Sigillo della Cassazione alla confisca della Dia dell'impianto di macellazione, il consorzio e gli immobili tra Messina e la provincia
MESSINA – Passa definitivamente allo Stato il patrimonio nella disponibilità di Nunzio Ruggeri imprenditore di Naso attivo nel settore delle carni. Alla confisca della Dia, infatti, segue l’ultimo sigillo, quello della Corte di Cassazione, che rende definitivo il sequestro di un patrimonio stimato 6 milioni 800mila euro, basato sulla presunta attività di usura e il collegamento, secondo la Direzione distrettuale antimafia di Messina, coi clan di Tortorici.
Sotto chiave quindi diversi immobili tra Messina, Capo d’Orlando, Naso, Brolo e Sant’Agata di Militello, il 50% delle quote di una società di macellazione delle carni, il 20% di un fondo consortile dello stesso settore.
Ruggeri, condannato in via definitiva per usura diversi anni fa, è considerato storicamente legato alla mafia nebroidea, vicino a elementi come Santo Lenzo e Cesare Bontempo Scavo, e il brolese Carmelo Armenio. Era stato lo stesso Lenzo, divenuto collaboratore di giustizia, ad accusare Ruggeri, nel 2002: “aveva chiesto che fossero incendiati i mattatoi di Sinagra, Barcellona e Giammoro, impegnandosi, nel contempo, a versare 50 milioni di lire all’organizzazione mafiosa” che lo avrebbe verosimilmente favorito. L’intento criminoso non giunse a compimento “per l’opposizione dei rappresentanti della criminalità organizzata barcellonese”.