erogati a tal fine; il piano determinerà infatti la chiusura di molti uffici collocati in porzioni di territorio a bassa densità abitativa o, comunque, in villaggi già particolarmente disagiati poiché scarsamente collegati con il centro città e poco forniti di servizi”.

Hanno proposto al Consiglio comunale un ordine del giorno col quale impegnare il sindaco Accorinti “a farsi parte diligente presso Poste Italiane, affinché sia garantita l’effettività dei servizi essenziali per la popolazione residente nei villaggi di Pezzolo, Altolia, Cumia, San Saba e San Filippo, garantendo una razionalizzazione che non vada a discapito delle aree più svantaggiate della nostra città”. L’impegno riguarda anche la convocazione “con sollecitudine, di un tavolo di confronto con l’Azienda, presso l’ Aula Consiliare, alla presenza dei rappresentanti regionali dell'Anci, della deputazione Nazionale e Regionale, della Giunta Municipale, dei componenti del Civico Consesso, dei rappresentanti sindacali e dei cittadini”.

La chiusura degli uffici postali si inserisce in un contesto già di per sé difficoltoso. L’associazione ambientalista Fare Verde denuncia l’estremo degrado e l’emergenza sanitaria del II quartiere, in particolare nelle zone di Santa Lucia sopra Contesse, San Filippo e Minissale.

Il riferimento è, in particolare, ad una “situazione fognaria allarmante, con rivoli che sgorgano a cielo aperto e presenza di ratti, anche di notevoli dimensioni, che circolano nelle immediate vicinanze di abitazioni, in prossimità dei cassonetti, costituendo un grave pericolo per la popolazione residente soprattutto lungo il viale Arcobaleno nella parte antistante al distributore di benzina”. Ed ancora la mancata “scerbatura, soprattutto nel Torrente San Filippo, con nocumento anche per la circolazione stradale”.

L’associazione si rivolge al Comune, a Messinambiente e all’Asp, chiedendo “un immediato intervento di scerbatura, derattizzazione e razionalizzazione della rete fognaria, al fine di normalizzare la quotidianità dei residenti ed evitando pericoli sanitari per tutta la popolazione”.

Non va meglio nel I quartiere. Un nostro lettore, Nino Spuria, segnala le condizioni di degrado del cimitero di Pezzolo. “E’ in totale stato di abbandono – ci scrive -, sporco, pieno di erbacce e con strutture pericolanti”.

Da un capo all’altro della città, nel VI quartiere, il consigliere Massimo Costanzo segnala le assurde condizioni di via Archimede, a Sperone. “Povero scienziato – afferma il consigliere – a lui è stata intitolata una strada ridotta un colabrodo. Qui un corpo non riceva una spinta dal basso verso l'alto, ma solo verso il basso e con gravi conseguenze. Questa strada è fra quelle che non beneficerà dei lavori da eseguire con i fondi Tasi destinati ai quartieri”.

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