Il movimento fa il punto sulla situazione e sulle conseguenze a cui andrà incontro la città se rimarrà inerme di fronte alla riforma dei porti voluta dal governo. Il tempo per intervenire c'è ancora. Serve adesso volontà politica
CapitaleMessina lancia il suo grido d’allarme sul futuro dei porti messinesi: «Stiamo perdendo un’altra opportunità di riscatto socioeconomico ed identitario. L’ultima chance per tutelare i porti messinesi termina il 31 agosto. Sono trascorsi più di 15 giorni dal termine della proroga concessa dal Ministero delle Infrastrutture all’Autorità portuale messinese, e malgrado i numerosi appelli dell’opinione pubblica cittadina, si registra il silenzio totale della classe politica locale. Ad ulteriore dimostrazione che una delle cause, forse la principale, del declino della nostra città sia da attribuire al deficit di rappresentanza politica di una classe dirigente, che si presenta costantemente, o silente o divisa, agli appuntamenti vitali per lo sviluppo della città. E per questo motivo, poi, le decisioni si prendono in altri luoghi. Così è stato per il Ponte, così è stato per l’Autorità portuale» scrivono Gianfranco Salmeri e Pino Falzea che analizzano anche le differenze di azione e peso che altre città riescono a mettere in campo.
«Basta guardare, restando in tema di Autorità Portuale, alla massiccia ed unitaria reazione delle forze politiche e sociali di Augusta allo scippo della sede da parte di Catania; battaglia vinta grazie ad un ricorso giudiziario ingaggiato col sostegno di tutta la comunità. E nessuno ha minimamente pensato di considerare l’iniziativa espressione di campanilismo o provincialismo. Per quanto invece riguarda noi, il futuro accorpamento, o meglio assoggettamento, dei nostri porti a quello di Gioia Tauro, rischia ormai di essere irreversibile. Non subito, perché crediamo che nonostante la proroga sia scaduta il 30 giugno, difficilmente il Ministro Del Rio procederà alla nomina del presidente designato dell’Autorità portuale calabro-sicula, l’assessore calabrese Francesco Russo, condicio sine qua non per avviare l’accorpamento e quindi la definitiva soppressione dell’Authority messinese. È poco probabile che prima delle elezioni regionali siciliane, con un Partito Democratico in crisi, il Ministro Del Rio faccia una forzatura, considerato che Crocetta sembra orientato a non concedere l’intesa».
Per CapitaleMessina è solo questione di tempo. Prima o poi, verrà completato l’iter della riforma e la nostra Autorità portuale scomparirà, senza le necessarie garanzie che tutelino le prerogative e gli interessi dei porti messinesi.
«La data ultima per intervenire sul Decreto Del Rio è il 31 agosto. La riforma Madia, cioè la legge “madre” dalla quale ha origine il Decreto di riforma del sistema portuale, stabilisce che entro quella data il Governo ha l’opportunità di adottare “uno o più decreti legislativi recanti disposizioni integrative e correttive” della riforma (art.8 comma 6).
Rimane, quindi, poco più di un mese per tentare di modificare il Decreto, avviando una trattativa col Governo nazionale al fine di raggiungere una intesa sui decreti correttivi e/o integrativi della riforma, previsti appunto dall’art. 8 comma 6 della Legge Madia.
Con lo strumento della revisione del Decreto, si potrebbe scongiurare la soppressione dell’Authority messinese o quantomeno ottenere condizioni di autonomia gestionale e garanzie di tutela dei porti di Messina e Milazzo. Anche se, sinceramente, disperiamo che ci siano le condizioni e le volontà politiche perché ciò possa accadere. E se così sarà, la città di Messina avrà perso un’altra occasione di riscatto socioeconomico, ma anche e soprattutto identitario».