Conferenza stampa dei Progressisti democratici per presentare gli organi direttivi del movimento, da sempre "costola autonoma" all'interno del Pd. "Non ci piace il pensiero unico" commenta Nicola Barbalace "Il vero danno nel Partito è stato il mancato confronto". L'allergia agli ordini di scuderia è costata al gruppo qualche presa di distanze, ma il movimento è al lavoro per crescere sul territorio.
Una posizione autonoma, propria, all’interno di un Pd troppo spesso schiacciato su una sorta di pensiero unico, l’hanno sempre avuta e continuano a ribadirne la “diversità” adesso che il movimento si fa sempre più forte nel territorio.
I Progressisti Democratici si organizzano ed oggi in conferenza stampa hanno presentato anche gli organi direttivi, con il presidente, Emanuele Lo Giudice, ed il vice La Resca, nonché le linee programmatiche che saranno portate avanti nel corso dei prossimi mesi in seno al Pd.
“Vogliamo essere un valore aggiunto- spiega Lo Giudice- ognuno di noi viene da esperienze diverse, non direttamente legate al Pd o ai Ds o alla Margherita. Dobbiamo ringraziare quanto è stato fatto in Consiglio comunale in questi ultimi anni da Nicola Barbalace, Giorgio Caprì, Daniele Zuccarello, perché il lavoro fin qui fatto ha portato nel movimento molti che solo adesso hanno deciso di riavvicinarsi alla Politica”.
Il gruppo cresce, ha avuto un’ottima affermazione alle amministrative ed il consigliere comunale Daniele Zuccarello, capogruppo, rivendica l’importanza delle battaglie portate avanti in Aula per la modifica di delibere quali quelle della Tares o sul regolamento per le affissioni che sono targate Progressisti democratici.
“Noi siamo all’opposizione ma con spirito costruttivo- dichiara Zuccarello- ed anche all’interno del Pd vogliamo essere da pungolo. Purtroppo devo constatare che dal giorno in cui ho annunciato l’adesione alla mozione di Renzi, ho registrato un comportamento incomprensibile da parte dei colleghi, come se io non facessi più parte del Pd”.
Colpevole di “lesa maestà”, Zuccarello ad esempio, unico tra tutti i consiglieri comunali, non è rientrato tra i delegati all’Assemblea provinciale, alla luce probabilmente di quella “diversità” che ha sempre contraddistinto i Progressisti democratici e che lo stesso Nicola Barbalace spiega chiaramente nel suo intervento:
“Noi non ci siamo mai allineati al “pensiero unico”, non ci è mai piaciuto farlo. Il vero danno del Pd è nell’assenza di un reale confronto sui temi, sulle problematiche. Sulla segreteria provinciale avevamo anche condiviso l’accordo su Basilio Ridolfo, che riteniamo una figura di garanzia. Le cose sono andate diversamente”. I Progressisti democratici voteranno Matteo Renzi, e con i cosiddetti renziani della prima ora (Quero e gli altri) si sono spesso trovati in sintonia in passato,su temi quali la Stu, il prg del Porto, il water front, ed anche sul piano generazionale si cammina sullo stesso binario. “Ognuno di noi viene da esperienze diverse e ci siamo ritrovati insieme in questo percorso. Abbiamo incontrato Davide Faraone, (riferimento di Renzi in Sicilia ndr) e non ritengo ci sia alcun pregiudizio nei confronti di quanti, come noi, si sono avvicinati adesso alla corrente. Non ci sono renziani della prima ora o della ricreazione. Abbiamo moltissimi punti in comune e battaglie comuni con Quero, Russo, D’Arrigo,e continueremo a condividere la comune idea di partito e di progetto per Messina”.
Rosaria Brancato
L’aver ufficializzato da tempo l’adesione ai “renziani” è costata al gruppo Barbalace- Caprì una progressiva presa di distanza da parte dei genovesiani di ferro, al punto che, esattamente come avvenuto per le altre anime, i Progressisti Democratici hanno avuto un solo delegato all’Assemblea Provinciale. Ma non sono questi i “crucci” per un gruppo giovane e nel contempo dotato di esperienze e competenze nei Palazzi e quindi pronto a misurarsi sul territorio senza complessi di inferiorità nei confronti di nessuno.
“La dialettica ed il confronto è l’unico modo per ampliare la base e la presenza nel territorio- commenta Giorgio Caprì, ex consigliere comunale- E siamo certi che anche all’interno dei renziani sarà così. Siamo sempre stati “allergici” agli ordini di scuderia e al pensiero unico. Sui problemi occorre il confronto, come abbiamo fatto in questi anni in Consiglio comunale e come adesso continueremo a fare con la presenza di Daniele Zuccarello”.
Rosaria Brancato
I g e n o v e s i a n i in maggioranza nel PARTITO DEMOCRATICO messinese e quasi inesistenti in quello nazionale, sono la condizione politica ideale per FRANCANTONIO detto il GENOVESE, essere rieletto in Parlamento o tenersi libero per la nuova DEMOCRAZIA CRISTIANA di LETTA-ALFANO-FIORONI-QUAGLIARELLO, sempre se l’ex cavaliere non più invincibile dovesse fallire con la sua FORZA ITALIA.2 A CHIAMULU FISSA a GENOVESE.