A segnalare l'accaduto è un medico del 118 che ha soccorso una paziente portandola al Cutroni Zodda di Barcellona. Qui però i medici di turno si sono rifiutati di prenderla in carico. La donna è stata poi trasportata a Milazzo dove ha ricevuto le cure necessarie
Mentre la nuova rete ospedaliera è al centro di proteste per i tagli a presidi e posti letto e mentre cittadini e politici si mobilitano a tutela di ospedali e strutture complesse penalizzati segnaliamo quanto accaduto il 5 luglio ad una paziente soccorsa dal 118 ma che non è stata presa in carico dal Pronto soccorso del Cutroni Zodda di Barcellona perché i medici non hanno voluto.
L’episodio è stato prontamente denunciato dal medico del 118 che ha soccorso la paziente e che ha scritto al direttore della Centrale operativa del Sues 118 di Messina, ai vertici dell’Asp 5, e per conoscenza al sostituto responsabile del MCAU del P.O. “Cutroni Zodda” di Barcellona P.G. e al Presidente dell'Ordine dei medici di Messina.
Di seguito la segnalazione inoltrata dal dottor Antonio Bandieramonte che ha svolto l’intervento di soccorso con la ME3, una delle ambulanze medicalizzate (e che rischiano di subire tagli pesanti) in servizio a Messina e che si è visto opporre il rifiuto da parte dei colleghi di turno del pronto soccorso di Barcellona per prendere in carico la paziente.
Alla donna, di 89 anni e che rispondeva in maniera orientata a tutti gli stimoli verbali, sono state effettuate immediatamente, a bordo dell’ambulanza tutte le analisi del caso (aveva un catetere e da 7 giorni era affetta da una sindrome diarroica), dalla pressione arteriosa, alla frequenza cardiaca fino agli esami su glicemia, azotemia etc
“ Al mio arrivo al Pronto soccorso del Cutroni Zodda di Barcellona, vengo accolto dal dottore (…) che in prima istanza mi informa sulla non funzionalità della TAC e della mancanza dell'urologia, cose che a mio avviso avevano poca attinenza col caso clinico in questione, e per tutta risposta si permetteva di ironizzare sulle mie capacità professionali. Chiedevo di registrare il paziente al triage, ma l'infermiere addetto riceveva perentoriamente l'intimazione da parte di un altro dottore che nel frattempo era sopraggiunto, di non procedere, sostenendo che non era paziente che poteva essere seguito a Barcellona, chiedevo che mi venisse rilasciata una motivazione per iscritto, a seguito della quale io avrei potuto motivatamente lasciare il pronto soccorso di Barcellona e recarmi altrove, ma ricevevo un perentorio diniego, da parte di entrambi, a tal proposito. Come da prassi contattavo il medico di Centrale che nell'occasione era il collega Piero Marino, lo stesso sorpreso dall'atteggiamento dei colleghi mi spronava a chiedere una motivazione scritta, anch'egli messo in contatto coi due medici non riusciva nell'opera di convincimento. L'ultimo atto vede la sensibilizzazione delle forze dell'ordine da parte della centrale, ma anche questa mossa risulta sterile. Mi veniva consigliato da un rappresentante delle forze dell'ordine che nel frattempo aveva contattato telefonicamente il PS, che nel caso in cui avessi evidenziato gli estremi per una denuncia, di non avere remore a metterla in atto, ma che non poteva mandare nessuna pattuglia al PS. Per il bene della paziente e per l'immagine della sanità più che mai calpestata in questa circostanza, evitando ogni ulteriore polemica, mi recavo al PS di Milazzo. Per onor di cronaca la paziente è stata reidratata, le sono stati rifatti gli esami ematochimici ed è stata dimessa al proprio domicilio nottetempo.
Stanco di un clima più che mai avvelenato, dove l'ostruzionismo è all'ordine del giorno e dove il rispetto delle figure professionali non si sa più dove stiano di casa, confido in un fermo richiamo all'ordine da parte delle figure competenti alle quali questa missiva è indirizzata.
P.S. Non escludo inoltre, ravvisandone gli estremi, di procedere comunque autonomamente ad avvisare la procura della Repubblica del reato che si è concretizzato nel non registrare la paziente da me condotta.
Barcellona Pozzo di Gotto, 6 luglio 2017. Dottor Antonio Bandieramonte
Però poi protestano se un inutile ospedale viene chiuso.
Però poi protestano se un inutile ospedale viene chiuso.