Nel giorno dopo la sentenza che rischia di mettere la parola fine su Messinambiente, a Palazzo Zanca riunione tra amministratori. Dal consigliere Pippo Trischitta una serie di riferimenti normativi che potrebbero aprire uno spiraglio per la mole debitoria. Amarezza dalla Cisl
Rischio fallimento e un pignoramento esecutivo di 30 milioni di euro. Per Messinambiente la fine ormai sembra inevitabile e adesso ciò che si tenterà in ogni modo è di limitare quanto più possibile i danni. La situazione è gravissima, rischia di minare anche il percorso futuro verso la nuova società che l’amministrazione Accorinti vuole creare per la gestione dei rifiuti, da Palazzo Zanca si cerca di smorzare i toni ma di certo le preoccupazioni sono tante. Oggi vertice tra l’assessore Daniele Ialacqua, il liquidatore Giovanni Calabró, i legali che hanno seguito la vicenda giudiziaria che ha portato ieri all’esecutività del pignoramento, riuniti per valutare come muoversi, alla luce del fatto che però potrebbe essere immediato l’avvio della procedura di fallimento da parte del Pubblico ministero a cui sono state trasmesse tutte le carte che certificano la drammatica condizione economica della società di via Dogali. C’è chi però vede una via d’uscita: è il capogruppo di Forza Italia Pippo Trischitta che ha scritto una lunga nota per informare l’amministrazione comunale che dallo scorso mese di ottobre non vi è alcun rischio di fallimento per Messinambiente ma, anzi, si prospettano benefici notevoli per la stessa società ed, in particolare, per il Piano di Riequilibrio. Ciò, in virtù del decreto legge 193/2016 emanato il 22/ottobre/2016 e pubblicato il 24/ottobre/2016, recante disposizioni urgenti in materia fiscale e per il finanziamento di esigenze indifferibili, in cui è compresa la soppressione di Equitalia e la rottamazione delle cartelle esattoriali.
“Come sanno tutti gli operatori di diritto, dallo scorso 7 novembre e sino al 31.3.17, ai sensi dell’art. 6 del suddetto decreto, tutti i debitori, compresa MessinAmbiente, possono presentare, relativamente ai carichi affidati agli agenti della riscossione dal 2000 al 2016, istanza di definizione agevolata e possono estinguere il debito senza corrispondere le sanzioni comprese in tali carichi e gli interessi di mora, ottenendo anche sulla somma che non sarà dovuta l’annullamento dell’aggio pari all’8%. Ciò, visto che la “sanatoria” riguarda debiti tributari ed obblighi previdenziali ed assistenziali, determinerà per Messinambiente, in relazione anche alla vetustà del debito, un risparmio oscillante tra i 10 ed i 18 milioni di euro. Considerato che tale abbattimento inciderà notevolmente anche sul Piano di Riequilibrio, è necessario che il Comune e Messinambiente si attivino per presentare alla Riscossione Sicilia, che già dal 7 novembre ha pubblicato il relativo modello, istanza di definizione agevolata con richiesta di estinguere il debito in 5 rate, di cui tre, per un ammontare complessivo pari al 70% del dovuto, dovranno essere pagate nei mesi di luglio, settembre e novembre il 2017 e le altre due, per il rimanente 30%, ad aprile e settembre 2018”.
Trischitta spiega che la presentazione dell’istanza vengono sospesi i carichi oggetto della domanda di definizione agevolata, fino alla scadenza della prima o unica rata delle somme dovute, ma, in particolare, “ l’agente della riscossione, relativamente ai carichi definibili ai sensi del presente articolo, non può avviare nuove azioni esecutive ovvero iscrivere nuovi fermi amministrativi e ipoteche, fatti salvi i fermi amministrativi e le ipoteche già iscritti alla data di presentazione della dichiarazione, e non può altresì proseguire le procedure di recupero coattivo precedentemente avviate, a condizione che non si sia ancora tenuto il primo incanto con esito positivo ovvero non sia stata presentata istanza di assegnazione ovvero non sia stato già emesso provvedimento di assegnazione dei crediti pignorati.”
Il consigliere evidenzia anche che il Comune, dalla rottamazione delle cartelle effettuate dai cittadini, incasserà notevoli somme – che potrà anche utilizzare per estinguere il debito di Messinambiente – per ruoli relative a multe e tributi risalenti addirittura all’anno 2000 e ciò con ulteriori notevoli benefici sul Piano di Riequilibrio.
“Pertanto, a parte la considerazione che il fallimento di Messinambiente creerebbe un notevole beneficio per il Piano di Riequilibrio poiché la somma di 32 milioni verrebbe espunta dallo stesso piano in quanto rientrante nella massa, ritengo che parlare di fallimento generi un ingiustificato, infondato e prematuro allarmismo, e crei inutile apprensione nei dipendenti di Messinambiente e nelle loro famiglie”. Tutto dipenderà dalla volontà dell’Amministrazione Comunale.
Amara la reazione della Fit Cisl: “Purtroppo tutto ciò era già paventato da anni, ma in modo particolare dalla scorsa estate – evidenziano i segretari provinciali Manuela Mistretta, Letterio D’Amico e Rosaria Perrone – da quando è stato notificato il pesante fardello alla Messinambiente. La scelta giustissima e legittima della società di ricorrere con tutti i mezzi all’istituto delle opposizioni, era un suo diritto ed e’ stato esercitato. Ma purtroppo, e così come si immaginava, è servita solo ad allontanare l’ombra del fallimento e a null’altro. Ma il Comune di Messina cosa ha fatto? Che iniziative concrete ha assunto per evitare ciò che oggi è accaduto? Questo sindacato, oggi più che mai, a tutela di tutti i lavoratori, chiederà l’immediata attivazione di un tavolo tecnico di crisi con tutti gli Enti e gli Organi preposti al fine di individuare definitivamente le soluzioni per questa nuova ed improcrastinabile crisi e di scongiurare il nascere di una nuova e fatale emergenza. Ci si augura una fattiva collaborazione, e soprattutto un fattivo impegno da parte del Comune di Messina, affinché trovi una soluzione definitiva alla problematica. Occorre comunque fare chiarezza e stabilire una volta per tutte le responsabilità di tale scempio”.
Francesca Stornante
Trischitta dimentica una cosa,che fatta l’stanza di rateizzazione ci vogliono “i picciuli” per pagare,ma “i picciuli” unni sunnu?
Trischitta dimentica una cosa,che fatta l’stanza di rateizzazione ci vogliono “i picciuli” per pagare,ma “i picciuli” unni sunnu?
E’ Il caso di precisare che, come dice l’avv. Trischitta, le notevoli somme che il Comune incasserà, se le incasserà, ipotesi alquanto remota, potranno certo essere utilizzate quali nuove risorse per gli scopi voluti ma solo a condizione che tali incassi si riferiscano a residui attivi eliminati dalla contabilità e non inseriti nel fondo pluriennale vincolato, poiché, diversamente, trattandosi di propri crediti, tali introiti serviranno invece a ricostituire la consistenza del fondo di cassa e, nelle circostanze, la riduzione dell’anticipazione di tesoreria se questa dovesse perdurare nel tempo, ricordando che il piano di riequilibrio non è stato ancora approvato.
E’ Il caso di precisare che, come dice l’avv. Trischitta, le notevoli somme che il Comune incasserà, se le incasserà, ipotesi alquanto remota, potranno certo essere utilizzate quali nuove risorse per gli scopi voluti ma solo a condizione che tali incassi si riferiscano a residui attivi eliminati dalla contabilità e non inseriti nel fondo pluriennale vincolato, poiché, diversamente, trattandosi di propri crediti, tali introiti serviranno invece a ricostituire la consistenza del fondo di cassa e, nelle circostanze, la riduzione dell’anticipazione di tesoreria se questa dovesse perdurare nel tempo, ricordando che il piano di riequilibrio non è stato ancora approvato.