In conferenza stampa a Palazzo dei Leoni, il Sindaco De Luca parla di ripartenza per il Sistema Messina dopo il risanamento economico finanziario della Città Metropolitana.
“Abbiamo oggi una Ferrari e dovrà camminare come tale”. Così Cateno De Luca definisce la Città Metropolitana di Messina. Il Sindaco è tornato e, dopo la diretta Facebook e il ritorno al Comune, da Palazzo dei Leoni parla di ripartenza per il Sistema Messina, dopo il risanamento economico finanziario dell’ente.
Il Masterplan
Tornato con la stessa foga di sempre, il primo bersaglio è chi l’ha preceduto: “Accorinti ascoltami! Avevamo un tesoro, le risorse necessarie a risolvere problemi come quello idrico e delle baracche, 227 milioni di euro destinati dal Masterplan al rilancio socio-economico della città capoluogo, cui hanno rinunciato, dividendone 200 per i Comuni della provincia. Per questo Messina è nel fondo delle classifiche di vivibilità. Ma ora mi prendo il merito, così come mi sono preso gli sputi, di aver salvato definitivamente la Città Metropolitana di Messina da questa tragica situazione, abbiamo lavorato meglio di Catania e Palermo, non temiamo più alcun confronto. Al di là delle antipatie, i numeri sono numeri e ci danno ragione”.
Il sindaco ha fortemente voluto una rimodulazione del Masterplan, firmato nel 2016, per accelerare i tempi di messa in atto dei lavori e recuperare quanto perso. “La Città Metropolitana, vista sempre come “zavorra”, contribuisce oggi fortemente allo sviluppo”.
Il patto vale 332 milioni e Messina ne ha ricevuti, per merito, 3 milioni destinati agli asili.
Armando Cappadonia spiega la distribuzione territoriale di questi 332 milioni. “Grossa parte è destinata a vari comuni, in quanto soggetti beneficiari del territorio, o altri enti. Il 13,5 % per il consorzio autostrade, il 31,5% al Comune e Aman, il 28% alla Città Metropolitana di Messina per interventi a titolarità. Intorno al 2018, si è visto che alcuni interventi erano di difficile realizzazione nei tempi, è stata dunque necessaria una rimodulazione ed una massiccia rivisitazione, passando ad un elenco di interventi finanziati entro il 31 dicembre 2021. Ad ottobre dell’anno scorso sono stati previsti 105 milioni destinati ad Enti esterni al Comune; 43 milioni al CAS il cui 99% per lo svincolo di Alì Terme; 96 milioni di cui 14,5 milioni e mezzo all’Amam e 81,5 al Comune di Messina; 71 milioni alla Città Metropolitana, per interventi a titolarità; 16 milioni destinati agli interventi per il dissesto idrologico. Lo stato di avanzamento è rilevato dalla banca dati, unico strumento che ci permette di monitorare lo stato di avanzamento di tutti i lavori. Abbiamo 112 interventi inseriti su 115, per un totale di 311 milioni su 335. I 3 interventi mancanti riguardano la strada passata ad Anas, intervento già inserito ma in fase modifica, le scuole e Valdina, in fase di definizione a livello di scrittura e accordi”.
Viabilità
“Ho a cuore la realizzazione del progetto cantierabile di tre opere importanti” afferma De Luca. “Il completamento della panoramica, circa 5 milioni di euro necessari per realizzarla, abbiamo un finanziamento di 280 milioni; la strada alternativa di collegamento a Faro Superiore, con 230 mila euro di finanziamento per la progettazione, e un costo di circa 4 milioni di euro; la riqualificazione della pista ciclabile, 140 mila euro per rendere il progetto cantierabile e quindi necessario circa 1 milione”.
Francesco Roccaforte delinea l’utilizzo delle risorse arrivate e che arriveranno nei prossimi anni per la manutenzione della rete viaria: “tra il 2021 e 2025, 9 milioni e 700 mila euro l’anno, per la legge 205; tra il 2022 e il 2023, 4 milioni e 400 mila euro l’anno; tra il 2019 e il 2023, 5 milioni di euro l’anno. Riusciamo a introdurre una quantità di risorse che ci mettono in linea con lo standard nazionale riguardo alle spese per la manutenzione della viabilità”.
L’acqua
Salvo Puccio, presidente dell’Amam, dopo essersi già concentrato sui prossimi cantieri, espone i progetti. Circa 10 milioni verranno destinati al depuratore di Mili, mentre altri 5 milioni per la ricerca idrica e la deportazione delle perdite, potenziando le sorgenti.
De Luca, infine, conclude con “un confronto delle performances politiche che dimostrano il successo di interventi e scelte”. Messina, nel dicembre 2017, aveva una spesa di 2 milioni e 138 mila; nel dicembre 2018, una spesa di 21 milioni e 51 mila; nel dicembre 2019, di 45 milioni. Palermo, nel 2017, con la stessa dotazione finanziaria, fa 11 milioni; nel 2018, 45 milioni; nel 2019, 47 milioni. Palermo parte con 10 milioni in più e noi già nel 2019 lo raggiungiamo, per poi superarlo. Catania parte nel 2017 con 2 milioni, poi si ferma nel 2018 con 9 milioni e nel 2019 il dato non è pervenuto per una serie di criticità sulla rendicontazione. Numeri che dicono tutto”.
Ma da dove nasce la necessità di interloquire sempre con Accorinti, che non è un avversario politico e che oggi non ricopre alcun ruolo?
Comunque sia, signor autista della Ferrari, se non te ne fossi accorto gli interni della tua auto sono sporchi da fare schifo, marci invivibili puzzolenti e caotici. Cos’è un remake in stile Musumeci? Sarà bellissima….ma per il momento, dopo due anni appena, rimane un Vespasiano, e visti i miasmi che si avvertono lungo i marciapiedi, direi che il termine calza a pennello.
Che la colpa era di quelli che c’erano prima, ce lo ha insegnato Accorinti, quindi la solfa la conosciamo, tu quando ci dimostrerai che i meriti tangibili sono i tuoi?