Danni a S. Teresa, l'osservatorio sull'erosione costiere: "Mareggiate? No, è colpa dell'uomo"

Danni a S. Teresa, l’osservatorio sull’erosione costiere: “Mareggiate? No, è colpa dell’uomo”

Redazione

Danni a S. Teresa, l’osservatorio sull’erosione costiere: “Mareggiate? No, è colpa dell’uomo”

sabato 18 Gennaio 2025 - 17:28

Il responsabile messinese Enzo Bontempo: "Sono calamità artificiali, è colpa di chi ha alterati gli equilibri delle spiagge"

SANTA TERESA DI RIVA – Calamità naturale o “artificiale”? Questa è la domanda che si è posto Enzo Bontempo, responsabile per la provincia di Messina dell’osservatorio sull’erosione delle spiagge, intervenuto poche ore dopo il crollo di una porzione di lungomare a Santa Teresa di Riva durante la forte ondata di maltempo del 17 gennaio.

Bontempo si è chiesto se sia giusto parlare di “calamità naturali” nell’analisi dei danni o se si tratta “del risultato di comportamenti sbagliati e di veri e propri azzardi sfidando le leggi naturali”. E da qui è nato il suo attacco: “La mareggiata è stata violenta, ma da che mondo è mondo le mareggiate ci sono sempre state. Se oggi si contano i danni è perché qualcosa è cambiato sulle coste: è l’uomo che si è avvicinato pericolosamente al mare invadendone lo spazio naturale e alterando i delicati equilibri di formazione delle spiagge. Ci pare questo il caso del lungomare di Santa Teresa di Riva, la cui spiaggia è classificata a rischio elevato R4 ed pericolosità P3 nel Piano per l’Assetto Idrogeologico (P.A.I.) – Carta della pericolosità
e del rischio”.

E ancora: “In questi anni si è consentito l’ampliamento del lungomare occupando la residua spiaggia e non solo. Il litorale di Santa Teresa di Riva, come tutte le spiagge dei comuni della fascia costiera della nostra provincia, è da tempo interessato dall’erosione del quale ben si conoscono le cause. Ma nulla è stato fatto per eliminarle: ci riferiamo alle piazzette sporgenti che occupano la spiaggia e fanno da barriere riflettenti contro le quali le onde vanno a sbattere provocando danni e trascinando via quella sabbia, quei sedimenti che sono la base per la formazione delle spiagge. Ovviamente, questo non è l’unico caso di urbanizzazione della fascia costiera spinta fin sulla battigia, anzi si può dire che la pratica è assai diffusa sia sulla costa ionica che su quella tirrenica, e prosegue come se fosse il mare a doversi adeguare alla brama di occuparne gli spazi”.

“Dobbiamo accettare il fatto che l’azione distruttiva delle onde appartiene alla dinamica naturale, e che i suoi effetti non si possono definire “calamità naturale” perché si tratta, invece, di una grave ed irresponsabile sottovalutazione di un rischio evidente e riconosciuto. Su quasi tutta la costa della nostra provincia si è costruita una barriera rigida che impedisce l’espansione delle onde, e quando si determinano queste condizioni il mare si prende comunque il suo. E’ l’uomo che deve adattarsi a questa realtà, con intelligenza e con rispetto per gli elementi naturali”.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007