Il governo inserisce nel decretone norme non urgenti ma sulle ex province siciliane rinvia... E De Luca non le manda a dire
In occasione dell’incontro nel Salone degli Specchi di venerdì 21, il sottosegretario all’economia Villarosa, aveva in linea di massima escluso la possibilità d’inserire un decreto d’urgenza per salvare le ex province dell’isola inserendolo nella legge su Reddito di cittadinanza e Quota 100 (leggi qui). A dipendenti, sindacati e politici presenti aveva detto “non possiamo abusare della decretazione d’urgenza e soprattutto non possiamo inserire argomenti che non sono di stretta attinenza al decreto”.
Così rispondeva quindi in particolare al parlamentare di Forza Italia Nino Germanà che ha presentato un ddl per l’abolizione del prelievo forzoso ed al sindaco De Luca che chiedeva un provvedimento urgente che autorizzasse ad approvare in deroga i bilanci in disequilibrio come quello di Palazzo dei Leoni.
Martedì 26 Villarosa ha modificato in parte la rotta, rinviando comunque la soluzione normativa a data e modalità da individuare (leggi qui).
E mentre le ex Province siciliane rischiano di tirare le cuoia il governo gialloverde si appresta, come del resto accade da anni, a “riempire” il decreto su Reddito di cittadinanza e Quota 100 di altri provvedimenti, non strettamente attinenti alla tematica. Una prassi per la verità utilizzata da sempre.
Proprio per questo il sindaco metropolitano che martedì sera aveva incassato con toni moderati il comunicato di Villarosa, oggi ha invece lanciato il fendente.
“Il governo nazionale vuol prenderci in giro? Abbiate la bontà della chiarezza ma basta con l’ipocrisia”.
De Luca infatti evidenzia una dichiarazione di Laura Castelli, sottosegretario alla Giustizia Castelli (M5S) che spiega d’aver fatto inserire nel decreto sul Reddito di cittadinanza norme non urgenti e attinenti. “Stiamo facendo un grande lavoro per rimuovere tutti quegli ostacoli normativi che penalizzavano i piccoli CAF e Patronati. Durante l’iter di conversione del Decreto su Reddito di cittadinanza e Quota 100, siamo riusciti a far inserire la norma che sposta in capo al contribuente la responsabilità, oggi di CAF e Patronati, per asseverazioni di dichiarazioni infedeli da parte dei contribuenti stessi”.
Nel frattempo le risposte alle 9 ex Province siciliane (tre delle quali sono diventate Città Metropolitane), sono rimandate nel tempo, nonostante l’urgenza e l’emergenza.
Dopo due giorni di silenzio De Luca ha quindi cambiato toni: “Perché è urgente e cosa c’entra la modifica delle norme sulla rappresentatività dei patronati e dei caf con questo decreto? Quant’ altra materia estranea e non urgente stanno facendo ingoiare al parlamento? E l’esistenza in vita delle ex province siciliane non è più urgente? Volete farle fallire? Attendo risposte dal mondo politico e soprattutto dal Sottosegretario di Stato dell’ Economia Alessio Villarosa”.
Lasciato alle spalle il profilo basso delle ultime 48 ore De Luca è tornato in trincea ed ha bloccato l’esercizio provvisorio della Città Metropolitana.
Rosaria Brancato