Appalti Anas, ai domiciliari il costruttore brolese Giuseppe Ricciardello (VIDEO)

Appalti Anas, ai domiciliari il costruttore brolese Giuseppe Ricciardello (VIDEO)

Alessandra Serio

Appalti Anas, ai domiciliari il costruttore brolese Giuseppe Ricciardello (VIDEO)

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venerdì 11 Marzo 2016 - 11:09

Già avvisato dopo l'arresto della Accorglianò, il costruttore impegnato nei lavori allo svincolo di Giostra è ora ai domiciliari con l'accusa di aver "oliato" i meccanismi per sbloccare i pagamenti di un lavoro. Altri 18 gli arrestati, indagato anche un parlamentare di FI.

Va ai domiciliari il costruttore di Brolo Giuseppe Ricciardello, coinvolto nella seconda tranche dell’inchiesta “Dama Nera” su un presunto giro di tangenti legati agli appalti dell’Anas. Altre 18 le persone arrestate dal GIP di Roma su richiesta della Procura capitolina, mentre il calderone complessivo dell'inchiesta della Guardia di Finanza coinvolge 36 persone.

A portare al blitz di oggi con l'arresto di 19 persone, tra imprenditori e dirigenti, sono state le rivelazioni della "Dama Nera" Antonella Accorglianò dell'Anas. Arrestata lo scorso anno, ha deciso di collaborare raccontando ai finanzieri i retroscena di decine di appalti nazionali. I riscontri delle Fiamme Gialle – intercettazioni telefoniche, ambientali, acquisizioni di atti – hanno inchiodato alle proprie responsanbilità i protagonisti "additati" dalla funzionaria.

Insieme alla Dama Nera ed al brolese Ricciardello, vanno ai domiciliari i catanesi Concetto Bosco Lo Giudice e Francesco Costanzo, del colosso catanese Tecnis. Tra gli indagati ci sarebbe anche il parlamentare di FI Marco Martinelli e un prestigioso avvocato.

L'episodio che vede coinvolto il brolese Ricciardello, padre dell'attuale primo cittadino e suocero del deputato regionale Nino Germanà, riguarda lo "sblocco" del pagamento dei lavori di un appalto. Per velocizzare la pratica sarebbe stata pagata una mazzetta.

Anche gli altri episodi di corruzzione sotto la lente dei finanzieri riguardano l’aggiudicazione di gare d’appalto a determinate imprese, la velocizzazione dell'erogazione dei relativi pagamenti, lo sblocco dei contenziosi in essere (ai sensi dell’art. 240 del D.Lgs. n.163/06, già art. 31-bis della legge 109/94 – cd. Legge MERLONI).

"Il mercimonio della pubblica funzione e la sistematicità dell’asservimento della medesima sono stati i tratti essenziali che hanno caratterizzato, per anni, l’operato dei pubblici funzionari infedeli oggi arrestati. In cambio degli illeciti servizi prestati, abusando dei poteri derivanti dall’incarico ricoperto, i dirigenti ANAS SPA e gli esponenti politici indagati hanno ottenuto utilità e/o provviste corruttive dai titolari di aziende, affidatarie di commesse di opere pubbliche di interesse nazionale", scrivono in una nota ufficiale le Fiamme Gialle del Nucleo Tributario di Roma

Insieme ai provvedimenti sono scattati sequestri per equivalente di 800 mila euro. Decine i lavori sotto la lente, tra i quali il raccordo autostradale Sicignano Potenza, la SS 117 Centrale Sicula – quest’ultima cofinanziata dalla Regione Sicilia – entrambi aggiudicati nel 2014. Ancora, la SS 96 Barese e la SS 268 del Vesuvio, arterie stradali aggiudicate nel 2012. In tale articolato illecito contesto, secondo ipotesi investigativa, il politico indagato, in virtù del ruolo istituzionale ricoperto, ha garantito al titolare di un’importante impresa la nomina di un presidente di gara “non ostile”, tant’è che – effettivamente – l’imprenditore si aggiudicava l’importante appalto in Sicilia.

Pesanti le parole del Giudice che ha firmato i 19 arresti, che ha dipinto: “…un marciume diffuso all’interno di uno degli enti pubblici più in vista nel settore economico degli appalti”, reso ancora più “sconvolgente” dalla facilità di intervento del sodalizio per eliminare una penale, aumentare interessi e facilitare il pagamento di riserve, nonché, ancora più grave, far vincere un appalto ad una società “amica”, a discapito di altre risultate più meritevoli.

Gli altri arrestati: Emiliano Cerasi – cl. 1967 ; Giuseppe Colafelice– cl. 1958; Oreste De Grossi – cl. 1956 – in carcere; Antonino Ferrante – cl. 1961; 8. Sergio Serafino La Grotteria – cl. 1967 – carcere; 9. Vincenzo Lo Conte – cl. 1956; Carmelo Misseri – cl. 1956; Andrea Musenga – cl. 1953; 12. Elisabetta Parise – cl. 1972; Giovanni Parlato – cl. 1967 – carcere; Vito Rossi – cl. 1950; 16. Giovanni Spinosa – cl. 1957; 17. Paolo Tarditi – cl. 1957; 18. Antonio Valente – cl. 1961; 19. Sergio Vitardello – cl. 1937. (dove non diversamente indicato, si tratta di arresti domiciliari).

Sono accusati, a vario titolo, di corruzione per l’esercizio della funzione e per atto contrario ai doveri d’ufficio, turbativa d'asta, autoriciclaggio, favoreggiamento personale e truffa.

Stamani la Finanza ha eseguito anche oltre 50 perquisizioni tra Lazio, Sicilia, Calabria, Puglia, Lombardia, Trentino Alto Adige, Piemonte, Veneto, Molise e Campania che hanno permesso di sequestrare ulteriori 225 mila euro in contati.

Acquisiti documenti anche nelle sedi ANAS di Roma, Milano e Cosenza.

(Alessandra Serio)

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