I vertici dell’Azienda convocano le organizzazioni sindacali per avviare una nuova contrattazione integrativa decentrata e siglare un nuovo accordo
«A seguito della crisi economico-finanziaria di quest’Azienda e della urgente necessità di rivedere gli accordi sindacali in vigore… si dispone, con decorrenza 1 gennaio 2019, la disdetta dell’accordo di secondo livello di contrattazione in vigore». I vertici dell’Atm hanno deciso di chiudere in un cassetto il contratto di secondo livello sottoscritto da azienda e sindacati il 31 luglio 2017 e di sostituirlo con un nuovo accordo.
Nell’ordine di servizio firmato dal direttore generale facente funzioni Natale Trischitta si comunica infatti che «dal 1 dicembre l’Azienda procederà con le convocazioni delle organizzazioni sindacali per attivare le procedure per una nuova contrattazione integrativa decentrata, con l’auspicio che si arrivi in breve tempo alla sottoscrizione definitiva, ai sensi del CCNL vigente»
Dal quartier generale di via La Farina fanno quindi sapere alle organizzazioni sindacali e ai dipendenti che «ogni precedente accordo aziendale è considerato disdetto».
COSA PREVEDE IL CONTRATTO DI SECONDO LIVELLO
L’accordo tra le parti in vigore dal 31 luglio 2017 e con scadenza fissata al 1 agosto 2020 prevede un premio di risultato costituito da 2 voci: presenza e produttività.
L’indicatore di presenza è calcolato con riferimento “al valore medio aziendale dei giorni di assenza” nell’anno precedente”. Il premio relativo alla presenza scatta quando il dipendente non supera le 13 giornate di assenze (per malatta o per infortuni) annue. In questo caso l’azienda concede al dipendente 100 euro in più al mese.
L’indicatore di produttività è calcolato con riferimento al rapporto “ricavi della gestione caratteristica (ricavi per vendita titoli di viaggio e titoli di sosta) e costi totali della produzione”.
In base la contratto di secondo livello, il premio produttività in vigore sino ad oggi varia a seconda delle mansioni e ammonta rispettivamente a: 350 euro mensili per gli autisti di bus e tram; 190 euro per gli addetti alla manutenzione officina bus e rifornimento; 170 euro per gli addetti alla manutenzione tram, rimessa, pulizie bus/tram e fabbricati, manutenzione impianti, manutenzione obliteratrici, dote, magazzino, soccorso; 290 euro al mese per gli amministrativi; 270 euro per gli addetti alla distribuzione biglietti; 250 euro per coordinatori dell’esercizio, addetti alla vendita ai box ed ai parcheggi, verificatori, ausiliari del traffico ztl.
L’accordo del 2017 era stato firmato da Cgil, Cisl, Uil, Ugl e Faisa Cisal. Adesso i sindacati dovranno sedersi al tavolo delle trattative e siglare un nuovo accordo. La revoca del precedente contratto sembra però destinata a provocare l’ennesimo scontro tra i vertici Atm e le organizzazioni sindacali. Il segretario della Uiltrasporti Michele Barresi tuona su Fb: «Adesso ringraziate Cisl Orsa Faisa e Ugl… la crisi economica che LORO hanno certificato… Continuiamo a lottare CGIL E UIL… adesso si mettono le mani nelle tasche dei lavoratori. #difendiamomessina». L'attacco di Barresi alle altre sigle sindacali attiene alla loro adesione al "Salva-Messina".
DLT