Le confederazioni sindacali hanno indetto per il prossimo 23 marzo una tavola rotonda avente per tema: “Fiera: quale futuro?”
I dipendenti dell’Ente Autonomo Fiera di Messina hanno proclamato lo stato di agitazione. Alla base della decisone – viene spiegato in un comunicato – «la grave situazione di precarietà in cui versa da parecchi anni l’Ente Fiera di Messina, che ha portato come conseguenza il mancato pagamento delle retribuzioni ai dipendenti dallo scorso dicembre 2011. L’Ente Fiera di Messina – scrivono i lavoratori – è un’istituzione che appartiene alla storia della città, che dalla sua nascita ha fatto conoscere Messina in tutto il mondo, oltre ad avere favorito lo sviluppo socio-economico delle realtà produttive della Sicilia tutta».
«Negli ultimi dieci anni – continua il documento – l’Ente Fiera ha subito un declino della propria immagine e della propria attività organizzativa, per la grave situazione di precarietà dovuta alla nota vicenda della non disponibilità continuativa del Quartiere Fieristico». I dipendenti chiedono « agli Enti promotori storici ed agli attuali soci, oltre che alla classe politica tutta, di voler accendere i riflettori sulla situazione dell’Ente che, adeguatamente supportato dalle istituzioni cittadine e regionali, potrà ancora continuare a svolgere un ruolo importate per lo sviluppo economico, specie in un momento di crisi nazionale, che trova maggiore gravità nella provincia e nella città di Messina».
Per discutere della difficile situazione dell’Ente, le confederazioni sindacali hanno indetto per il prossimo 23 marzo una tavola rotonda avente per tema: “Fiera: quale futuro?”.
All’incontro è stato invitato anche il commissario della Fiera, Fabio D’Amore.