Il procuratore aggiunto racconta il cambio di rotta della mafia barcellonese. Il capo della Dda, De Lucia, spiega che Messina è punto cruciale per il traffico di stupefacenti. Ed il comandante Sabatino chiarisce i metodi intimidatori usati dal gruppo
Dalle estorsioni alla droga. Secondo il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio questo passaggio è “una svolta storica per la mafia barcellonese, che era da sempre stata contraria alla gestione del traffico di droga, attività ritenuta pericolosa. Infatti una parte degli omicidi nel territorio era dovuta proprio al traffico non autorizzato”. Ora, invece, tutto si è invertito. “La mafia barcellonese ha subìto duri colpi, i vertici sono in carcere quasi tutti al 41 bis, servivano quindi nuovi introiti per il mantenimento loro e delle famiglie, viceversa si rischiano problemi e nuovi collaboratori di giustizia. Uno degli ultimi, Aurelio Micale, decide di collaborare proprio perché si sente trascurato dall’organizzazione”. Ed anche le estorsioni rendono meno “perché aumentano le denunce e diminuiscono i soldi”.
La mafia barcellonese stava tornando in grande stile – aggiunge il procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia di Messina, Maurizio De Lucia –, ecco perché è importante l’operazione “Dinastia”. “Messina è luogo di transito di tutto lo stupefacente che entra in Sicilia, soprattutto d’estate ma anche d’inverno. Tutta la rete tirrenica era sotto la protezione barcellonese, abbiamo colpito la distribuzione, non ci potrà essere una sostituzione immediata, visto l’alto numero di componenti arrestati”.
Stanotte sono stati impegnati oltre 400 carabinieri – spiega il comandante provinciale di Messina, Lorenzo Sabatino. “In passato il traffico di droga era gestito da iniziative singole, poi si era invece costituita una struttura specifica, con forte carica intimidatrice dal metodo mafioso per imporsi sul territorio, pretendendo il pagamento di percentuali sulla vendita dai gruppi satelliti e regolando le controversie tra i gruppi, anche con la forza. Nonostante i tanti arresti, la mafia barcellonese aveva saputo riorganizzarsi con le nuove leve, ora ha subìto un duro colpo”.