"Bisignano riporta i dati provinciali sui contagi dimenticando che le ordinanze del sindaco hanno valore solo su Messina"
Il sindaco replica all’ex assessore provinciale Michele Bisignano che in una nota ha sostenuto che le ordinanze dello “sceriffo” non hanno salvato Messina dal contagio. Tutt’altro. Di seguito la replica di De Luca.
La tesi di Bisignano
Bisignano dichiara che, dati alla mano, a Messina il numero dei contagi sarebbe il più elevato tra le città della Sicilia, precisando che dal confronto va esclusa la provincia di Enna perché nel suo territorio sono ricompresi i comuni che sono attualmente zona rossa. Aggiunge poi che il dato numerico confermerebbe una crescita del numero dei contagi che, secondo il suo ragionamento, non sarebbe stata rallentata o contenuta dalle misure poste in atto dal Sindaco di Messina nel territorio cittadino.
De Luca: deficit logico
Il ragionamento di Bisignano, se tale possiamo definirlo, è affetto da un evidente ed insuperabile deficit logico. Difatti, Bisignano prima esegue una comparazione tra i dati del contagio di Messina e della sua provincia con le altre città ed i relativi territori provinciali, per affermare che le misure che il Sindaco ha posto in essere sul territorio comunale non avrebbero arrestato il contagio nella provincia!
Bisignano confonde città e provincia
Bisignano evidentemente confonde la città con la provincia, oppure è arrivato alla errata convinzione che le ordinanze sindacali abbiano efficacia anche sul territorio provinciale. In entrambi i casi, gli consigliamo di verificare le sue certezze prima di divulgarle, perché altrimenti rischia di fare la figura di quello che, pur essendo stato per anni consigliere provinciale, non sa distinguere le competenze dei vari Enti territoriali. Sarebbe anche superfluo rammentare, ma a questo punto vale la regola repetita juvant, che le Ordinanze Sindacali hanno valenza, efficacia e portata solo per il territorio comunale di Messina. E anche su questo punto Bisignano, che pure è stato consigliere provinciale, sembra essersi dimenticato che Messina ha la provincia più estesa di tutto il territorio regionale, con ben 108 Comuni di appartenenza. Pertanto, quando si fanno paragoni tra numeri di contagi e province, occorre farli rapportando il dato dei contagiati con il numero della popolazione residente. Diversamente da così, non solo il dato che ne esce fuori è falsato, ma si semina il sospetto di non avere compreso le regole basilari dell’indagine statistica e demoscopica. Oppure, e mi auguro che non sia questo il caso, si dimostra di avere agito con mala fede intellettuale.
Enna ha zone rosse, Messina no
Anche il confronto che Bisignano articola tra le province siciliane è affetto da una grave dimenticanza. Bisignano infatti invita a non tenere in considerazione il dato di Enna, nella cui provincia si trovano i comuni dichiarati zona rossa, come se una tale circostanza non avesse rilievo, quasi a volere dire che la dichiarazione di zona rossa esclude queste aree dalla conta dei contagi. Francamente non si comprende in forza di quale regola matematica, statistica o logica Bisignano arrivi a formulare una simile esclusione. Senza contare il fatto che anche nella provincia di Messina si sono verificati dei casi di contagio che avrebbero potuto, se non fossero stati gestiti con tempestività e immediatezza, causare una espansione del Coronavirus. Ma ciò non è avvenuto anche grazie al modello organizzativo che l’ASP ha messo a punto a seguito delle sollecitazioni, delle richieste e delle criticità emerse e risolte nei tavoli di confronto che il Comune di Messina ha richiesto, e che hanno consistito di passare da una gestione meramente burocratica dell’emergenza sanitaria, ad una gestione concreta ed efficiente della stessa.
Comportamenti scellerati
Del tutto personalistiche e venate da un malcelato sentimento personale, risultano poi le considerazioni finali sulla pretesa inefficacia delle misure poste in essere dal Sindaco di Messina e che non avrebbero conseguito l’effetto della riduzione dei contagi. Bisignano non è in grado di dire se senza le ordinanze sindacali il contagio sarebbe stato maggiore o minore, perché non lo sa e non si cura neppure di fingere di saperlo. Quello che invece sappiamo e possiamo dire a gran voce è che Messina si è svegliata una mattina con l’esplosione del contagio a causa della scellerata condotta di alcuni soggetti che, dopo avere soggiornato in aree a rischio, hanno scientemente deciso di agire in violazione delle norme sanitarie che vigevano all’epoca dei fatti, determinando una espansione del contagio che, per effetto di questa violazione, è stata esponenziale. Il Comune di Messina è prontamente intervenuto per identificare questi soggetti e ricostruire la catena dei contagi, arrestandola e circoscrivendola ai contesti di primo contatto. Non dimentichiamo il fatto, ancora più importante, che il Comune di Messina ha attivato primo tra tutti comuni dell’Isola, il COC in data 9 marzo 2020, istituendo una regia globale alla quale è stata affidata la gestione di tutti gli aspetti dell’emergenza sanitaria.
Ordinanze inutili e non impugnate
In questo contesto vanno inserite anche le Ordinanze Sindacali, con le quali si è data attuazione alle disposizioni nazionali che, viceversa, sarebbero rimaste regole astratte che difficilmente sarebbero state rispettate e ancora più difficilmente avrebbero potuto essere verificate dalle Forze dell’Ordine. Grazie a questa serie di interventi, iniziative e provvedimenti (e quindi non solo per effetto delle Ordinanze ma anche grazie alle stesse) il contagio a Messina al momento segue un andamento lineare, ciò vuol dire che pur proseguendo, lo stesso contagio sembra derivare da contatti diretti, e non già dalla violazione generalizzata delle regole comportamentali da parte della collettività che, contrariamente a quanto vorrebbero sostenere gli sciacalli dell’ultima ora, ha accolto di buon grado le restrizioni, dimostrando un grande senso di responsabilità modificando le proprie abitudini comportamentali a tutela della pubblica incolumità.
Ennesimo attacco sterile
Mi trovo costretto a leggere l’ennesimo attacco sterile, errato nei presupposti, privo di sostanza e che dimostra solo come una certa parte dei messinesi odi la sua stessa città e attacca il Sindaco pur essendo pienamente consapevole che ad oggi nessuna tra le Ordinanze sindacali è stata impugnata o dichiarata illegittima (con la sola eccezione di quella relativa all’attraversamento dello Stretto, che è una storia a sé per le modalità con le quali il Governo si è mosso contro il Sindaco De Luca).
CONTROREPLICA DI BISIGNANO- Nella mia nota ho fatto riferimento chiaramente alla Città Metropolitana, che, come è notorio comprende tutto il territorio provinciale. Non c’e quindi alcuna confusione fra le due realtà territoriali che conosco benissimo, avendole visitate durante i cinque anni di esperienza nel ruolo di Assessore Provinciale, come d’altronde, sa benissimo il Sindaco De Luca che, alla mia presenza, ha preso parte, quale Sindaco del Comune di Fiumedinisi a diversi incontri promossi dalla Provincia Regionale di Messina. Ho espresso da cittadino la mia opinione coerentemente con quelle che ho espresso in riflessioni precedenti, e caratterizzate da un dissenso nei confronti dei metodi gestionali posti in essere per Messina. Ed esprimere dissenso o formulare critiche non significa, odiare la città ma costituisce l’elemento fondante della democrazia
Giuste osservazioni che subito avrei fatto. Determina sindacale deriva da “sindaco” quindi perché parlare di provincia. Poi escludere le zone rosse ….perché…zone rosse ???!!
Cateno hai avuto gioca facile, l’hai asfaltato.
Concordo pienamente. Mi permetto di aggiungere che il dott. Bisignano mostra anche di tenere in scarsa considerazione i suoi concittadini definendoli, in modo generalistico e peraltro offensivo, acritici. Ritengo che TUTTI i messinesi abbiano la capacità di comprendere cosa succede in questa città da un mese e mezzo a questa parte e di discernere chi si è impegnato e si sta impegnando per loro concretamente, vedi amministrazione comunale, da chi si limita a portare avanti una sterile quanto inconcludente polemica con l’unico scopo di distogliere l’attenzione dalle inefficienze di una parte delle istituzioni nonché dalle scelleratezze di alcuni privati. Grazie Sindaco
Ma tutti i sapientoni (morti )escono a galla adesso (risuscitaru tutti)