Dalla difesa di un bimbo "hikikomori" ai Forensics Awards: la storia di Domenico Famà

Dalla difesa di un bimbo “hikikomori” ai Forensics Awards: la storia di Domenico Famà

Giuseppe Fontana

Dalla difesa di un bimbo “hikikomori” ai Forensics Awards: la storia di Domenico Famà

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martedì 21 Febbraio 2023 - 08:00

L'avvocato messinese si è trasferito a Brescia in piena pandemia. Poi ha difeso uno studente bocciato, affetto dalla sindrome. Ora il riconoscimento

BRESCIA – L’avvocato messinese Domenico Famà è in lizza per i Forensics Awards nella categoria web/cyber law. Una grande soddisfazione per il legale peloritano, che ha alle spalle una lunga carriera, ma anche una storia personale che l’ha visto trasferirsi a Brescia in piena pandemia. Un trasferimento non semplice, arrivato nel settembre 2020, che gli ha permesso però di fare uno scatto importante a livello professionale e di salire agli onori della cronaca per aver difeso un giovane studente di terza media, affetto dalla sindrome di hikikomori, l’isolamento sociale che porta soprattutto i più piccoli a chiudersi nelle proprie stanze, senza voler più uscire. Una battaglia legale vinta con fatica, che ha dato slancio alla sua carriera.

La battaglia legale nel 2021

La storia risale al 2021. L’avvocato messinese ce la racconta: “Sono arrivati in studio i genitori del bambino e ci hanno spiegato di avere problemi con i professori, che non riconoscevano la patologia del figlio nonostante avessero presentato una documentazione proveniente da uno studio privato. La scuola rispondeva che questo tipo di certificazione non aveva valenza. Quindi le assenze rilevate durante il primo quadrimestre erano considerate non motivate. Da lì abbiamo iniziato a parlare con la scuola, ma il problema si è presentato a fine anno, con il bambino non ammesso agli esami”.

I ricorsi al Tar

“Abbiamo presentato un ricorso al Tar per farlo ammettere agli esami – racconta ancora Famà – ed è arrivata la sospensione per il provvedimento della scuola. In pratica il Tar ha ordinato di ammettere il ragazzino agli esami. Ma la scuola si è messa di traverso, tanto che l’esame non si è svolto in maniera corretta. Io ero presente e ho registrato l’esame: è stato un esame più rigido del normale, perché questo ragazzo, che presenta una sindrome riconosciuta, andava accompagnato all’esame con un sostegno psicologico determinato. Ed è stato bocciato. Lì abbiamo presentato un nuovo ricorso al Tar, contestando che non sia stato trattato con le cautele dovute. Stavolta il Tar di Brescia ha rigettato il ricorso”.

Famà: “Brutto vedere il bambino chiudersi ancora di più”

L’avvocato Famà prosegue: “La cosa peggiore è stata l’aspetto umano, vedere il bambino chiudersi ancora di più, senza voler parlare coi genitori e buttando via, fuori dalla sua stanza, tutti i libri. Allora abbiamo deciso di presentare un nuovo ricorso, stavolta al Consiglio di Stato a Roma. Lo vinciamo e viene ordinato alla scuola di ripetere l’esame, tenendo conto della sindrome di hikikomori, attestata dalle certificazioni. Fanno l’esame e viene promosso: la cosa più bella e che mi fa ancora commuovere è stato l’abbraccio alla fine dell’esame”. A distanza di quasi due anni dal luglio 2021, quando si è tenuto il secondo esame, la battaglia legale per il risarcimento danni prosegue. E sull’hikikomori i riflettori si accendono sempre più: “Mercoledì 22 avremo un convegno a Roma per parlare proprio di questo argomento”.

La candidatura ai Forensics Awards

Ma la storia dell’avvocato messinese passa anche da un altro aspetto. Famà è stato inserito nei 4 finalisti nella categoria web/cyber law ai Forensics Awards del 9 marzo, un contest che premia le specialità forensi. “Nel 2017 Forensics Awards ha premiato la nostra Forensics Group come iniziativa tecnologica innovativa. Il premio è andato all’associazione ed è stato bello perché il contest riguarda tutte le eccellenze dell’attività forense. Ora inaspettatamente è arrivata questa nomina personale. Sono candidato per la cyber law, tutto il diritto che riguarda il mondo del web. Sono servizi che riguardano i clienti e le aziende, ci sono molte società che provano a speculare su internet”. Io ho contribuito a costituire alcune società che si affacciavano in quest’ambito, quello del web 3″.

“La premiazione sarà il 9 marzo – racconta Famà – e per me è una grande emozione. Per me è un riconoscimento dell’azzardo fatto nel trasferirmi a Brescia, in piena pandemia con tutta la mia famiglia nel settembre 2020. Se dovessi vincere sarei contento, sarebbe come dirmi di continuare a fare ciò che sto facendo. I sacrifici ripagano sempre. Io non ho una famiglia di avvocati alle spalle e sono partito da zero”.

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