La consigliera Lucy Fenech questa mattina ha presentato richiesta di dimissioni di tutti gli uffici di presidenza del consiglio e delle commissioni. Stessa richiesta di azzeramento anche da Daniela Faranda. In contemporanea la collega Ivana Risitano ha messo sul tavolo le considerazioni politiche di CMdB sul caso gettonopoli e sui recenti passaggi di molti consiglieri del Pd a Forza Italia. In campo anche il PdCI e Reset.
Richiesta di dimissioni di tutti i componenti degli uffici di presidenza del Consiglio comunale e delle commissioni consiliari. A firmarla questa mattina la consigliera accorintiana Lucy Fenech che ha depositato sui tavoli della Presidente Emilia Barrile, del segretario Antonio Le Donne, dei colleghi consiglieri e del sindaco Renato Accorinti una formale richiesta per chiedere l'azzeramento di tutti gli uffici di presidenza. Anche per la Fenech quanto accaduto negli ultimi giorni, con i cambi di casacca e il passaggio di molti esponenti del Pd a Forza Italia, stravolge completamente la composizione dell'aula e si pone in netta contrapposizione con le cariche istituite nel luglio del 2013 a seguito della votazione di un'aula a maggioranza di centro sinistra che portò all'lezione di un presidente del consiglio comunale del Pd. Lo stesso squilibrio si ripercuote sulle commissioni e dunque per la Fenech è necessario azzerare tutto. Sulla stessa scia anche la capogruppo Ncd Daniela Faranda che ha fatto la stessa richiesta in commissione dei capigruppo: "Temporeggiare sarebbe fuori luogo e offensivo per i cittadini che hanno espresso un voto e che si è tradotto nella composizione di un Consiglio comunale che oggi si ritrova completamente modificata. È necessario rimettere tutto sul tavolo e ricominciare da zero, tenendo conto del nuovo assetto dell'aula e dei suoi gruppi. La città ci guarda e a questa città dobbiamo rendere conto in tutto e per tutto, a partire dalla condotta etica e non solo per quel che votiamo durante le sedute".
E proprio mentre la consigliera accorintiana metteva la sua firma su questa richiesta, oggi in sala ovale la collega Ivana Risitano ha fatto il punto su Gettonopoli e stravolgimenti d'aula insieme a Federico Alagna, Vittoria Faranda e Paolo Chiarello, esponenti di CMdB. Una conferenza stampa fatta, ha spiegato Alagna, non per cavalcare il sentimento dell'antipolitica ma per ribadire con forza il percorso che il movimento che ha portato all'elezione di Renato Accorinti nel 2013 vuole condurre. "Il rapporto tra noi e le Istituizioni deriva da un processo di maturazione in base al quale crediamo che per cambiare la società e il mondo è necessario cambiare le Istituzioni che la governano. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte ai comportamenti che umiliano le istituzioni e fanno perdere la fiducia dei cittadini nella politica" Per Alagna gettonopoli e il passaggio da Pd a Forza Italia di molti consiglieri comunali è legato da un sottile filo rosso, anzi "azzurro", che rappresenta lo svuotamento dei luoghi della rappresentanza.
Per CMdB i partiti in questa vicenda hanno dimostrato di essere contenitori vuoti riempiti a piacimento da uomini di potere. "La transumanza viola il principio della sovranità popolare. Ora più che mai è la società civile a dover prendere in mano le fila della politica" ha dichiarato poi Vittoria Faranda.
Su gettonopoli focus di Paolo Chiarello: "Ci fa male vedere consiglieri che scappano dalle commissioni e ancora peggio sono state le dichiarazioni o le giustificazioni che abbiamo sentito. Dalle indagini emerge un disprezzo dei consiglieri nei confronti di se stessi che si riducono a sbrigafaccende nel momento in cui rinnegano l'importanza del lavoro di commissione. Anche volendo concedere la buona fede a chi invoca l'indennità di funzione non giustifichiamo la richiesta che svilisce il ruolo dell'aula". In realtà però il movimento non si dichiara totalmente contrario ad una forma di indennità, magari minima, riconoscendo che effettivamente il lavoro dei consiglieri comunali si può esplicitare anche fuori dalle aule, con lo studio delle carte, dei provvedimenti, con le attività ispettive. Non mettendo comunque da parte il gettone che certifichi l'effettiva partecipazione ai lavori d'aula.
Per la consigliera Risitano i fatti delle ultime settimane sono da considerare tra le pagine più squallide della politica locale. "I protagonisti – numerosi consiglieri comunali insieme al loro “buon pastore” – hanno dimostrato il valore matematico della propria credibilità politica, una cifra prossima allo zero. Lo scandalo giudiziario che ha investito il Consiglio Comunale, ha reso nota ai più una cattiva prassi che gli “addetti ai lavori” in realtà già conoscevano. La possibilità di intascare il gettone di presenza con la sola firma e la presenza in aula di qualche secondo discendono, oltre che dagli spazi di licenza consentiti dalla coscienza etica personale, anche da una falla del regolamento comunale che non detta tempi precisi per misurare l’effettiva partecipazione". La Risitano ricorda la battaglia della collega Fenech per la riforma del regolamento, ma anche l'ostruzionismo incontrato in aula. "La sostanziale indegnità di tale atteggiamento sta nello svuotamento di senso che la sistematica e convinta diserzione delle aule istituzionali produce a danno della democrazia e dell’idea più nobile di Politica. Si rischia di far credere che la Politica non si fa, anche, nelle commissioni consiliari, o in Consiglio stesso, o in alcun altro luogo, formale o informale che sia, deputato al dibattito pubblico e collettivo, ma che la Politica, quella vera, si fa esclusivamente in altri modi: per esempio, tessendo trame personali di favori, dando risposta ad istanze individuali, coltivando cerchie ristrette di amici e clienti, o peggio riscaldando gli sgabelli di una corte e annuendo ai diktat che provengono dallo scranno più alto".
E da gettonopoli alle vicende politiche degli ultimi giorni il passo sembra brevissimo anche per la consigliera. "Il rimescolamento di questi giorni dà prova che il centrodestra e il centrosinistra messinesi, almeno nelle loro rappresentanze istituzionali, sono un unico campo di cucurbitacee, in cui è possibile spostare ciascuna zucca da un punto all’altro senza che però nulla cambi realmente. Insomma: si modificano le geometrie, ma non le logiche politiche. Oggi, nel Consiglio Comunale di Messina, tutto è assurdo, tutto è ordinario. Eppure, anche in questo caso, come nel caso Gettonopoli, l’indegnità di tali migrazioni non sta tanto, o soltanto, nel furto di fiducia ai danni degli elettori quanto nell’ennesimo colpo inferto all’idea di una buona Politica. A noi che crediamo ancora in un’altra Politica non resta che interrogarci e tentare di gettare luce sulle residue opacità. Da dove proviene tanta autorevolezza in un uomo che va considerato tra i responsabili politici del disastro economico e culturale in cui versa la città di Messina? Quali sono gli interessi in gioco, se è vero che fino a tal punto si ha disprezzo per gli interessi della collettività?".
Un tema che tiene banco ovviamente anche fuori dal Palazzo e che oggi ha portato anche alla presa di posizione del PdcI che però attacca contestualmente amministrazione e consiglio. "L’inganno della Giunta che ha stracciato il programma sottoscritto e, per questo, ha visto venir meno il sostegno dei partiti che l’hanno sopportata, e, ora, anche il passaggio del patron del PD messinese, Francantonio Genovese, che dal Pd è volato, armi e bagagli, nelle file di Forza Italia, con la conseguente transumanza di eletti fanno venir meno la volontà espressa dai cittadini nel 2013. Tutto è cambiato e il tradimento elettorale è conclamato. Oramai né la Giunta né i gruppi consiliari hanno la fisionomia originaria e il Consiglio comunale risulta totalmente stravolto nella sua composizione politica. L’unica cosa che rimane invariata sono i nomi dei componenti. La logica conseguenza vorrebbe che tutti i consiglieri , compreso il Presidente del Consiglio, si dimettessero al più presto da ogni carica, ma, si sa, la coerenza non abita da queste parti" scrivono Rosi Mangano, segretaria cittadina Pcdi Messina, Francesco Napoli, segretario provinciale Pcdi Messina e Antonio Bertuccelli, segretario regionale Pcdi Sicilia. Per questo il Partito Comunista invoca nuove elezioni per ripristinare l’organo istituzionale su presupposti conformi alla realtà politica attuale.
Sul tema interviene anche Reset che parte da alcune dichiarazioni del primo cittadino."Io spero che i Messinesi davanti a questi fatti capiscano che non tutti sono uguali". È questa la frase pronunciata dal Sindaco Accorinti a commento del più grande salto della quaglia della storia repubblicana. Quando l’interesse personale prevale sulla delega del voto la Politica è morta. Di fatti il Consiglio Comunale, strumento di controllo eletto democraticamente dai Cittadini, ha perduto completamente autorevolezza e credibilità. Per Reset è evidente che la logica e coerente conseguenza di queste affermazioni non può che tradursi nelle dimissioni del Sindaco, l'unico "diverso" in condizione di fare la cosa "giusta" tutelando l'interesse collettivo. “A nostro avviso Accorinti avrebbe già dovuto rimettere il mandato per aver portato Messina ad essere l'ultima città d'Italia per qualità della vita e per averla fatta primeggiare per disoccupazione e tassazione a fronte di servizi inesistenti, solo per citare alcune delle tantissime valide motivazioni. Se il Sindaco dunque vorrà dimostrare, oltre che con le parole anche con i fatti, di essere intellettualmente onesto, non potrà quindi che dimettersi ridando la parola ai Messinesi”.
Francesca Stornante
Tutto corretto se fossimo in un paese civile…
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RESET….CHIIII???????????
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