Diciotto anni la condanna d'appello, contro i 30 decisi in primo grado, per Cosimo Crisafulli, il muratore 65enne di Barcellona che colpì il figlio Roberto, 27 anni, con una fucilata mortale, nel maggio 2015, al culmine di una lite.

Scende a 18 anni, dai 30 decisi in primo grado, la condanna decisa per Cosimo Crisafulli, arrestato per l'omicidio del figlio Roberto, avvenuto a Barcellona il 15 maggio del 2015.

La Corte d'Appello ha concesso le attenutanti generiche al muratore di 65 anni, difeso dall'avvocato Fabio Catania, ed ha ridotto la condanna. Il Pg Salvatore Scaramuzza aveva invece chiesto la conferma della condanna di primo grado, emessa nel giugno dello scorso anno dal Gup di Barcellona Salvatore Pogliese.

Il pensionato si era assunto da subito la responsabilità della morte del figlio, raggiunto da un colpo di fucile al culmine di una furibonda lite. Inizialmente però gli investigatori non gli hanno creduto ed era stato arrestato l'altro figlio, Alessandro, scarcerato dopo due mesi dopo i risultati degli esami balistici e di un video prodotto dal difensore del ragazzo, l'avvocato Tommaso Calderone.

Roberto aveva 27 anni: quella notte era tornato nell’abitazione di via Oreto dove viveva con i genitori e il fratello, ubriaco e in compagnia della sua fidanzata straniera. Come spesso accadeva, hanno raccontato i familiari, ed è per questo che sulle scale della piccola abitazione è scoppiata l'ennesima litigata tra padre e figlio. Come confessato da Cosimo Crisafulli, per spaventare il figlio l’uomo è andato a prendere il fucile che deteneva legalmente e custodiva nel guardaroba della sua camera da letto. Soltanto per spaventarlo, ha sempre detto il padre, ma nella lite è partito il colpo. Alessandra Serio

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