Il presidente dell’Ordine degli ingegneri Santi Trovato: «Un anno fa avevamo chiesto l’installazione di radar metereologici, ma tutto è passato sotto silenzio. Si cerchino risorse per un “Progetto Conoscenza”»
Proposte rimaste tali, parole disperse nel vento. Esattamente un anno fa l’Ordine degli ingegneri di Messina aveva proposto la collocazione di speciali Radar metereologici a difesa delle zone a rischio del territorio messinese. «Ad oggi – è l’aggiornamento che fornisce il presidente dell’Ordine Santi Trovato – non abbiamo notizia se tali attrezzature, tra l’altro già in possesso della Protezione Civile Regionale, siano effettivamente entrate in funzione o ancora siano da collocare». Ma la risposta sembra implicita. Trovato, però, non s’arrende e di proposta ne fa un’altra: utilizzare la proroga dello stato di emergenza a Giampilieri e a San Fratello per intercettare i fondi necessari alla elaborazione di un “Progetto conoscenza delle criticità idrauliche e geologico – alluvionali nel territorio messinese ”, «concluso il quale si potrebbe finalmente invertire la costosissima consuetudine ad intervenire solo ad evento calamitoso avvenuto». Il classico prevenire è meglio che curare.
Questi sono, in sintesi, i contenuti di una nota che il presidente dell’Ordine degli ingegneri ha inviato al presidente della Regione e commissario per l’emergenza alluvione Raffaele Lombardo, al sindaco e soggetto attuatore Giuseppe Buzzanca, ai deputati nazionali e regionali ed al dirigente generale della Protezione civile, Pietro Lo Monaco. «Nell’ottobre 2010 – spiega Trovato – l’Ordine aveva invitato a Giampilieri autorevoli studiosi del Politecnico di Torino ed in quell’occasione fu proposta l’installazione di innovativi Radar metereologici dal costo molto contenuto, se rapportati agli onerosi interventi di messa in sicurezza avviati dopo il disastro del 2009, con i quali avrebbero potuto essere monitorate le precipitazioni atmosferiche e, conseguentemente previsti gli scenari di danni, su vaste aree del territorio. Tutto è poi passato sotto silenzio, forse perché si era già messa in moto la “macchina bellica” avviata dall’Ordinanza di protezione civile del 10 ottobre 2009».
L’amara considerazione di Trovato è che «se molto è stato fatto nelle aree colpite dall’alluvione, nulla invece è stato programmato in prevenzione nelle zone del messinese soggette a rischio. Non è per caso se a causa di una gestione dissennata dei suoli (ad opera di amministrazioni locali, professionisti, uffici tecnici sia comunali che regionali) la provincia di Messina venga riconosciuta a rischio frana ed esondazione idraulica per l’80 per cento della sua estensione. Non ci stanchiamo di ripeterlo: occorre agire con adeguato tempismo prima del verificarsi dei disastri per salvare non solo vite umane, ma anche per non gravare di costi esorbitanti le casse pubbliche. Non è solo un problema di risorse, come spesso viene affermato in queste occasioni, ma di adeguata programmazione degli interventi di messa in sicurezza in fase di pre-emergenza». Ecco dunque la nuova proposta: «Occorre con urgenza che la deputazione nazionale e regionale si attivi per repererire adeguate risorse per la redazione di un Progetto Conoscenza sulle principali criticità idrauliche e geologico-alluvionali nel territorio messinese, che dovrà prevedere anche una scala di priorità degli interventi da avviare, annualmente, nelle zone più a rischio».
Non è nemmeno tanto velata la polemica di Trovato quando conferma la disponibiltià dei professionisti dell’Ordine «senza la necessità di affidarsi ad uffici pubblici regionali già “oberati” dai compiti d’istituto (il riferimento sembra al Genio Civile, ndr) o di commissionare costose consulenze a soggetti con prestigiosi curricula “scientifici e similari” che da un paio d’anni percorrono in lungo e largo la nostra provincia. Vogliamo ancora credere che la “nebbia” degli interessi di parte non avvolga completamente la volontà e la capacità dei soggetti che possono dare un contributo concreto di attenzione alla nostra area».
E pensare che c’è chi ha giudicato “fuori luogo” la contestazione di Accorinti a Giampilieri ai danni del presidente Lombardo. Ma i messinesi hanno sangue nelle vene? P.s. vivo a Messina ma ci tengo a precisare che non sono messinese
ECCO….APPUNTO, ALBERTO, NON SEI MESSINESE…..PENSA COS’E’ SUCCESSO A PARMA, DOVE NON CI SONO STATI MORTI! ALLA FINE, 3 MESI DI PROTESTE INCESSANTI HANNO DATO FRUTTO…..
finchè qualcuno non denuncia formalmente le omissioni del comune niente può succedere. anche se in verità dopo il primo ottobre 2009 si era parlato di un’inchiesta aperta dalla magistratura, procuratore lo forte; che fine ha fatto quell’inchiesta? redattori di tempostretto attivatevi, fate una bella inchiesta giornalistica, tipo quella sui cartelloni pubblicitari…