Per il giudice di Reggio Calabria diffamò il magistrato Barbaro. Ma i fronti aperti sono ancora tanti
MESSINA – Otto mesi di reclusione per Cateno De Luca, 4 mesi e ad Armando Siciliano. E’ questa la sentenza del giudice monocratico di Reggio Calabria Iori nei confronti dell’oggi sindaco di Taormina e per l’editore messinese che diede alle stampe il “collage” delle denunce di De Luca nei confronti dei magistrati che avevano indagato su di lui, in particolare nei confronti dell’ex procuratore generale Vincenzo Barbaro.
Proprio uno dei processi per diffamazione nei confronti del magistrato in pensione è al centro del processo che si è chiuso oggi oltre Stretto, mentre il 13 ottobre prossimo si apre un altro dibattimento, sempre legato ai “dossier” di De Luca nei confronti dei magistrati messinesi. In attesa del dispositivo, il giudice oltre a comminare la reclusione a De Luca, pena non scontata per i casi di diffamazione, l’ha sospesa solo per uno dei due imputati, subordinando la sospensione al risarcimento del danno. L’Accusa aveva chiesto la condanna ad un anno, ma il giudice ha deciso una pena più bassa.
Barbaro era assistito dall’avvocato Tommaso Autru Ryolo, mentre De Luca è stato difeso dagli avvocati Tommaso Micalizzi e Carlo Taormina. Lo scontro tra i magistrati e il leader di Sicilia Vera è però destinato ad andare avanti. Proprio stasera, commentando via social il verdetto, Cateno è infatti tornato a usare toni molto accesi.
Che De Luca critichi la magistratura non è che sia del tutto sbagliato, visto la scarsa competenza di diversi magistrati e la loro appartenenza a varie correnti politiche.
Condivido con il sig Nstwvia, se alcuni magistrati facessero bene il loro lavoro adesso il sig De Luca non parlerebbe, si è dimenticato del processo dove tanti reati commessi sono stati prescritti, grazie a questa mala giustizia.
Purtroppo con i tanti soldi che ha, si può permettere di oltraggiare chiunque, pagando una misera multa, così come è stato con l’oltraggio alla
Ministra degli Interni.