D'Amato: "Rivedere la normativa antimafia su sequestri e confische"

D’Amato: “Rivedere la normativa antimafia su sequestri e confische”

Alessandra Serio

D’Amato: “Rivedere la normativa antimafia su sequestri e confische”

mercoledì 15 Gennaio 2025 - 07:00

Il procuratore capo di Messina chiede un tavolo di lavoro legislativo per evitare che le imprese confiscate possano restare inn mano alla mafia

Messina – Il procuratore capo di Messina Antonio D’Amato apre alle modifiche sulla legislazione anti mafia in tema di sequestri e confische. “La legislazione antimafia italiana è all’avanguardia ma è tempo di ripensare la normativa relativa ai sequestri – ha detto il capo degli inquirenti messinesi commentando il blitz anti mafia scattato ieri a Barcellona – Questa indagine conferma che i provvedimenti sono spesso inefficaci e aggirati dalle organizzazioni e nella maggior parte dei casi le imprese interessate subiscono due sorti: falliscono, se sottratte ai mafiosi, o continuano a prosperare quando continuano ad essere effettivamente gestite dalle stesse organizzazioni”.

Urgente il tavolo di lavoro sulla legislazione

“Il tema è complesso e abbisogna di tutte le componenti del settore chiamati a dare il proprio apporto professionale. Sarebbe opportuno chi ha responsabilità politiche dovrebbe avviare un tavolo di confronto per modificare la normativa vigenti. Ma avvalendosi della magistratura, degli ordini professionali, avvocati e commercialisti, per adottare le misure più oculate ed evitare il ripetersi di fatti come quelli registrati con questa indagine”, dice il procuratore d’Amato.

Il dibattito sulla normativa in tema di sequestri

L’argomento era tabù fino a qualche anno fa, chi faceva notare i ” “buchi” legislativi nella complessa normativa vigente rischiava di essere additato come apri pista della mafia. Gli avvocati penalisti hanno fatto notare in passato alcuni paradossi attuativi e lacune normative e le forze dell’allora opposizione avevano raccolto l’appello. Il punto non è però oggi nell’agenda setting dell’attuale Esecutivo, oggi composto da quelle stesse forze. E’ ora la magistratura, impegnata nel dialogo con il Governo sui progetti di riforma che la riguardano, ad aprire ad una revisione della normativa.

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