Per la prima volta nella storia, l'umanità è stata in grado di deviare l'orbita di un corpo celeste
La NASA e l’Agenzia Spaziale Italiana hanno presentato i primi risultati dell’analisi dei dati della missione DART, confermando il raggiungimento degli obiettivi. Per la prima volta nella storia, l’umanità è stata in grado di deviare l’orbita di un corpo celeste. A seguito dell’impatto con la sonda “Dart”, l’asteroide Dimorphos ha subito una modifica della sua orbita attorno a Didymos, l’asteroide più grande con cui forma un sistema binario. Prima dell’impatto, Dimorphos impiegava 11 ore e 55 minuti per completare un’orbita intorno al suo compagno. Ora, il periodo orbitale è di 11 ore e 23 minuti, 32 minuti in meno, mentre Dimorphos si trova un po’ più vicino a Didymos di prima.
Per avere un riferimento, l’obiettivo della missione “Dart” era quello di modificare l’orbita di Dimorphos di almeno 73 secondi, per cui si può parlare tranquillamente di uno straordinario successo. La conferma arriva dall’analisi del sistema binario da parte di diversi osservatori terrestri che stanno monitorando l’orbita dei due corpi dal giorno dell’impatto. L’incertezza dei dati annunciati dalla NASA è al momento di appena +/- 2 minuti.
Modifica dell’orbita dell’asteroide
La modifica dell’orbita è avvenuta infatti in parte a causa del trasferimento di quantità di moto dalla sonda all’asteroide, ma in parte anche dal contraccolpo esercitato dall’espulsione di detriti dalla superficie causata dall’impatto e che ora è importante oggetto di studio da parte dei ricercatori.
L’esito di Dart rappresenta un risultato straordinario, innanzitutto tecnologico. La sonda è riuscita a colpire con successo un asteroide largo al massimo 160 metri ad una distanza di 11 milioni di km dalla Terra e dopo un viaggio di circa 10 mesi. LICIACube, un cubesat di 13 kg con due telecamere a bordo, si è stattacato da Dart poche settimane prima dell’impatto e con un sistema di navigazione autonomo basato su intelligenza artificiale, è stato in grado di effettuare il sorvolo dei due asteroidi mantenendo puntati i suoi strumenti sugli obiettivi durante il passaggio, dando così la possibilità di osservare i due corpi da diversi punti di vista.
Come ha commentato l’amministratore della Nasa Bill Nelson, la missione ha dimostrato la fattibilità di poter modificare l’orbita di un asteroide in rotta di collisione con la Terra, a patto di intervenire per tempo. Dimorphos e Didymos saranno visitati ancora una volta verso la fine del 2026 da Hera, una nuova missione questa volta dell’ESA, che avrà il compito di analizzare in maggiore dettaglio gli effetti di Dart.