Il rilievo era parte della storica facciata seicentesca della Chiesa. "Il disinteresse delle istituzioni sta portando alla lenta cancellazione di uno dei monumenti storici del territorio" - denuncia Legambiente del Longano - "è inaccettabile che chi di dovere non provveda alla manutenzione del patrimonio artistico, monumentale e culturale della comunità"
L’orologio scolpito sulla parte destra anteriore della facciata seicentesca della chiesa di San Rocco a Milici è crollato dopo le forti piogge torrenziali di sabato. La pioggia battente e i continui sbalzi di temperatura sono stati fatali per il rilievo, che è piombato a terra all’interno della stessa Chiesa. Non ci sono stati ulteriori danni a cose o persone; ma, come spesso accade, la vicenda nasce da una situazione di incuria e abbandono, che indigna ancor più quando riguarda beni culturali e architettonici, che appartengono alla comunità tutta.
“La Chiesa, di proprietà dell’Ente Ecclesiastico, ormai da anni versa in uno stato di degrado, peggiorato negli ultimi giorni dopo i temporali che hanno portato ad un ulteriore crollo, sancendo definitivamente lo stato di pericolo del complesso monumentale del XVII secolo” – spiega Carmelo Ceraolo, presidente di Legambiente del Longano – “la struttura avrebbe potuto essere segnalata alla Commissione Diocesana per L’Arte Sacra ed i Beni Culturali Ecclesiastici per essere inserita tra gli edifici di interesse storico e artistico, e poter chiedere così un contributo economico pari al 50% della spesa complessiva occorrente per il restauro e la messa in sicurezza. Non è stato fatto niente di tutto, e ora assistiamo al lento crollo di un pezzo di storia milicese”.
All’associazione ambientalista non resta che continuare la battaglia, sensibilizzando cittadini e istituzioni e segnalando i casi critici. “Da anni ci battiamo per la salvaguardia del nostro immenso patrimonio monumentale” – insiste Ceraolo – “ma la scarsa attenzione da parte delle istituzioni lo mettono continuamente a repentaglio, con grave danno non solo per la nostra storia, che a volte viene letteralmente cancellata, ma anche per l’economia.Il nostro obiettivo è quello di evitare il disfacimento del nostro patrimonio artistico, abbandonato nell’indifferenza di chi dovrebbe invece provvedere alle doverose opere di manutenzione”.