La proposta del Governo Crocetta è quella di rinviare di un anno il voto per gli enti provinciali, procedendo nel frattempo al commissariamento. I diversi schieramenti si spaccano, ma la difesa delle poltrone accomuna tutti. Tranne il M5S
Lo slittamento della riforma delle province infiamma il dibattito tra le forze politiche che siedono all’Ars. In commissione Affari istituzionali, presieduta da Marco Forzese, sono emerse le diverse e contrastanti posizioni sulla proposta del Governo Crocetta di rinviare di un anno il voto per gli enti provinciali, che nel frattempo andrebbero commissariati prima di essere riformate . “Esistono – ha spiegato il presidente della Regione – i liberi consorzi dei comuni che possono essere un riferimento per gli organismi di secondo livello che ne manterrebbero la titolarità. Questa proposta – aggiunge – consentirebbe un risparmio notevole, si potrebbero inglobare nei consorzi Ato, Srr, Iacp etc. La costituzione di nuovi consorzi, consentirebbe ai comuni di rimpinguare tra l'altro un personale che è carente. Su tutto questo credo si possa lavorare con l'Ars ed evitare – ha concluso – di approvare una legge come quella di Monti che non riduce i costi ma burocratizza ulteriormente le province”.
L’idea del governatore siciliano è chiara, ma per ragioni opposte viene contrastata sia dal centro-destra che dal Movimento cinque stelle. I “grillini” sono particolarmente agguerriti sul tema, perché per loro l’unica soluzione possibile è l’abolizione delle province. Adesso e non tra un anno, tanto da annunciare che il M5S, in caso di elezioni provinciali, non presenterà alcuna lista e si tirerà fuori dalla competizione
E se il movimento di Grillo mira ad eliminare poltrone inutili, c’è chi invece vorrebbe prorogarle. Il deputato messinese del Pdl Nino Germanà , si dice contrario al rinvio di un anno delle elezioni, che vorrebbe già a maggio come inizialmente stabilito, e ad ogni modo -se alla fine si optasse per questa soluzione – “sarebbe il caso – scrive in un comunicato – di prorogare i presidenti in carica nelle province siciliane: non si può di certo pensare a un commissariamento per colpe che i presidenti non hanno”.
Germanà lancia inoltre una provocazione e si chiede se “il rinvio proposto dal presidente della Regione sia dettato dalla paura che la sua ultima debacle elettorale alle politiche dello scorso week end sia troppa vicina alla data precedentemente stabilita per le provinciali e che questo influenzi per lui negativamente l’elettorato”.
Di tutt’altro avviso, invece, il capogruppo dei Democratici riformisti per la Sicilia, anche lui messinese, Giuseppe Picciolo, secondo il quale “il presidente Crocetta ha garantito il suo impegno a far valere l’autonomia dello Statuto regionale per non adeguarsi alla soppressione delle province dal Decreto Monti sulla spending rewiew. Di questo – scrive l’alleato del governatore siciliano – siamo contenti ed è ovvia la necessità di rinviare le elezioni provinciali per il tempo strettamente necessario a normare la materia”.
Anche lui, però, come Germanà, chiede di continuare a mantenere in vita gli organi istituzionali ed i politici che li occupano: “auspichiamo – conclude nel suo documento – che in questo periodo di vacatio sia possibile mantenere nelle funzioni i consigli provinciali per non togliere rappresentanza ai territori, fermo restando il necessario commissariamento degli organi esecutivo. Su questo desideriamo confrontarci con il governo e l’Aula».
Le premesse del dibattito sulla riforma delle province lasciano intuire che il vero scontro politico si concentrerà sulla difesa delle poltrone, che fanno gola a tutti. Tranne al Movimento cinque stelle, l’unico a chiederne con fermezza la chiusura. (Danila La Torre)
Nino Germanà ha perso l’ennesima occasione per rimanere in silenzio, un pò come fa durante le interviste televisive, nella quali fa davvero fatica a mettere insieme ++++++++.
Capiamo l’estrema difesa della poltrona del suo grande amico +++++, ma il giovane deputato dovrebbe cominciare a capire che, con queste esternazioni, non fa altro che dimostrare di quanto è malata ed opportnuista la politica di cui egli stesso è figlio!!
Il presidente regionale Giuseppe Pracanica ed il procuratore dei Cittadini Salvatore Vernaci di CittadinanzAttiva, in ordine al preannunziato commissariamento delle province regionali da parte del Governo regionale, hanno rilasciato la seguente dichiarazione: “La soluzione che, in attesa della nuova legge elettorale, le Province possano essere commissariate alla scadenza naturale dei mandati dei Presidenti e dei Consigli Provinciali non è percorribile perché non è prevista da nessuna norma di legge. Quindi ricorrere al Commissariamento, per ragioni del tutto estranee a quelle che giustificano l’adozione delle ordinarie misure di controllo sugli Organi dell’Ente Locale, appare di dubbia costituzionalità, violando palesemente l’art. 3 della Costituzione. Infatti, sia l’art. 144 D.P. 6/55 (L.r. 16/63 e ss.mm.ii.), sia l’art. 141 del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267 ammettono il Commissariamento in casi di gravi e persistenti violazioni di legge da parte degli Organi ordinari dell’Ente, ovvero situazioni nelle quali detti Organi non sono in grado di funzionare regolarmente. E questo non è il caso delle Province regionali, per le quali è giunto il momento di applicare, senza accampare scuse di sorta, l’art. 15 dello Statuto Speciale della Regione Siciliana, che recita: “ 1. Le circoscrizioni provinciali e gli organi ed enti pubblici che ne derivano sono soppressi nell’ambito della Regione siciliana. 2. L’ordinamento degli enti locali si basa nella Regione stessa sui Comuni e sui liberi Consorzi comunali, dotati della più ampia autonomia amministrativa e finanziaria. 3. Nel quadro di tali principi generali spetta alla Regione la legislazione esclusiva e l’esecuzione diretta in materia di circoscrizione, ordinamento e controllo degli enti locali.” L’abolizione delle province in Sicilia è un obbligo statutario. Crocetta e tutti i Parlamentari abbiano il coraggio di rispettare lo Statuto, nella sua integrità, quello STATUTO, da 60 anni palesemente violato.- Non servono palliativi (riduzione numero consiglieri, assessori, indennità), ci vogliono soluzioni drastiche. CITTADINANZATTIVA – MESSINA suggerisce quello che il Parlamento Siciliano dovrebbe legiferare: “1.- Le PROVINCE VANNO SOPPRESSE: 2.- Le loro funzioni sono trasferite ai Liberi Consorzi di Comuni istituiti a norma dell’art. 15, comma 2, dello Statuto della Regione. 3.- I Dipendenti passano nei ruoli dell’Amministrazione dei Comuni , in una qualifica corrispondente a quella di provenienza: 4.- I beni, mobili ed immobili, di proprietà delle Province sono trasferiti nella proprietà dei Comuni.
L’abolizione delle province italiane porterebbe un risparmio di circa 4 miliardi di euro, cioè un quinto di tutto il gettito IMU e si tengono ostinatamente in vita (niente di quello che fanno le province non può essere fatto dai comuni) perchè sono necessarie alla politica per alimentare il mercatino degli incarichi e delle poltrone, il personale troverebbe facilmente posto nella pubblica amministrazione spesso con gravi carenze di organico.
Anche questa vicenda, alla luce degli ultimi risultati elettorali, dimostra come i politici ormai vivano totalemte scollegati dalla realtà, come quei generali un pò rincoglioniti che con il nemico sotto casa, sognano ancora di potere muovere truppe e armate che non esistono più.