Dal bisturi alla penna, il chirurgo-scrittore di Taormina Mario D'Agostino si racconta INTERVISTA

Dal bisturi alla penna, il chirurgo-scrittore di Taormina Mario D’Agostino si racconta INTERVISTA

Carmelo Caspanello

Dal bisturi alla penna, il chirurgo-scrittore di Taormina Mario D’Agostino si racconta INTERVISTA

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sabato 01 Giugno 2024 - 07:55

Torna con "Il verso sbagliato": un intricato labirinto di misteri, segreti e vendette. "Il terzo libro? Singolari situazioni ospedaliere che meritano di essere ricordate..."

Mario D'Agostino
ASCOLTA L’INTERVISTA al chirurgo-scrittore Mario D’Agostino
Caspanello
di Carmelo Caspanello

TAORMINA – Dal bisturi alla penna. Il chirurgo taorminese Mario D’Agostino, già autore del lavoro editoriale “L’ombra delle pareti”, ritorna sulla scena letteraria con “Il verso sbagliato”, un thriller avvincente e ricco di colpi di scena. Questo secondo libro di D’Agostino si configura come un intricato labirinto di misteri, segreti e vendette, abilmente tessuto grazie a uno stile narrativo unico e a una capacità straordinaria di creare personaggi complessi e sfaccettati.
Un thriller coinvolgente. “Il verso sbagliato” inizia con la misteriosa scomparsa di Laura Vinci, un evento che sconvolge profondamente la vita dei suoi amici. La trama si sviluppa su due livelli temporali: il presente, in cui si cerca disperatamente Laura, e il passato, che rivela segreti sepolti e tradimenti tra il gruppo di amici coinvolti. Man mano che l’indagine procede, emergono verità nascoste che minano gli equilibri già fragili del gruppo, costringendo ognuno a fare i conti con le proprie colpe e a confrontarsi con le conseguenze delle proprie azioni.

L’intervista

Mario D’Agostino, lei è un chirurgo di professione. Cosa l’ha spinta a cimentarsi nella scrittura?
“Io penso semplicemente che talvolta dentro di noi ci sono delle storie troppo grandi, troppo ingombranti, per non essere portate su carta. Ognuno di noi, per quello che vede e sperimenta nel lavoro e nella vita privata, si nutre di storie. Talvolta queste storie si intrecciano e creano qualcosa che potrebbe stare alla base di un libro. L’idea ce l’hai, basta trovare il tempo per renderla digeribile su carta”.
Come concilia l’attività di chirurgo con quella di scrittore?
“Per fortuna sono campi abbastanza separati. Mi ha fatto ridere una signora che una volta mi ha detto: dottore, se io avessi letto il libro prima, non mi sarei fatta operare. Questo commento riflette come noi vediamo le situazioni a compartimenti stagni. In realtà, la persona che si muove sui due livelli è sempre la stessa. L’importante è provare a fare al meglio entrambe le cose”.

Parliamo del “Verso sbagliato”: amori, tradimenti, vendette. Non solo Laura la protagonista, bensì cinque amici.
“Sì, partirei dalla sua ultima considerazione. La protagonista non è solo Laura, che scompare, ma un gruppo di amici che si conoscono da tempo. La nostra vita è improntata sulle amicizie che affondano le radici nel passato. Ogni protagonista ha il desiderio di raccontare e confessare situazioni, ma ogni confessione comporta conseguenze. Questo è il cuore del libro: le scelte dei protagonisti influenzano le vite degli altri, e ci si domanda se si è dalla parte giusta o sbagliata della storia, da cui il titolo”.
Ci sono state ispirazioni reali per questa storia?
“Anche se coscientemente non lo facciamo, tutto quello che accade attorno a noi può essere materiale per una storia. Episodi realmente esistiti sono più difficili da definire, ma la storia è costellata di dettagli che attingono alla quotidianità. Ogni protagonista potrebbe dire che la propria storia è degna di un piccolo film. La realtà, a volte, sembra superare la fantasia”.

Come ha bilanciato il mistero e la rivelazione delle informazioni per mantenere alta la tensione narrativa?
“Questa è la domanda che ogni scrittore dovrebbe porsi. È il passaggio più difficile: rischiare di scivolare nelle banalità o forzare troppo la mano. La chiave è assecondare la storia e dare improvvise sterzate. La storia deve scorrere come un fiume con deviazioni importanti. Se il lettore continua a seguire, abbiamo centrato l’obiettivo. Se decide di abbandonare, abbiamo interpretato male la storia. La costruzione della storia è appassionante quando la vediamo con gli occhi dei protagonisti”.
C’è un messaggio che emerge da questo libro?
“Ogni scrittore mette qualcosa di sé nel libro e ogni lettore può fare una piccola valutazione sulla propria vita. La vita ci costringe a farci delle domande sulle nostre scelte. Siamo il risultato delle nostre decisioni e delle scelte degli altri. Questo libro invita a riflettere se le nostre azioni ci portano dove vogliamo o se ci allontanano dai nostri desideri”.
Siamo già al secondo libro, ce ne sarà un terzo?
“Sto lavorando a qualcosa di nuovo, lo rivelo a Tempostretto. Si figuri che non sa ancora niente nemmeno mia moglie (sorride, ndr). In ospedale capitano situazioni originali, particolari, equivoci, che meritano di essere ricordati. Sto raccogliendo episodi che potrebbero diventare un libro, non un thriller, sarebbe un disastro, ma una raccolta di aneddoti reali. Questo potrebbe essere il tema del mio prossimo libro”. Con “Il verso sbagliato”, Mario D’Agostino conferma il suo talento nel creare storie avvincenti, intrise di mistero e umanità. Un libro che promette di tenere i lettori incollati fino all’ultima pagina, in attesa del prossimo capitolo della carriera letteraria del chirurgo-scrittore di Taormina.

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