Approvato un ordine del giorno presentato dall’Udc, con il quale si impegna il Governo “a valutare l’opportunità di consentire ai decani la convocazione di elezioni per il rinnovo dei Rettori già biprorogati a partire da gennaio 2013, al fine di rinnovare le cariche entro i 60 giorni successivi”.
Nella tarda serata di ieri la notizia: il presidente del Consiglio Mario Monti è salito al Colle per rassegnare nelle mani del Capo dello Stato Giorgio Napolitano le dimissioni da capo dell’esecutivo. Ultimo giorno di vita del Governo Monti ed una possibile nuova fase, invece, per quegli Atenei italiani, tra cui figura anche l’Università degli studi di Messina, governati da Rettori il cui mandato si è concluso nel 2011. E’ stato approvato nel corso della difficile giornata di ieri il testo di un ordine del giorno presentato dall’Udc, firmatari gli onorevoli Luisa Capitanio Santolini e Paola Binetti, accolto favorevolmente dalla stragrande maggioranza della Camera dei Deputati, con il quale si impegna il Governo “a valutare l’opportunità di consentire ai decani la convocazione di elezioni per il rinnovo dei Rettori già biprorogati a partire da gennaio 2013, al fine di rinnovare le cariche entro i 60 giorni successivi”.
Il testo dell’Odg è fermo: in caso contrario si chiede al governo di giungere ad adottare ogni iniziativa di propria competenza sino a giungere “al commissariamento degli Atenei coinvolti”. Notizia accolta con favore Comitato Nazionale NoProroga Rettori, che ha sempre assunto una posizione molto dura sulla duplice proroga del mandato: “Come gruppo di docenti appartenenti ad oltre venti Università italiane abbiamo sempre combattuto per riappropriarci del diritto di scegliere, attraverso legittime elezioni, il vertice cui affidare incombenze gravose come la nomina del Direttore Generale e la nomina del Consiglio di Amministrazione”.
“In un momento così delicato -scrivono in un comunicato – testimoniato dal taglio di 300 milioni di euro per sistema universitario inserito nella legge di stabilità, in relazione al quale il Ministro Profumo ed il Presidente della CRUI hanno parlato di eutanasia per le Università statali, per altro ampiamente prefigurata dal documento di programmazione triennale, rivolgiamo l’invito ai Rettori, che godono del secondo anno di proroga, a compiere un gesto di responsabilità, rassegnando con effetto immediato le proprie dimissioni”.
Dimissioni che secondo il Comitato NoProroga avrebbero dovuto raggiungere da tempo sulla scrivania del Ministro Profumo. Il titolare del dicastero di viale Trastevere però non è considerato esente da responsabilità: “Profumo non avrebbe dovuto ostinarsi a sostenere- continuano gli esponenti del Comitato NoProroga – quei Rettori prorogati i quali sono stati anche oggetto di indagini giudiziarie e di richiesta o di rinvio a giudizio per fatti commessi nell’esercizio del loro mandato”.
Le dimissioni sono quindi considerate un atto dovuto, sebbene tradivo, per tornare a sanare quella condizione di illegalità all’interno della quale sono stati costretti a vivere molti atenei italiani. L’ultima chance insomma, prima di un possibile e probabile commissariamento. (Emma De Maria)