Venti giorni fa il sasso lanciato da Pergolizzi e Melazzo in consiglio comunale: «All’Ato doppi e tripli salti…». Così dal 2009 al 2010 i costi del personale sono aumentati di 300 mila euro l’anno
Il sasso nello stagno lo avevano lanciato una ventina di giorni fa i due “pierini” del consiglio comunale, il finiano Nello Pergolizzi ed il centrista Giuseppe Melazzo, coppia fissa nella dura opposizione tanto al sindaco Buzzanca quanto al suo “fedelissimo” Antonio Ruggeri. I due avevano parlato apertamente, durante il consiglio comunale dedicato al caso Messinambiente, di doppi e tripli avanzamenti di carriera all’Ato3, chiedendo lumi sulla vicenda e chiedendo, soprattutto, se tutto ciò fosse regolare, considerato anche che questi passaggi avevano comportato, nel breve volgere di un anno (dal 2009 al 2010), un aumento della spesa per il personale di 300 mila euro (da 1,5 milioni a 1,8). In quell’occasione fu proprio Buzzanca a rispondere, sbilanciandosi non poco: «Non so nulla di presunti avanzamenti, farò le mie verifiche e se riscontrerò irregolarità provvederò a far annullare tutto». Chissà se il sindaco quelle verifiche le ha fatte. Noi sì ed è venuto fuori che di avanzamenti ce ne sono stati, eccome. Almeno dieci. Alcuni dei quali obiettivamente clamorosi. Il salto più “acrobatico” lo ha fatto Giovanna Restuccia, assunta nel 2007 con la qualifica di impiegato 3° livello e ritrovatasi, oggi, all’8° livello, cioè quello subito sotto la dirigenza. Una figura divenuta apicale nel giro di tre anni, avanzando di ben cinque livelli. Ci sono stati poi salti doppi: quelli effettuati da Michele Trimboli, passato dal 7° livello di assunzione (sempre nel 2007) alla qualifica di dirigente; da Antonino Santapaola, passato dal 5° al 7° livello; da Stefano Alessi e Roberto Di Stefano, che dal 4° livello hanno raggiunto il 6°.
Poi ci sono gli avanzamenti più “normali”, di solo un livello: i nomi sono quelli di Tiziana Barbagallo, dal 3° al 4°, di Mario Barresi, dal 4° al 5°, di Carmelo Coglitore, dal 4° al 5°, di Santi Interdonato, dal 5° al 6°, di Santi Pino, dal 7° all’8°. Si tratta di persone assunte tutte quando sindaco di Messina era Francantonio Genovese e amministratore delegato dell’Ato3 era Salvatore Lamacchia. Assunzioni che provocarono un vespaio di polemiche, specie in casa Udc. Tre anni dopo il colore politico della fascia tricolore è cambiato, ma le polemiche tornano a bussare alle porte dell’Ato3. «Si tratta di una semplice riorganizzazione degli uffici – chiarisce Ruggeri – utile a dare ordine ad una struttura che non ne aveva. Sono tutte persone a cui viene riconosciuto il grande lavoro che fanno, nel rispetto assoluto delle regole e del Contratto nazionale».