Ad affermarlo nel corso del direttivo sindacale, il segretario regionale Vincenzo D’Enrico: «Dobbiamo in ogni caso tenere alta la guardia». L’Orsa intanto segnale sospette fuoriuscite di gas a bordo della nave Iginia e chiede un’ispezione della direzione aziendale
L’Officina Grandi Riparazioni di Messina è salva. Lo afferma con fermezza il segretaio rgionale della Uil Trasporti Vincenzo D’Enrico nel corso del direttivo del sindacato. Parole che cancellano mesi di apprensione durante i quali il futuro del centro ferroviario, prima a causa del progetto Ponte, poi semplicemente perché non considerato dai “capi” un ramo secco da tagliare, è stato appena a un filo.
Le affermazioni del sindacalista sono supportate dall’esito dell’incontro avuto qualche giorno fa a Palermo con il dottor Pagani, responsabile delle relazioni industriali di Trenitalia: «Il manager afferma – il rappresentante della Uil – ha chiarito che la paventata chiusura della struttura, che avrebbe dovuto avvenire entro 30 mesi dal 21 aprile 2011 (data del documento inviato al sindacato dalla Direzione Tecnica di Trenitalia) per la consegna delle aree necessarie alla costruzione del Ponte sullo Stretto, di fatto non avverrà».
Se tutto ciò dovesse essere confermato, per D’Enrico sarebbe una grande vittoria per il sindacato «che in questi mesi – scrive – si era speso a livello provinciale e regionale per tutelare i 95 lavoratori, oltre ai 30 dell’indotto, attualmente impegnati nella struttura e per far sì che la città non perdesse una realtà industriale importantissima, forse l’ultima rimasta». Ci permettiamo di aggiungere, però, che se l’ipotesi dovesse trovare conferma, sarebbe innanzitutto una vittoria per la città e per i lavoratori a rischio licenziamento: «Questo però – continua il sindacalista – non ci permette di abbassare la guardia. Non possiamo permettere lo spostamento dei lavoratori dell’OMC all’OMR ( lavorazione locomotori), così come non possiamo permettere che ci vengano scippate ore di lavorazione, fornendo così un alibi a ulteriori tagli futuri. Dobbiamo mantenere alta l’attenzione – aggiunge il segretario regionale della UILT Settore Ferrovieri – e chiedere maggiori risorse, nuove assunzioni, specie in RFI dove a livello regionale risentiamo della mancanza di 150 unità lavorative, l’internalizzazione dei servizi e la manutenzione ordinaria e straordinaria, oltre che l’infrastrutturazione, della quale in Sicilia si sente una carenza profonda. Ecco perché per la nostra realtà diviene fondamentale lo sciopero generale del 1° marzo. Uno sciopero importantissimo per far sì, tra l’altro, che il servizio universale non muoia e che, per sempio, venga riattivato il CARGO, un servizio richiestissimo nell’isola, ma che non possiamo garantire perché ormai le strutture sono state smantellate».
Rimaniamo in tema di trasporti, ma ci spostiamo sul mare, per dare invece spazio alle denunce del sindacato OrSa riguardo alle presunta fuoriuscite di gas, nocivi per la salute, dai motori propulsori della nave Iginia di Rfi. Un problema segnalato a più riprese dai lavoratori, scrive il segretario regionale del sindacato Antonino D’Orazio, ma finora non affrontato a dovere da Ferrovie dello Stato: « Il mancato intervento della Direzione Aziendale competente, dimostra, ancora una volta, l’approssimazione con cui si pretende di affrontare l’organizzazione di un servizio pubblico di tale importanza, la tattica del “tirare a campare” e del silenzio connivente a discapito della sicurezza di passeggeri e lavoratori non è più tollerabile, la dirigenza territoriale non può continuare ad allargare le braccia demandando ogni responsabilità alle decisioni romane, l’impianto Navigazione PUBBLICO di Messina necessità di dirigenti locali validi con capacità decisionale, i cospicui stipendi mensili, pagati con soldi pubblici, prevedono capacità di intervento diverse da quelle di “portavoce” mostrate fino ad oggi. Per quanto esposto si invita la Capitaneria di Porto in indirizzo ad un sopralluogo nella nave per constatare la gravità di quanto denunciato»