De Luca padre padrone, il Pd "parla" e il centrodestra tace

De Luca padre padrone, il Pd “parla” e il centrodestra tace

Marco Olivieri

De Luca padre padrone, il Pd “parla” e il centrodestra tace

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domenica 12 Maggio 2024 - 09:11

Mentre volano probabili querele, con De Leo e Di Ciuccio contro il loro ex leader, 7 giorni di super follia a Messina

di Marco Olivieri

MESSINA – Questa settimana è successo di tutto a Messina sul piano dello show mediatico e politico. Se fosse il protagonista di una serie americana, Cateno De Luca metterebbe in difficoltà persino i suoi sceneggiatori. Colpi di scena, attacchi e veleni, sorrisi e dispiaceri, progetti e continui rilanci. Giovedì 9 maggio, ancora convalescente, dimesso dal Policlinico da poche ore, ha chiamato a sé i giornalisti per ribadire: lui non molla. Da qui l’avvio di un tour in camper a sostegno della lista “Libertà”. E ha esplicitato il suo obiettivo a Messina e provincia: quello di “confermare i 150 mila voti ottenuti e gli oltre 500 mila in Sicilia conseguiti alle regionali del 2022. Perché – ha ricordato – viviamo di consenso. In città questa amministrazione non deve prendere nemmeno un voto in meno rispetto alle precedenti elezioni”.

Con sincerità, e una certa dose di spietatezza, De Luca, pur confermando la sua vicinanza al sindaco Basile, ha ricordato “la parabola dei talenti”. Se chi amministra perde voti significa che sta commettendo “peccato” perché non mette a frutto il suo talento. Parole chiare rivolte ad assessori e componenti delle partecipate: “Siete tutti politici. O vi date da fare e portate voti. O ve ne andate a casa”.

La spada di Damocle del De Luca padre padrone sulla Giunta Basile

Da “padre padrone” e leader di Sud chiama Nord, e “federatore” della lista “Libertà”, l’ex sindaco di Messina ha le idee chiare: “Tutte le nomine sono politiche e le faccio io”. Questo può comportare, però, non pochi problemi a Federico Basile, come abbiamo evidenziato, nella sua gestione. È vero che De Luca è il capo politico ma ci sono degli equilibri amministrativi che non possono essere liquidati in modo semplicistico.

Di certo, da queste elezioni europee Basile ha molto da perdere. I voti nelle competizioni precedenti non si “traducono” facilmente in un consenso successivo, legato a molti fattori. La Giunta ha bisogno di un significativo “tagliando”. Ma andrebbe fatto in relazione ai risultati e agli obiettivi dell’amministrazione. Sia chiaro, la verifica va fatta in collegamento con gli obiettivi politici del suo partito di riferimento, ma senza ridimensionare il Basile amministratore.

De Luca contro De Leo, Di Ciuccio, Germanà e Musolino, l’unico che “assolve” è sé stesso

Nel frattempo, un De Luca a ruota libera, in diretta Facebook, ha provocato le inevitabili reazioni degli ultimi ex di Sud chiama Nord: Alessandro De Leo e Rosaria Di Ciuccio. Probabili le querele. Parole severe anche nei confronti dei senatori Germanà e Musolino, anche se nel caso di quest’ultima intrise d’amarezza.

In politica si cambia, spesso con troppa facilità, ma De Luca continua ad assolvere sé stesso quando fa lui le operazioni spregiudicate. “Mi sono alleato con Germanà per dividere il centrodestra” e “ho messo quell’altro nella partecipata per quel motivo…”, ha confessato. Allo stesso tempo, però, condanna gli altri quando lo “tradiscono”. Dalle attuali porte girevoli dei partiti nessuno o quasi può ritenersi immune. Se è lui ad accogliere i transfughi va tutto bene. Ma guai a chi decide d’abbandonarlo.

Miracolo a Messina: il Pd “parla”

Ma lasciamo De Luca e spostiamoci sul centrosinistra. In questa settimana d’ordinaria follia si è assistito a un miracolo a Messina: il Pd è tornato a parlare, scuotendosi dall’eterno torpore. Sarebbe preferibile però che lo facesse, con più credibilità, una volta che si sarà irrobustito e avrà dato chiari e inequivocabili segnali di un reale risveglio: radicamento nel territorio, nuova classe dirigente, idee e prospettive per un Partito democratico chiamato a trovare un’identità. Un problema anche nazionale che la segretaria Elly Schlein deve affrontare non temendo di rompere con i notabili e con chi vive di rendite di posizione.

L’impresa non è facile ma è necessaria. Pd, Movimento Cinquestelle e Alleanza Verdi Sinistra intercettano solo in parte un popolo di sinistra o che comunque potrebbe votarli se la proposta politica fosse all’altezza dei problemi enormi di questo periodo storico. Per quanto riguarda Messina e la sua provincia, questo processo deve partire da zero. Se il M5S ha un suo radicamento, Pd e Avs devono costruire le fondamenta della casa.

Il silenzio del centrodestra in attesa di prendere i voti e “scappare”

E infine i “prendi i voti e scappa”: in un precedente articolo così abbiamo sintetizzato una certa tendenza del centrodestra. Al governo nazionale e regionale, con in più a livello locale la tegola del caso giudiziario che coinvolge l’ex candidato sindaco Maurizio Croce, il centrodestra messinese tace spesso.

Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, in particolare, mettono in un unico calderone autonomia differenziata, “ponte e libertà” e il “no” (ormai diventato legge) al reddito di cittadinanza. In quest’ultimo caso senza creare alcuna alternativa valida per chi ha bisogno. E, soprattutto, senza idee per far rinascere nell’immediato il territorio. Il dinamismo si ferma al momento del voto. Poi prevale l’inerzia.

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6 commenti

  1. CETTO SEI TUTTI NOI 12 Maggio 2024 09:57

    Foeza Cetto sempremente e qualunquemente 😀

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  2. Il vero trasformista è De Luca che da pontista ferreo diventa no-pontista. Dal bacino elettorale di centrodestra ora cerca i voti a centrosinistra….che tristezza… l’ho votato in passato ma ora MAI PIÙ!

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  3. Al mercato del bestiame cui tutti partecipano senza nessun ritegno, talvolta si acquista e ci si convince di essere bravi, altre volte ci si vede scippare taluni pezzi più o meno pregiati e ci si convince di essere vittime della irriconoscenza altrui.
    Nessuno, dico nessuno ha la voglia né l’onestà di guardarsi allo specchio.
    Colpa nostra che non siamo interessati a capire, ma solo ad avere ragione.
    Non per nulla questa città si fonda sulla cultura della prepotenza che qui ha radici radicate.
    Io vi aggiungo anche una certa dose di qualunquismo spicciolo che tutto ci fa digerire.
    Buon appetito a tutti noi.

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  4. Messina merita di più …..tristezza e amarezza

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  5. Ora mi spiego benissimo sul fatto che a Messina non funziona nulla………con certa gente a rappresentarci cosa si vuole pretendere?!?!? De Luca tornatene da dove sei venuto e restaci.

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  6. Parole di De Luca “Mai più un sindaco no-pontista, il no-pontismo è il simbolo dell’idiozia suicida che ha causato il crollo demografico della città, il Ponte fa da acceleratore alle altre opere” questo il Cateno-pensiero di qualche anno fa.
    Da ricordare a tutti……..

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