Le indagini della squadra mobile di Messina hanno fatto luce sull'ultimo sbarco in città. Manette ai polsi per un 26enne tunisino.
E’ accusato di esser lo scafista del barcone, partito dalle coste della Libia, su cui viaggiavano i 266 migranti salvati dal mercantile Robour e fatti sbarcare il primo maggio nel porto di Messina.
Il ventiseienne tunisino Moem Grhouda è stato arrestato stamani dagli uomini della squadra mobile e adesso ai trova rinchiuso nel carcere di Gazzi. Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, il ragazzo avrebbe pilotato la barca, insieme ad un equipaggio, dalle coste libiche fino in mare aperto. Qui, gli altri scafisti avrebbero abbandonato la barca allontanandosi su un’altra che, fino a quel momento, era stata trainata. Moem, nel tentativo di sfuggire alla giustizia italiana, si era invece nascosto tra gli altri passeggeri salvati.
Il provvedimento è stato firmato dal sostituto procuratore Brunelli.
Mah… io francamente vorrei capire come fa una nave di punto in bianco ad arrivare fino a messina. Radar non ce ne sono? Porti di partenza, nome nave, luogo destinazione, carico… nel paese dei balocchi paga solo lo scafista, quando lo beccano e quando paga, se paga…
Mah… io francamente vorrei capire come fa una nave di punto in bianco ad arrivare fino a messina. Radar non ce ne sono? Porti di partenza, nome nave, luogo destinazione, carico… nel paese dei balocchi paga solo lo scafista, quando lo beccano e quando paga, se paga…
tutto programmato, è ovvio.
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