Due situazioni che evidenziano la necessità di una politica capace di fare delle scelte nette: la Giunta Basile dimostri più coraggio
MESSINA – Da una parte, l’appello di una sessantina di residenti della riviera nord e della Panoramica: “Abbiamo diritto al riposo, ci vogliono regole più efficaci per la movida estiva, le istituzioni ci aiutino”. Dall’altra, il preoccupante passo indietro, anche se il sindaco parla di “continuazione della sperimentazione”, della Giunta Basile: da lunedì 8 maggio a venerdì 30 giugno il viale San Martino sarà isola pedonale solo il sabato e domenica. Due situazioni che evidenziano la necessità di una politica capace di fare delle scelte che non potranno accontentare tutti. Che andranno incontro a pressioni, malumori, rotture. Ma a prevalere, ancora di più in una città che andrebbe studiata come esempio al negativo sul piano dell’edilizia e delle scelte strategiche, dovrebbe essere una visione nel segno dell’interesse generale, del benessere e della qualità della vita.
Più che una città, Messina è un disastro sociale, economico ed estetico, maturato dagli anni Sessanta in poi, con costruzioni selvagge e nessun criterio se non lo sfregio alla sua bellezza. In questo ambito, come testata, abbiamo sempre sostenuto la visione del sindaco Basile e del vicesindaco Mondello d’avvicinarsi gradualmente a un modello di città sostenibile, da qui a dieci anni, cominciando a fare piccoli passi necessari. Sappiamo bene che un’isola pedonale non significa solo chiudere al traffico dei veicoli una zona e che, al contrario, richiede un’intensificarsi di attività artistiche, culturali, sociali e commeciali. Di movimento e scambio fra cittadini finalmente liberi dalla dittatura dei clacson e dalla mentalità di utilizzare l’auto per ogni spostamento.
La necessità che chi amministra faccia scelte nette nell’interesse generale
Sappiamo pure bene che, tra cantieri, riorganizzazione dei parcheggi e delle strade, non sono mancati errori e difficoltà. Messina è una città intasata in termini di traffico e carenze strutturali e i lavori in corso acuiscono il problema. Il servizio pubblico è migliorato ma la strada è davvero lunga per diventare una città europea, in linea con le nuove strategie della cosiddetta “mobilità sostenibile”. Una città a misura a di pedone e di ciclista, insomma. Ma se i cantieri infiniti e le emergenze sparse nel nostro territorio presentano più responsabilità, e vedono gli stessi amministratori spesso ostaggio della burocrazia e di meccanismi infernali, in questi due casi, movida e isola pedonale, l’amministrazione Basile può imprimere una svolta. Può affidarsi al proprio potere decisionale, compiendo scelte nette nell’interesse generale.
Lo scriveva bene un nostro lettore, Santi Coniglio, nel mese di febbraio: “Trovo folle questo passo indietro, o meglio, lo considero un cedere alle pressioni di gente vecchia, fuori e dentro, che altro non desidera che riportare indietro le lancette del tempo, trasformando la città in un parcheggio a cielo aperto. Viaggiando nelle principali città italiane (Roma, Milano, Firenze, Palermo e perfino le stesse Catania e Reggio Calabria), tutte queste realtà vanno in un’unica direzione: il progressivo abbandono dell’auto per gli spostamenti urbani in favore di mezzi pubblici, bici, monopattini o isole pedonali, restituendo il centro storico alla gente, all’aria pulita, all’organizzazione anche di eventi nelle aree pedonali, e migliorando soprattutto l’efficienza del mezzo pubblico, che diventa il vero strumento per muoversi in città. Qui invece si parla di un folle ritorno al passato: e tutto questo per cosa?”.
Le richieste di un comitato di commercianti d’avere l’isola pedonale solo nei fine settimana si può paragonare al desiderio di chi vorrebbe fermare il tempo, e rimanere ancorato agli anni d’oro della propria giovinezza, confidando che una piccola pillola miracolosa riporti indietro le lancette degli anni. Limitare l’isola pedonale al weekend non è la “pillola miracolosa” che fa ripartire l’economia messinese, nell’epoca della vendita online, dell’inflazIone e di una decennale crisi. No, oggi, per resistere e rilanciare, è necessaria una rivoluzione in ogni settore e il commercio dovrebbe vedere nelle isole pedonali, anzi, un alleato. E dovrebbe dialogare con le istituzioni per avviare iniziative, progetti, idee per una città non a misura di auto parcheggiata dentro il negozio. Online e commercio in presenza possono convivere ma ci vuole una visione. E, anche in questo, la Giunta Basile deve dimostrare di saper difendere le proprie idee e di sostenere, entro i propri, ambiti, l’economia asfittica di questa città senza cedere a improduttivi ritorni al passato.
Gli operatori commerciali vanno aiutati ma non assecondando un ritorno al passato che, in prospettiva, non serve a nessuno. Anche riguardo alla movida, nessuno nega il diritto al divertimento e la possibilità che chi lavora in questi settori possa avere una salvifica ripresa economica dopo lo stop per il Covid. Ma anche qui un’amministrazione comunale deve avere a cuore l’interesse generale e il benessere dei propri cittadini. L’industria del divertimento non può ledere il diritto al riposo dei residenti, sia di quelli del centro storico, sia di quelli della riviera nord e di ogni altra zona. In termini d’inquinamento acustico, occorre che le norme nazionali siano rispettate e che le ordinanze siano più efficaci, valutando gli obiettivi possibili nell’immediato e quelli da raggiungere nelle fasi successive.
Più coraggio nelle scelte amministrative per assicurare un futuro a questa città
Un’altra Messina è possibile, trovando il giusto equilibrio tra interessi legittimi nel segno di un benessere collettivo? Ce lo auguriamo. Per questo la politica e chi governa, cooperando con tutte le forze in campo, non deve avere paura delle proprie scelte. Per raggiungere determinati risultati bisogna passare anche dal conflitto e dal dissenso. Ma, se si una visione, non si torna indietro. La Giunta Basile dimostri più coraggio e avrà il sostegno di chi ha a cuore il futuro di questa città.
Un’altra Messina credo sia impossibile soprattutto con questa amministrazione che preferisce assecondare i padroni del viale invece della maggioranza dei cittadini che ormai chiedono a gran voce di avere l’isola pedonale. I continui passi indietro del sindaco dimostrano che non ha il coraggio di cambiare nulla i giri di parole hanno stancato. Vorrei fare una proposta ai miei concittadini:non andate a fare spese sul viale io personalmente lo farò, andrò a Reggio Calabria dove si può fare shopping in una magnifica strada senza traffico smog e auto in doppia fila.
Forse più che con la rabbia, bisognerebbe risolvere con la ragione.
L’isola pedonale non la nega nessuno.
L’isola pedonale che danneggia il commercio sì.
Forse sarebbe ragionevole fare un’isola piccolina, più prossima a Piazza Cairoli, così da non intaccare il commercio.
Il commercio in città ormai è crollato, e chi può dirlo meglio di chi lo fa.
Chi fa il commercio, rende un servizio a tutti i cittadini e persone che vivono la città.
Chi fa commercio non è padrone del viale, ma ospite del viale, che ospita altre persone. Infine, ricorderei che siamo tutti persone,non nemici.
Ognuno ha il suo lavoro e nessuno gradirebbe vedere distrutti anni di sacrifici e fatica. Tantomeno, nessuno, penso, si metterebbe a fare polemica o lottare, se il problema non fosse enorme per questo bistrattato commercio.
Forse ho scritto troppo…ma è un pensiero doveroso
Questa è una città da abbandonare, bene fanno quei giovani che vanno via per lavoro e non tornano più. Messina non merita niente a cominciare da chiunque di qualsiasi colore politico la amministri perché più del credo politico è la disaffezione e l’amore per la propria città che manca totalmente e ne decreta il suo inesorabile declino. Adesso andate pure a parcheggiare sul viale in divieto di sosta tanto nessuno multerà nessuno. Vergogna.
La richiesta da parte di questi vetusti idealisti chiamati commercianti che non hanno una benché minima visione d’insieme, che non hanno maturato esperienze in altre realtà, se non quella del loro piccolo orticello, è stata accolta. Non meno colpe ha però la nostra amministrazione comunale, che quasi impaurita, accondiscendente accoglie. Quindi, apriamo alla circolazione e non multiamo le vetture ferme dentro la porta dei negozi dov’è c’è il divieto di sosta, perché solo un questo modo gli incassi dei commercianti, proprietari del viale, potranno aumentare, così da non doverli più sentire lamentare. A proposito, proporrei anche di abolire internet, perché queste vendite online li stanno mettendo in ginocchio
Articolo di grande lucidità e capacità di lettura della situazione.