Si è aperta a Taormina l'assemblea nazionale di Sud chiama Nord. Il leader carica i suoi: "Facciamo sul serio e lo vedrete"
TAORMINA – Prima giornata dell’assemblea nazionale di Sud Chiama Nord a Palacongressi ed è subito De Luca show. Davanti ai tesserati che hanno riempito la sala, il leader del partito ha subito messo le cose in chiaro: “Noi che abbiamo i titoli conquistati sul campo, siamo il primo movimento politico in Sicilia e lo abbiamo dimostrato con i numeri in una elezione regionale. E lo continuiamo a fare. In Sardegna siamo riusciti a eleggere tre candidati regionali con Orizzonte Comune di Francesco Cuccureddu, lista federata a Sud chiama Nord, dimostrando ancora una volta la nostra forza. Oggi diamo vita al progetto nazionale – ha aggiunto De Luca – saremo presenti alle prossime elezioni europee. Diremo le cose per come stanno, ci batteremo per la libertà degli italiani e contrasteremo le politiche romanocentriche dei partiti tradizionali, compresa la Lega di Salvini. Facciamo sul serio e lo vedrete”.
Cateno De Luca ha fatto il punto sulla campagna tesseramento e sulla crescita del suo partito sul territorio. “Siamo l’esempio – ha detto sul palco del Palacongressi – della crescita autentica del civismo. Un movimento che è riuscito ad imporsi ai partiti nazionali. E dati alla mano sta continuando a farlo. I nostri obiettivi erano 10mila iscritti. A livello nazionale Laura Castelli, il nostro presidente, aveva il compito di radicare il partito in tutte le regioni d’Italia. Siamo andati ben oltre le nostre aspettative, arrivando a oltre 15mila tesserati in tutta Italia coprendo tutto il Paese. Abbiamo costituito quasi 300 comitati”.
Quali sono le percentuali nelle singole regioni?
Quanti tra i dipendenti delle partecipate?
Nulla da recriminare, ma a livello statistico sarebbe comunque un dato interessante per comprendere l’evoluzione del fenomeno.
ANSA:
“Altro che paura dell’autonomia differenziata, noi vogliamo il Regno delle Due Sicilie. Noi siamo federalisti e puntiamo ad aggregare nel rispetto dell’autonomia, non vogliamo più uno Stato centralista”
Nessuno vuole più uno stato centralista.
È il mantra della politica attira voti di questi tempi, come se il problema fosse il centralismo e non chi lo gestisce.
15.000 tesserati !? Togliete quelli che lavorano direttamente o indirettamente per lui e i dipendenti delle partecipate e restano Lui e quattro amanti del turpiloquio e dell’insulto .
Riesce ad avere un minimo di seguito solo grazie all’ analfabetismo funzionale presente in italia e purtroppo in maniera ancora maggiore nella mia Sicilia .
Il suo smodato ego lo autodistruggerà , ci vorrà solo tempo , non si vive di odio e insulti .
Li trovi come vuoi tu, tutta gente che vuole lavorare seduta