Recepite le nuove norme che stabiliscono un iter "a tappe" della durata massima di due anni. Senza finanziatori privati la società Stretto di Messina S.p.A. sarà messa in liquidazione
Il Decerto legge per lo “Sviluppo” è stato approvato definitivamente dal Parlamento con il voto finale della Camera dei Deputati. Tra le misure per il settore delle infrastrutture, il Dl ha recepito, senza modifiche sostanziali, le norme del Dl 2 novembre 2012 n. 187 relative al Ponte sullo Stretto di Messina che dispone, tra il resto, il rifinanziamento del servizio “Metromare dello Stretto” per il triennio 2013-2016.
L’Autorità di Governo, come si ricorderà, ha deciso di prorogare, per un periodo complessivo di circa 2 anni, i termini per l’approvazione del Progetto definitivo del Ponte sullo Stretto, al fine di verificarne la sussistenza delle effettive condizioni di bancabilità. Tale decisione è motivata dalla necessità di contenimento della spesa pubblica, vista anche la sfavorevole congiuntura economica internazionale. Per quest’ultima ragione ha individuato un chiaro percorso “a tappe”, essenziale in una negoziazione finora molto “fumosa” e poco concreta, che consentirà di verificare l’effettiva disponibilità dei privati ad investire nella mega opera.
Qualora nel periodo di tempo indicato non si giungesse ad una soluzione tecnico-finanziaria sostenibile, scatterà la revoca ex lege dell’efficacia di tutti i contratti in corso tra la concessionaria Stretto di Messina S.p.A. e il Contraente generale Eurolink, con il pagamento delle sole spese effettuate e con una maggiorazione limitata al 10%.
Passo obbligatorio è la condivisione e la firma tra le parti – Stretto S.p.A. e Consorzio Eurolink – di un atto aggiuntivo al contratto vigente entro il prossimo 1 marzo 2013. Alla base dell’atto sta l’accettazione di tutte le nuove disposizioni normative.
Nella prima fase, entro sessanta giorni dalla stipula dell’atto aggiuntivo, la società Stretto di Messina dovrà presentare al CIPE il Progetto Definitivo dell’Opera ai fini di un primo esame in linea tecnica, unitamente ai necessari pareri e autorizzazioni, nonché ai piani economico finanziari accompagnati da una completa e dettagliata analisi dell’intervento che attesti la sostenibilità dell’investimento, con riguardo sia alle condizioni praticate nel mercato dei capitali sia alle varie ipotesi di finanziamento pubblico.
Sia l’atto aggiuntivo stipulato con il Contraente generale sia i piani economici e finanziari del progetto saranno trasmessi alle competenti Commissioni parlamentari.
Nella seconda fase, una volta concluso il predetto esame da parte del CIPE, Stretto di Messina dovrà avviare le necessarie iniziative per la selezione della migliore offerta di finanziamento dell’infrastruttura con capitali privati (senza che ciò dia luogo ad impegni contrattuali vincolanti per la stessa società) entro il termine di 540 giorni decorrenti dal completamento dell’esame del progetto in linea tecnica.
In ogni caso, durante il periodo di proroga, d’intesa con le Regioni interessate e previa deliberazione del CIPE, potranno comunque essere assicurati sui territori interessati interventi infrastrutturali immediatamente cantierabili, a patto che presentino una funzionalità autonoma rispetto all’opera ponte e siano già compresi nel progetto generale. In particolare questi dovranno essere funzionali all’esigenza dell’attuale domanda di trasporto delle comunità locali, anche in caso di mancata realizzazione dell’opera nel suo complesso. Tali interventi sono a carico del bilancio dello Stato, nei limiti delle risorse che saranno individuate con successivi provvedimenti.
Il Dl prevede, infine, che nei casi di mancata stipula dell’atto aggiuntivo, mancata approvazione del progetto definitivo da parte del CIPE o mancata individuazione del soggetto finanziatore entro i termini indicati, “sono caducati tutti gli atti che regolano i rapporti di concessione, nonché le convenzioni ed ogni altro rapporto contrattuale stipulato dalla società concessionaria” (Stretto di Messina S.p.A.), la quale è “posta in liquidazione”.
Ancora due anni : soltanto due semplici anni. Se fra due anni non si fanno avanti privati e soldi, il ponte non si farà.
Questo si chiama parlare chiaro. Si vuole ‘sto Ponte ??? Lo si vuole veramente ???? Ebbene, ora tocca al settore privato sganciare la grana : e tanta, ne serve proprio tanta, anzi parecchia. Resto comunque dell’idea che, per il lavoro, qui a Messina, servano idee e progetti da realizzare A D E S S O e non tra due anni.
Il D.L. approvato segue le direttive della Legge Obiettivo:
1) Fattibilità tecnica ed economica;
2) Entro 540 giorni gara internazionale per reperire i finanziatori;
3) Approvazione del CIPE di tutte le opere che possono essere realizzate anche se il ponte non si realizzasse!
NON LO VOGLIAMO STO PONTE……..NON LO VOGLIAMOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO…
E io non voglio i Franza!!!
Non voglio la Rada San Francesco deturpata e la voglio come era una volta;
Non voglio più la cortina di ferro;
Non voglio le Cartour e i suoi chilometri di tir;
Non voglio i tir che continuano a transitare sul Boccetta;
Non voglio più messinesi spalmati sull’asfalto!!
ecco intanto si potrebbe cercare di recuperare soldi dal carrozzone dell’ente…qualcuno sa se esiste una legge che preveda di condannare le inutilità e gli sprechi in italia?
Purtroppo ultimamente si è fatta un pò dura per i maggiori finanziatori “istituzionali”. La mafia e la camorra denunciano sempre maggiori infiltrazioni politiche al loro interno.
I finanziatori privati non si sono trovati in decenni e non si troveranno in due anni.
Il motivo è presto detto.
In un primo momento, i finanziamenti privati sarebbero stati garantiti dallo Stato, che avrebbe assicurato, in ogni caso un utile.
Adesso, il rischio è a carico, come è giusto, degli investitori.
Del ponte non mi importa, ma mi interessa un particolare: in caso di messa in liquidazione della Stretto di Messina che fine faranno gli impiegati?
Dovranno cercarsi un lavoro dopo che per decenni non hanno fatto altro che scaldare le poltrone?
Giuseppe Vallèra.
E’ FACILE : LA CORTE DEI CONTI!
E lei pensa che il ponte sarà la bacchetta magica che come per incanto farà sparire tutte queste cose?
Se è così, mi saluti Babbo Natale quando lo incontrerà la sera del 24 dicembre.
essendo il livello culturale dei messinesi molto basso, non essendo in grado di valutare attentamente un progetto ambizioso si, ma utile anche in caso di attuazione secondo la fattibilità dell’opera finale… le opere sono utili al territorio in quanto metteranno in grado di sfruttarlo meglio a chi ne è capace, gli altri che sono tutti coloro che si lamentano probabilmente non sanno come trovarne vantaggio. E senza ponte che vantaggio ne avreste??
Ma quanti milioni di euro ci è costato la società Stretto di Messina S.p.A.? Bisogna metterla in liquidazione e subito!