L'INTERVISTA. Il deputato regionale ed ex sindaco: "Messina è cambiata perché ha avuto coraggio. Mia moglie temeva la mia elezione a presidente della Regione e non voleva, vi narro i retroscena e le prospettive per Sud chiama Nord e Sicilia Vera"
di Carmelo Caspanello (riprese e montaggio Matteo Arrigo)
L’onorevole Cateno De Luca è tornato. Come sta?
“Sto meglio, ho completato ormai la… revisione. Riprenderò con l’anno nuovo la mia consueta attività – replica il deputato regionale ed ex sindaco di Messina – ovviamente con una progressione di impegni, così come mi hanno raccomandato i medici. Tutti i valori sono rientrati. Ringrazio i sanitari del Policlinico di Messina che mi hanno curato ed assistito”.
Nel viaggio in ambulanza aveva pensato di non farcela, ma il suo timore non era morire…
“Ero in uno stato di semicoscienza, nel senso che avevo la parte destra del mio corpo tutta paralizzata. Però riuscivo a percepire quanto si stava verificando intorno a me. Mentre ero in ambulanza, ho sentito più volte il medico che chiamava il Pronto soccorso per predisporre il tutto e ripeteva: codice rosso, ictus in atto. Ovviamente, in quella situazione, non mi ha generato paura la morte, che ho sempre considerato un evento che fa parte della nostra vita, lo sottolineo. In quel momento, ho pensato, invece, alla situazione complessiva nella quale ancora mi trovavo dopo la campagna elettorale, sia dal punto di vista economico quanto organizzativo e familiare. Un anno di campagna elettorale mi aveva portato a stare lontano dai miei affetti e rinviare una serie di cose che in quel momento mi erano tornate tutte in mente. La considerazione che ho fatto è stata molto semplice: sentivo amarezza in quanto avrei potuto lasciare i miei affetti in una situazione di precarietà, in tutti i sensi. Questo me lo rimproveravo in quegli istanti”.
Il 2022 lo ha visto protagonista sul palcoscenico della politica regionale. E non solo. Ha determinato il sindaco di Messina dopo essersi dimesso, con una maggioranza inimmaginabile alla vigilia della tornata elettorale. Ha portato 8 deputati alla Regione, divisi addirittura in due gruppi parlamentari, ha fatto eleggere un deputato nazionale ed una senatrice. Ed ha raccolto oltre 500mila consensi. Cosa poteva chiedere di più al 2022 sotto il profilo politico? Forse la presidenza della Regione? O in fondo sapeva che non era semplice…
“Vi racconto un aneddoto. Mia moglie era molto preoccupata in campagna elettorale perché temeva che potessi diventare il presidente della Regione. Mi sottolineava che, anche per una serie di dinamiche familiari, non si sentiva pronta e a suo avviso non ero pronto. La tranquillizzavo rispondendole che partivo dal presupposto che per me sarebbe stata una vittoria arrivare secondo. Non si era mai verificato in Sicilia che un movimento autonomista slegato dai partiti nazionali potesse arrivare ad un risultato come quello che abbiamo raggiunto. Arrivare secondo significa mettere i punti fermi sulla prospettiva che mi riguarderà e ci riguarderà. Questa è una tappa intermedia. Il risultato spiana la strada al progetto De Luca sindaco di Sicilia. Tutti mi definiscono un fenomeno da studiare. Nessuno è riuscito a fare quello che abbiamo fatto noi, compresa l’elezione di due parlamentari nazionali. Tra l’altro non potevamo vincere per un motivo tecnico (e non politico), per l’election day, studiata con un obiettivo ben preciso: evitare che in Sicilia si facesse campagna elettorale in modo che la vera campagna elettorale la potessero fare, per tutti, i partiti a livello nazionale. Il neo presidente Renato Schifani è stato un maestro. Scientifico. Non ha fatto campagna elettorale ed ha fatto bene, evitando gaffe come accaduto nelle sue poche uscite. Noi abbiamo eroso parte di quel risultato acquisito grazie ad una buona campagna elettorale. E devo dire che la gente ci ha dato fiducia, come dimostrano i 500mila voti che ci sono stati dati”.
Il futuro di Messina passa dal Piano di riequilibrio. La Corte dei conti è tornata a chiedere chiarimenti e documenti a Palazzo Zanca. La risposta dovrà essere fornita entro metà febbraio. Se ne saprà di più a marzo. E’ fiducioso?
“Intanto c’è da dire che la Corte dei conti ha chiesto un aggiornamento di dati. C’è da tenere presente, inoltre, che Messina già con De Luca è riuscita, in cinque anni, a garantire servizi che prima non venivano dati. Oggi viene riconosciuto che l’unico sistema che funzione come Città metropolitana in Sicilia è quello di Messina. Ciò significa che il Salva Messina, al di là delle tempistiche con la Corte dei conti, ha già dato risultati quotidiani che si vedono in una città che comincia finalmente ad avere servizi degni di una città metropolitana. Sul fronte della Corte dei conti, non ho dubbi sull’esito: anzi, non vedo l’ora che si chiuda questa procedura. Anche perché sarà l’ennesimo schiaffo nei confronti di chi non si è mai voluto prendere la responsabilità di risanare la città e di amministrarla. Di chi ha solo aspettato l’approvazione formale del piano per gestirlo. Noi quel piano non solo lo abbiamo gestito ma nell’attesa della sua approvazione lo abbiamo anche esaurito: i creditori sono stati pagati e delle 17mila e 600 sentenze esecutive ne sono rimaste qualche centinaio…”.
Messina diventa la città dei grandi eventi. I Negramaro hanno acceso piazza Duomo, risvegliato l’orgoglio dei messinesi… Meravigliosa (per dirla con il gruppo pugliese). Com’è cambiata Messina negli ultimi anni?
“Messina è cambiata perché ha avuto il coraggio di fare una scelta, allora giudicata da molti spregiudicata o blasfema, di eleggere un sindaco (Cateno De Luca, ndr) che avrebbe dovuto fare ciò che altri, i suoi predecessori, per decenni, non hanno voluto fare. Oggi Messina riesce a garantire servizi sempre più elevati, capacità di spesa e si parla di questa città anche e soprattutto per la raccolta differenziata. E’ il modello Messina. Anche i grandi eventi, che fanno parte di un progetto di 10 milioni di euro e si snoderanno in un arco temporale di anni, dimostrano che non stiamo parlando di una iniziativa fine a se stessa… bensì di una strategia, quella di promuovere Messina. Un posto letto da S. Teresa a Rometta, la sera del concerto evento, non si trovava. Voglio comunque precisare che se non avessimo fatto il concerto, quei soldi non potevamo destinarli ad altro. Sono risorse che abbiamo avuto la capacità di intercettare per promuovere la città, mettendo in moto la sua economia”.
I progetti per Sicilia Vera e Sud chiama Nord
De Luca sostiene che la politica e i trasferimenti dello Stato per gli Enti locali debbano cambiare, in modo da poter far fronte anche alla crescente esigenza di aiuto da parte delle famiglie in difficoltà. Con lui ci siamo soffermati anche sul “Caso” che ha portato alle dimissioni della presidente ArisMe, Alessia Giorgianni (“è venuto meno il rapporto fiduciario”) e sui rapporti con il sindaco, Federico Basile (definiti “ottimi”). Perentoria la replica quando abbiamo chiesto cosa pensa della nomina del presidente della Regione Schifani quale commissario per il risanamento a Messina: “Mi chiedo solo – chiosa – come possa fare il commissario una persona che la città non la vive…”. Sul fronte politico, De Luca ha spiegato nell’intervista video rilasciata a Tempostretto, i progetti per Sud chiama Nord e Sicilia Vera. Non sembra, al momento, che ci sia l’intenzione, di trasformare i due movimenti in partito. Ma per saperne di più si dovrà attendere la Conferenza nazionale di Sud chiama Nord, in programma a marzo a Roma. L’ipotesi candidatura a sindaco di Taormina sembra svanita (“anche se mi manca la fascia tricolore”). Dulcis in fundo, le vicissitudini giudiziarie: “Dopo 18 processi e due arresti non ho più alcuna pendenza. Quello appena trascorso è stato il primo Natale dal 2011 passato senza studiare atti…”. Immancabili le previsioni per il 2023. Cateno De Luca ha fatto le carte all’anno che verrà (in video l’intervista integrale all’on. De Luca).