Da vittima degli strozzini a processato. Il caso di un commerciante messinese
Il caso di un commerciante messinese finito in mano a pericolosi strozzini e processato… per aver avuto paura di testimoniare. Cosa che poi ha comunque fatto, contribuendo alla condanna del suo usuraio e dei complici. Finendo, però, anche lui imputato.
L’uomo, difeso dall’avvocato Fabrizio Alessi, è finito sotto processo per falsa testimonianza ed è comparso qualche giorno fa davanti al giudice per l’udienza preliminare Maria Militello. Il difensore ha scelto il rito abbreviato e il GUP ha emesso la condanna, assolvendolo pienamente. La sua storia rappresenta però un paradosso di giustizia.
Oggi il commerciante messinese ha 60 anni. A volte passa davanti a quella che una volta era la sua sala bowling e chi sa che pensa, vendendola sbarrata a causa della pandemia. Certo, le cose non gli andavano benissimo neppure prima. Neppure allora, più di 10 anni fa, quando per fare fronte ai debiti aveva dovuto bussare alla porta di uno dei più temuti strozzini messinesi, pregiudicato e arrestato con clamore a metà del decennio scorso, dopo che uno degli imprenditori finito sotto le sue mani si suicidò, schiacciato dai debiti, dalla vergogna e dalla paura.
A quest’usuraio il protagonista della causa chiusa in questi giorni si era rivolto per avere poco meno di 4 mila euro. Non riuscendo a ripagare in fretta lo strozzino, alla fine ha dovuto dargli altri 400 euro di interessi in contanti e comprare a nome della moglie un’utilitaria, pagando un finanziamento di 8 mila euro.
Dopo l’arresto, il commerciante venne chiamato a testimoniare al processo, nel 2017. Inizialmente, ancora spaventato, negò di aver intestato l’auto alla moglie e di aver pagato interessi usurai all’imputato. Poco dopo, però, vuotò il sacco, confermando per ben due volte tutta la storia.
Alla fine del processo i giudici hanno inviato gli atti alla Procura perché imputasse per falsa testimonianza il commerciante inizialmente reticente.