In attesa del contratto di servizio, l’assessore Cacciola ha definito un atto di indirizzo in base a cui l’Atm dovrà adeguare la propria efficienza organizzativa. Nel documento vengono indicati costi e ricavi, il dato più significativo è che il Comune ridurrà dagli attuali 17 milioni a 9 il finanziamento annuo destinato all’azienda.
Potrebbe sembrare un piano ambizioso, da libro dei sogni, invece è ciò che l’amministrazione Accorinti vuole per l’Atm. Un progetto a lunghissimo raggio, proiettato ai prossimi dieci anni, con cifre e dati che prevedono un’azienda trasporti capace di rimettersi in forze per diventare finalmente una realtà che garantisce servizi e che non sia solo un carrozzone di debiti. Un progetto che soprattutto vuole un’Atm capace di reggersi sulle proprie gambe e che non debba dipendere, come sino ad oggi, per lo più solo sui finanziamenti del Comune. Lo ha redatto il Dipartimento Mobilità e Urbana e Viabilità su input dell’assessore Gaetano Cacciola, rientra nella più vasta operazione del piano di riequilibrio decennale approntato dall’amministrazione Accorinti e definisce costi e ricavi di quella che, nelle intenzioni, dovrà essere la nuova azienda trasporti. Nello specifico il documento si presente come “atto di indirizzo all’Atm per l’adeguamento della propria efficienza organizzativa in coerenza con le esigenze economiche del piano di riequilibrio decennale del Comune di Messina” e parte dal presupposto fondamentale che “l’amministrazione dovrà dotarsi di un Contratto di servizi di trasporto pubblico locale e mobilità urbana con l’Atm”. Si tratta dunque di linee guida che l’azienda dovrà mettere in atto per rispettare i progetti dell’amministrazione in ottica decennale, dunque in attesa di conoscere i dettagli del contratto di servizio che avrà durata biennale arriva questo “prospetto riepilogativo nel quale vengono indicati parametri di costi, ricavi e livelli di efficienza cui l’Atm dovrà adeguarsi per lo svolgimento dei servizi forniti nell’interesse del Comune”. Altro obbligo che avrà l’Atm: “adeguare la propria efficienza organizzativa in modo da raggiungere i livelli di percorrenza del trasporto locale su gomma e su ferro nonché i costi generali di esercizio dei servizi svolti secondo i dati riportati nel prospetto in questione”.
In pratica l’assessore Cacciola dice all’azienda di aumentare i chilometri che produce e di rispettare il budget che il Comune intende mettere a disposizione dell’Atm. E fin qui nulla di strano. Se non fosse che l’Atm parte da una condizione di estrema gravità, attestata anche dalle ultime relazioni del Commissario Domenico e dei revisori dei conti (vedi articoli correlati), e con una mole di debiti che in qualche modo bisognerà riuscire a coprire.
Vediamo dunque nel dettaglio quali sono i numeri previsti nel prospetto. Il primo obiettivo per l’assessore alla mobilità dovrà essere l’aumento dei chilometri percorsi che per i bus passano dai 2,7 milioni del 2013, ai 3,5 milioni del 2014 fino ad attestarsi sui 4,6 milioni per i restanti otto anni, cioè fino al 2023. Stesso discorso per i tram che dovranno passare dai 3 milioni del 2013 e 2014 ai 5,5 milioni a partire dal 2015 in poi. Il piano prevede anche tre tranche di investimenti che saranno a totale carico del Comune: si spenderanno 3,2 milioni nel 2014, 2 milioni nel 2018 e altri 2 milioni nel 2021. In che modo queste somme saranno investite non è specificato, emerge però che proprio dopo il finanziamento previsto per l’anno in corso aumenteranno i chilometri. Dunque si ipotizzano acquisti di mezzi e investimenti per recuperare tram, considerato che ad oggi l’Atm ha un parco macchine di 95 mezzi di cui circa 50 guasti (quelli funzionanti sono vecchi, l’80% ha più di dieci anni, ce ne sono sette che hanno sulle spalle ben 27 anni di carriera), e solo 7 tram, anche se il settimo negli ultimi mesi non è riuscito a uscire quasi mai, su un parco che inizialmente ne contava 15. Al momento però non ci sono notizie dei nuovi bus da comprare di cui si parla ormai da mesi, si dovrebbe chiarire quindi modi e tempi di possibili investimenti, anche per dare all’azienda il tempo di rivedere alcuni aspetti organizzativi. Non bisogna infatti dimenticare che ad oggi, se anche arrivassero 30 bus nuovi di zecca da mandare in strada, l’Atm non saprebbe chi mettere alla guida perché mancano gli autisti.
Andando avanti nell’analisi del prospetto c’è poi la voce delle entrate “non provenienti dal Comune di Messina. Ci si riferisce innanzitutto ai ricavi dalla vendita dei biglietti, dove si prevede di passare dai 4,3 milioni di euro del 2013 ai 4,7 milioni di euro del 2014 fino ai 6 milioni dal 2015 al 2019 per poi toccare i 6,5 milioni negli ultimi tre anni. Questi dati sono stati elaborati in funzione dell’aumento del chilometraggio previsto, ma si sa che non basterà solo mettere più bus in strada per vendere più biglietti. Come ha proposto nei giorni scorsi il consigliere Daniele Zuccarello si potrebbe puntare a ripristinare l’attività di “vendita a bordo” dei titoli di viaggio a prezzo opportunamente maggiorato e potenziare la rete di vendita che ad oggi non risponde appieno alle esigenze della città. In questa voce rientrano anche gli introiti della Ztl che ad oggi rappresentano il 50% delle entrate per l’Atm e che hanno subito un duro contraccolpo dopo l’istituzione dell’isola pedonale, incassando circa 400mila euro in meno. Cosa intende fare il Comune? Anche su questo fronte al momento non ci sono indicazioni, l’assessore potrebbe rispondere che il mancato incasso della Ztl potrebbe essere colmato dall’incremento dell’utilizzo dei parcheggi cittadini, ma non ci sono ancora dei dati precisi per poter fare confronti.
Ci sono poi i finanziamenti della Regione per bus e tram. In relazione ai chilometri percorsi, il Comune prevede che per il traffico gommato l’Atm otterrà dalla Regione 11.684.000 euro, dai 5-6 attuali, a partire dal 2015 in poi, mentre per la tranvia avrà 2.524.500 euro sempre dal 2015 contro l'attuale milione di euro.
E il Comune nel frattempo che farà? Per rispettare il piano di riequilibrio Palazzo Zanca spenderà molti meno soldi per la sua figlia Atm. E qui la nota dolente. Perché se è vero che già dal prossimo anno aumenteranno chilometri e incassi da Regione e biglietti, è anche vero che proprio questo circuito virtuoso consentirà al Comune di passare dagli attuali 17 milioni di euro di contributo annuo a 9.291.500 euro già dal 2015, investimenti esclusi. Un progetto che sembra fin troppo “ottimistico” alla luce della recente relazione del Commissario Manna che addirittura chiedeva di portare il budget da 17 a 24 milioni per garantire la sopravvivenza dell’azienda. Anche perché dal prospetto dell’assessore Cacciola non si evince con quali somme dovrebbero essere saldati i debiti, considerato che l’Atm rischia pignoramenti per circa 10 milioni di euro. Altro dettaglio da non sottovalutare l’ affidamento sui soldi della Regione su cui punta il Comune, visto che negli anni non sono mai stati corrisposti con regolarità. E poi bisogna tener presente che l’Atm ha un costo annuo del personale che si attesta sui 22 milioni di euro e il contratto degli autoferrotranvieri è in fase di rinnovo, pertanto potrà solo aumentare.
"Apprendiamo con favore che l'amministrazione stia progettando un'Atm ambiziosa che produrrà negli anni sempre più chilometri e con meno costi – dichiara Michele Barresi segretario Orsa – ma ci chiediamo se ai numeri esposti faccia riscontro un preciso piano industriale che il sindacato ancora non conosce. Ad oggi, ottimismi a parte, nella ordinaria realtà quotidiana attendiamo ancora nuovi bus e nuovi autisti che mancano. Auspichiamo pertanto un confronto urgente più volte richiesto con l'amministrazione, a cominciare dal contratto di servizio che aspettiamo da mesi e resta un oggetto misterioso, per capire cosa si vuole fare dell'azienda e dei suoi lavoratori, stabili e precari, di cui – secondo l'Orsa – bisogna garantire la massima produttività ma soprattutto la continuità occupazionale”.
Il sindacato però nutre alcuni dubbi:"Non capiamo se i numeri dell'amministrazione scaturiscano dal progetto proposto da Reset anche ai sindacati o vengano dai tecnici dell'Atm che tuttavia ci sembra chiedessero maggiori risorse rispetto a quelle annunciate”.
In effetti le incognite restano tante. Probabilmente il contratto di servizio chiarirà molti aspetti fondamentali. Nel frattempo si può iniziare a prendere la calcolatrice per provare a far quadrare i conti.
Francesca Stornante
L’atto di indirizzo di RENATO sindaco è musica per le orecchie di chi ha votato ACCORINTI. I messinesi gli avevano dato un mandato, PARLARE A MUSO DURO ai messinesi di ATM, intendo amministratori e dipendenti, responsabili di aver distrutto la NOSTRA azienda di trasporto urbano. Posso sintetizzare l’atto di indirizzo con una frase comprensibile a tutti: I MESSINESI NON SONO PIU’ DISPONIBILI A FORAGGIARE LO STIPENDIFICIO ATM. Mariedit è per un trasporto urbano PUBBLICO, ma non a queste condizioni disastrose, ho spesso sintetizzato il mio pensiero con la domanda: COS’E’ UNA CITTA’ SENZA LA SUA ATM? Forse i miei concittadini non sanno, che Matteo RENZI, con gli ultimi provvedimenti di finanza locale, dia la possibilità di privatizzare, in tutto o in parte, le partecipate indebitate dei Comuni, la richiesta è dei sindaci del PARTITO DEMOCRATICO, come Piero FASSINO, sindaco di Torino, alle prese con la sua ATM in fallimento, peggio della nostra. Non sarebbe il caso di chiedere al PD messinese come la pensa a questo proposito? Vuole continuare a foraggiare questa ATM? Quale ATM ha in testa? Ci risparmi però risposte banali, come quelle date in questi anni.
L’atto di indirizzo di RENATO sindaco è musica per le orecchie di chi ha votato ACCORINTI. I messinesi gli avevano dato un mandato, PARLARE A MUSO DURO ai messinesi di ATM, intendo amministratori e dipendenti, responsabili di aver distrutto la NOSTRA azienda di trasporto urbano. Posso sintetizzare l’atto di indirizzo con una frase comprensibile a tutti: I MESSINESI NON SONO PIU’ DISPONIBILI A FORAGGIARE LO STIPENDIFICIO ATM. Mariedit è per un trasporto urbano PUBBLICO, ma non a queste condizioni disastrose, ho spesso sintetizzato il mio pensiero con la domanda: COS’E’ UNA CITTA’ SENZA LA SUA ATM? Forse i miei concittadini non sanno, che Matteo RENZI, con gli ultimi provvedimenti di finanza locale, dia la possibilità di privatizzare, in tutto o in parte, le partecipate indebitate dei Comuni, la richiesta è dei sindaci del PARTITO DEMOCRATICO, come Piero FASSINO, sindaco di Torino, alle prese con la sua ATM in fallimento, peggio della nostra. Non sarebbe il caso di chiedere al PD messinese come la pensa a questo proposito? Vuole continuare a foraggiare questa ATM? Quale ATM ha in testa? Ci risparmi però risposte banali, come quelle date in questi anni.
Questo è l’indirizzo dell’assessore alla mobilità, speriamo che il postino trovi qualcuno a cui consegnare il libro dei sogni.
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Piano decennale! Fra dieci anni li andiamo a rintracciare in tibet?
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Poi Cacciola si svegliò e pianse a dirotto.
Aveva sognato.
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