L'Isola ha fatto la sua "esercitazione" e l'ha persa. Tra eventi improvvisi e croniche mancanze. Serve una svolta sul piano dela prevenzione
SICILIA – La Sicilia ha fatto una grande “esercitazione” in tema d’emergenza. E non ne è uscita bene. Caos aeroporto di Catania, incendi, emergenze idriche ed elettriche, cronici problemi sul piano dei trasporti e delle infrastrutture. Vivere a Messina, Catania, Palermo, e in molte altre zone dell’Isola, è spesso una scommessa con la sorte. E la nostra classe politica e l’apparato burocatico-amministrativo hanno dimostrato tutti i loro limiti. L’impreparazione nella programmazione e nella prevenzione, nel campo della protezione civile, del contrasto ai piromani e degli interventi in caso d’intoppi improvvisi, seppure eccezionali come quello che è avvenuto a Catania, risulta oggettiva.
A questo punto, non ci si può limitare alle dichiarazioni di rito. Serve un’assunzione di responsabilità a tutti i livelli: maggioranza e opposizione, politica nazionale, regionale e locale. Basta proclami del giorno dopo. Esistono gli strumenti normativi, economici, tecnologici, scientifici e culturali per invertire la rotta? Noi crediamo di sì ma servono risorse e intelligenze al servizio di una nuova politica.
Meno retorica e più fatti. Meno impreparazione e più studio di ciò che non ha funzionato, grazie. Per far sì che la Sicilia sia davvero terra di turismo, cultura, ambiente e nuova economia, altro che Pnrr! Ci vuole un piano trentennale per invertire la rotta. E non dovrebbe essere tabù valutare pure d’archiviare la stagione dell’autonomia speciale, anche se questo richiederebbe l’attivazione delle procedure costituzionali previste dall’articolo 138. Vorremmo più Stato, ma uno Stato vero, in Sicilia, che si faccia carico, assieme a tutti noi, cittadini da responsabilizzare, dei mali e delle piaghe di questo tempo incerto, precario.
Inauguriamo una nuova stagione: quella dei pensieri lunghi e capaci di governare i processi, senza stupirsi che le nostre strade sia dissestate e che i piromani appicchino il fuoco. Serve una svolta e non c’è tempo da perdere.
Bisogna avere il coraggio di promuovere e sottoscrivere una proposta di referendum abrogativo per lo Statuto speciale della Regione Sicilia, in modo da fare cadere tutti i privilegi dei deputati siciliani e della loro cerchia.
Purtroppo tutte le strutture private e buona parte di quelle con partecipazione statale sono dimensionate affiche’ fruttino parecchio, senza alcun margine e non appena succede il minimo imprevisto vanno in crisi.
Le conseguenze le abbiamo viste tutti.
E, dobbiamo ringraziare il Prof. Giuseppe Zambellerti, un grande politico visionario, che istitui’ il Ministero della Protezione Civile, il cui mandato di un solo anno è mezzo, ha creato una macchina organizzativa ed efficiente, di cui si sono serviti tutti i Governi che si sono susseguiti, senza distinzione alcuna, e che la politica, nonostante ci abbia provato ad impossessarsene per altri fini, non ci é ancora riuscita, perché le sue fondazioni sono forti, e affidati in gran parte al glorioso Comando dei Vigili del Fuoco, un Corpo eroico, dotato di grandissime professionalità, e coadiuvato dagli uomini migliori delle Forze Armate e della Polizia, e da tanti volontari. Questo Ministero deve essere potenziato ulteriormente di uomini e di mezzi per salvaguardare le nostre comunità e i nostri territori, che non possono essere lasciati alla mercé di criminali efferati che imperversano nei nostri boschi per distruggere il nostro bene più prezioso, le vite dei nostri connazionali e la natura. E condivido il grido di allarme, lanciato dal Segretario nazionale del Codacons, Francesco Tanasi, di istituire una taglia di 50.000 euro, per chi segnala in flagranza di reato questi barbari del terzo millennio.
Il cardinale Lorefice di Palermo ha fatto una pesantissima accusa di ignavia ai poteri regionali, ma sui principali giornali silenzio assoluto, anzi assistiamo alla beatificazione di Musumeci e Tarantino, il primo presidente della Sicilia fino a due giorni fa, e come tale capi della protezione civile della Sicilia, andata a San Giovanni la punta e guardate i nuovi edifici della protezione civile Sicilia, non manca niente, tranne il necessario. Luigi raffaele il
Ancora chiuso, incompetenza assoluta, e i vari politici o governo Siciliano o Statale muti. Vergognatevi