Dal caso Papardo al blitz a Villa-Sofia, "sanità pubblica al collasso"

Dal caso Papardo al blitz a Villa-Sofia, “sanità pubblica al collasso”

Marco Olivieri

Dal caso Papardo al blitz a Villa-Sofia, “sanità pubblica al collasso”

sabato 11 Gennaio 2025 - 09:18

Il "viaggio" del Pd negli ospedali evidenzia un sistema allo sbando. In più. da due mesi due sale di cardiochirgia chiuse nella struttura messinese

MESSINA – Non solo il grido d’allarme per i circa due mesi di chiusura delle due sale operatorie di cardiochirurgia al Papardo di Messina. Sale sotto sequestro per l’indagine in corso sulle morti sospette. C’è anche l’appello a cambiare rotta in generale nelle politiche sanitarie, data la “cronica carenza di personale”, a rappresentare il filo comune del “viaggio” degli esponenti del Partito democratico negli ospedali siciliani. Sottolinea il deputato regionale Calogero Leanza: “Sia i sanitari presenti, sia la dirigenza, del Papardo hanno ammesso la cronica insufficienza di personale, soprattutto di quello medico. Ad esempio nel reparto di ematologia da mesi manca il primario, ruolo sopperito dal direttore sanitario, e mancano medici. Nel reparto di cardiochirurgia mancano almeno 5 medici. Situazione ancora peggiore nel reparto di ortopedia. Ed è stato sottolineato che, in assenza di adeguati finanziamenti, non si possono abbattere le liste d’attesa”.

In più, “a Messina attualmente non si possono effettuare interventi di cardiochirurgia e anche l’emodinamica è di molto rallentata per la mancata funzionalità delle due sale operatorie. Le uniche che servono le città e i 107 Comuni della provincia”, mette in rilievo il parlamentare del Pd..

Il caso Villa Sofia di Palermo, dopo il blitz di Schifani le dimissioni del direttore sanitario

Nel frattempo, si è dimesso il direttore sanitario dell’azienda Villa Sofia-Cervello di Palermo, Aroldo Gabriele Rizzo, in seguito al blitz del presidente della Regione siciliana. Queste le parole di Renato Schifani: “La mia sensazione è che i problemi siano vari, tra mancanza di personale e indici di grave disorganizzazione in senso lato. Nella mia visita inattesa a Villa Sofia, ho trovato un corridoio pieno di pazienti al pronto soccorso. Mi è stato detto che i locali in cui dovevano essere collocati erano in fase di ristrutturazione. Pretenderò di sapere da quanto tempo durano questi lavori e perché non si sono conclusi. Cercheremo di andare a fondo perché è giusto che questi interventi siano realizzati con la massima tempestività. Occorre tenere conto delle esigenze dei malati”.

Osservazioni non molto lontane dai toni critici dei parlamentari Dem, dopo le visite nelle strutture ospedaliere. “Pochi medici e infermieri, scarso il numero di operatori socio sanitari. Assenza di collegamenti tra i pronto soccorso e le strutture sanitarie territoriali, posti letto insufficienti. Il sistema sanitario pubblico siciliano è al collasso – afferma il segretario regionale Anthony Barbagallo – nonostante la grande abnegazione di medici e personale sanitario perché il centrodestra ha scelto lo smantellamento progressivo e inesorabile, a tutto favore del sistema privato”. 

Le denunce dei parlamentari Dem

Così il deputato regionale Antonello Cracolici dopo la visita all’Ingrassia di Palermo (nella foto): “Ci sono decine di pazienti in attesa e altrettanti ricoverati bloccati, anche per giorni, per essere ricoverati nei reparti. Occorre intervenire urgentemente sulle modalità organizzative del rapporto tra pronto soccorso, aree d’emergenza e i reparti. E anche sui tempi lunghi di attesa anche solo per avere una consulenza o refertare un esame. Con pazienti che stazionano le aree del pronto soccorso creando quell’effetto di caos e intasamento. Bisogna inoltrare constatare che l’edilizia ospedaliera palermitana paga il prezzo di un’assenza di interventi per ospedali moderni. Le strutture del capoluogo hanno quasi un secolo di vita come nel caso dell’Ingrassia che è un vecchio sanatorio adattato ad ospedale. Che Schifani dica oggi che la politica si è occupata di nomine, e non di funzionalità delle strutture, è importante anche se parliamo di corda in casa dell’impiccato. Perchè è lui, col suo governo e con quelli che lo hanno preceduto, che avrebbe dovuto mettere al centro il paziente e non il medico o il manager da nominare. L’estrema politicizzazione del sistema sanitario siciliano sta determinando lacune devastanti che poi pagano i cittadini”.

Il deputato regionale Mario Giambona al Cervello (Palermo): “Il dato più preoccupante, al termine della visita, è che dal 31 dicembre ci sono ancora pazienti letteralmente ‘posteggiati’ sulle barelle nei corridoi del pronto soccorso. Denunciamo la carenza di posti letto nei vari reparti, così come di medici e di operatori sanitari. Una situazione inaccettabile di cui il primo responsabile è il presidente Schifani, che ha nominato i manager i direttori sanitari”.

Il parlamentare all’Ars Dario Safina su ospedale Borsellino di Marsala: “Abbiamo una Ferrari ma non abbiamo i piloti. Perchè manca il personale sanitario, i medici, gli operatori socio-sanitari. Abbiamo trovato tanta abnegazione, tanta voglia del personale sanitario e dei medici. Però, obiettivamente, le condizioni in cui sono costretti a operare sono molto difficili. Perché quando una struttura che serve un bacino di circa 100 mila persone ha solo 18 posti letto a Medicina, gli interventi sono molto complicati. E se a questo si aggiunge che l’unità operativa di pronto soccorso, a fronte di un organico di 13 medici ne ha solo 4 effettivi, ci si rende conto subito della gravità del problema”.

Il deputato Nello Dipasquale al Giovanni Paolo II di Ragusa: “Quei pochi medici, insieme a Oss e a infermieri, si trovano a dare risposte importanti senza essere nel numero adeguato. In questo pronto soccorso, ad esempio, ci sono soltanto sei medici, più il primario, quando dovrebbero in 17. Altro elemento è quello legato alla sicurezza: le aggressioni non mancano e ci sono pronto soccorso che non sono dotati di video sorveglianza. Ed è necessaria la realizzazione delle Holding Unit (Unità di contenimento), in cui i pazienti possano attendere gli esiti degli esami o il ricovero. Tutte carenze strutturali che abbiamo più volte denunciato e che continuiamo a evidenziare all’assessora alla Salute Volo e al presidente Schifani”.

La deputata in Parlamento Stefania Marino, che ha registrato “tante criticità” anche all’ospedale di Sant’Agata Militello, e il parlamentare all’Ars Fabio Venezia all’Umberto I di Enna: “Al pronto soccorso abbiamo riscontrato una grande volontà da parte dei medici, degli infermieri e del personale sanitario. Ma, anche in questa struttura, ciò che balza agli occhi è la carenza di organico che rende le procedure più lunghe e le attese snervanti per i pazienti”.

Il sistema sanitario pubblico è fallito e va ricostruito

Nell’opera di smantellamento della sanità pubblica, è vero, il centrodestra ha maggiori responsabilità. Ed è in linea con l’ideologia liberista. Ma va anche ammesso che lo stesso centrosinistra, come spesso è capitato, è stato debole pure su questo fronte. E si è fatto dettare l’agenda dagli avversari. In ogni caso, quest’iniziativa appare importante. Il Pd, finalmente, si sforza di tornare nei luoghi dove si vive la soffferenza delle persone. E non rimane nelle segrete stanze di una politica autoreferenziale.

Allo stesso modo, risulterà significativo, ma attendiamo che alle parole seguano i fatti, se il presidente Schifani saprà prendere le distanze dalle politiche sanitarie dei vari governi regionali di centrodestra. Vedremo. Questa è una crisi di sistema e non basta cambiare qualche pedina. Dobbiamo tornare ai valori costituzionali nel segno della sanità pubblica.

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Un commento

  1. I piu’ feroci tagli alla Sanita’ son stati fatti, negli anni, dai sgoverni di centro-sinistra; e questo e’ un dato oggettivo.

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